Coronavirus, cosa sta succedendo in Lombardia? (I parte)

Coronavirus, cosa sta succedendo in Lombardia? (I parte)

9 Aprile 2020 0 Di Paolo Ferrara*

Vi sono solo 3 regioni che presentano una mortalità percentuale “a due cifre” la Lombardia (17.64%) le Marche (12.45%) e l’Emilia-Romagna (12%).

 

Stiamo tutti vivendo, in tutto il mondo, un momento difficilissimo, che vede i governi coinvolti in complesse scelte decisionali articolate su due livelli di strategia temporale. Un primo livello di vera e propria resistenza alla fase acuta della pandemia, ancora drammaticamente in corso, ed un secondo livello, terminata la fase acuta, volto sia a prevenire la re-insorgenza di altri focolai, che a permettere una graduale ripresa della produzione economica, attualmente completamente bloccata. Valutando però, attraverso l’analisi dei dati che il Ministero della Salute ci sta quotidianamente fornendo, le risposte del Sistema Italia alla drammatica condizione che stiamo vivendo, risaltano immediatamente degli “esiti” molto preoccupanti perché non solo sono molto peggiori di altre nazioni a noi paragonabili quali la Germania, la Spagna o gli Stati Uniti, ma specialmente perché sono purtroppo evidenti anche delle macroscopiche differenze tra le varie regioni italiane, con i peggiori risultati coinvolgenti proprio la regione Lombardia, da sempre ritenuta “il fiore all’occhiello” della nostra Sanità nazionale. Affrontando innanzitutto i dati che sono più strettamente omogenei e comparabili fra di loro, incomincio con l’analisi di quali potrebbero essere le ragioni delle differenze rilevate tra le varie regioni italiane, che pur dovrebbero rappresentare un campione omogeneo sia per composizione che per esiti, partendo dall’analisi dei dati fornitici, al 5 aprile, dal Ministero della Salute.

Vi sono solo 3 regioni che presentano una mortalità percentuale “a due cifre” la Lombardia (17.64%) le Marche (12.45%) e l’Emilia-Romagna (12%) mentre tutte le altre regioni, almeno quelle che hanno più di 2000 casi, presentano una mortalità compresa tra 5.5% della Toscana e 9.44% del Piemonte.

Certamente la valutazione della mortalità considerata unicamente come rapporto percentuale tra il numero totale degli ammalati riconosciuti, e il numero dei decessi, senza l’uso di altre variabili di definizione, è abbastanza grossolano, ma, applicando questo medesimo criterio per tutte le regioni, si ottiene in effetti la possibilità di un confronto omogeneo. Inoltre, parlando di mortalità da Coronavirus nella Regione Lombardia, non possiamo non ascoltare le tante voci che accusano una mortalità “sommersa” praticamente doppia rispetto a quella dichiarata dal Ministero della Salute, dovuta ai numerosissimi decessi consumatesi tra le mura domestiche che, seppur non suffragati dall’esecuzione di tamponi, mostravano tutte le caratteristiche sintomatologiche del Coronavirus. Sono le voci dei Sindaci, dei Medici di Medicina Generale delle provincie di Bergamo e di Brescia, le testimonianze di tantissimi cittadini, insieme alla ampia e documentata inchiesta giornalistica fatta ieri da Isaia Invernizzi per l’Eco di Bergamo. (Continua)

*Medico cardiochirurgo