Covid-19 e malattie endocrine

Covid-19 e malattie endocrine

23 Aprile 2020 0 Di La Redazione

La Società Europea di Endocrinologia ha di recente rilasciato uno “statement” relativo alla scarsa risposta immunitaria alle infezioni dei pazienti affetti da patologie metaboliche.

 

La ricerca scientifica internazionale sta studiando la reale prevalenza della malattia e il suo vero tasso di mortalità. I pazienti endocrinologici maggiormente a rischio di infezione e complicanze sono i diabetici, gli iposurrenalici, i pazienti con sindrome di Cushing, gli obesi e i malnutriti.

Per tutti i pazienti endocrinologici, oltre all’osservanza delle prescrizioni di legge sul distanziamento sociale, valgono le regole generali.

I pazienti diabetici, specialmente con diabete di tipo 2, sono ad alto rischio di Covid-19, perché frequentemente anche anziani, ipertesi, obesi e cardiopatici. L’iperglicemia cronica deprime il sistema immunitario, condizione che determina un alto rischio di morbilità e mortalità in qualsiasi malattia infettiva. Tra i casi mortali di Wuhan in Cina le comorbilità più frequenti sono state, infatti: ipertensione (53.8%); diabete (42.3%); pregressa cardiopatia (19.2%); pregresso ictus (15.4%). Inoltre, i dati attualmente disponibili indicano che l’infezione potenzia il danno miocardico e svela cardiopatie sottostanti come nuovi fattori di rischio per complicazioni severe e peggioramento della prognosi. Chi è affetto da queste patologie deve, quindi, adottare le misure di prevenzione del contagio della popolazione generale in maniera ancora più stretta ed evitare il contatto anche con i familiari conviventi. In particolare: mantenere un buon controllo glicemico, perché ciò potrebbe aiutare a ridurre il rischio stesso di infezioni e modulare la severità dell’espressione clinica della malattia; evitare le visite di controllo non indispensabili, al fine di evitare i luoghi affollati come le sale d’aspetto; procurarsi quantità adeguate di farmaci e gli strumenti per l’auto-monitoraggio glicemico per tutto il periodo di confinamento in casa.

La terapia sostitutiva dell’insufficienza surrenalica può determinare valori sovra-fisiologici di cortisolo durante il giorno, in grado di deprimere le difese immunitarie di questi pazienti. Inoltre, nei casi di stress o infezione la dose di terapia sostitutiva deve essere aumentata di 2 o 3 volte e, nei casi di grave stress, può manifestarsi un quadro di insufficienza surrenalica acuta, che richiede la somministrazione immediata di idrocortisone im. Molti pazienti sono in possesso di una card che identifica il loro stato di iposurrenalismo e facilita l’accesso al trattamento in urgenza. Alla luce dei dati disponibili, non vi è attualmente evidenza che i pazienti con iposurrenalismo siano a maggior rischio di ammalarsi di Covid-19, ma è noto che, in generale, sia i pazienti con morbo di Addison che con iperplasia surrenalica congenita hanno un rischio aumentato di contrarre infezioni e di mortalità da infezioni del sistema respiratorio. In particolare, il morbo di Addison si associa a una ridotta efficienza del sistema immunitario, con deficit funzionale dei neutrofili e dei linfociti natural killer, per cui è logico attendersi un rischio aumentato di complicanze mediche e una maggiore mortalità da Covid-19.

I pazienti con ipercorticosurrenalismo sono a rischio molto maggiore di contrarre infezioni di ogni tipo. Indicazioni per i pazienti: adottare le misure di prevenzione del contagio della popolazione generale in maniera ancora più stretta, evitando il contatto anche con i familiari conviventi.

Mancano dati sull’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 nell’obesità. In Spagna sono stati descritti casi di pazienti giovani con grave obesità, nei quali l’infezione è evoluta verso un quadro di alveolite distruttiva, insufficienza respiratoria e morte. Non è stata trovata una spiegazione per questa evoluzione, anche se è ben noto che l’obesità severa si accompagna a sleep apnea così come a disfunzione del surfattante. L’alterazione del metabolismo glicidico si può associare a una riduzione della funzione ventilatoria e contribuire al peggioramento di questi pazienti.