Ciro Villano, ci è stata tolta la dignità del lavoro

Ciro Villano, ci è stata tolta la dignità del lavoro

24 Febbraio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

“L’Occidente tornerà a ridere? Lo spero. Perché una civiltà che non sorride è infelice. E io trovo che ridere è una cura, è parte della guarigione. Una delle terapie che ho scoperto in India è la terapia del sorriso… E qual miglior modo per cominciare la giornata, che magari finisce in un ufficio ad aria condizionata? Per cui il consiglio che do a tutti è cominciare con una gran risata e finire con una gran risata!” Tiziano Terzani.

Stiamo attraversando dei momenti di grave e greve intensità drammatica. La paura delle varianti, il timore degli effetti collaterali del vaccino, circa 700.000 posti di lavoro immolati alla crisi pandemica, implementazione della violenza di genere, baby gang che si fanno la lotta a colpi di coltello. Insomma, la fine di un mondo sano, un mondo in cui il sorriso scarseggia e forse qualcuno teme di sorridere per non scandalizzare tutte le migliaia di depressi, tristi, contriti ed arrabbiati che popolano le nostre città.

Parliamo di questo con un attore-regista con vocazione comica.

Ciro Villano è tra gli attori e registi campani, che ha visto il proprio esordio in una sit-com in onda sull’emittente regionale Canale 9 dal titolo “Fuori Corso”. Con sei stagioni di messa in onda a partire dal 2002, ha sancito quella che è la popolarità dell’attore in chiave comica, aprendo le porte a Villano su diverse prospettive.

Ad oggi, alla vigilia dei 20 anni del successo televisivo, come attore, regista, autore e sceneggiatore, sta per arrivare il nuovo progetto televisivo che lo vedrà impegnato su Canale 21 e che prende il nome di Koprifuoco 2.1.

Il format televisivo che andrà in onda a partire dal 16 febbraio 2021 e condotto da Sal Da Vinci (artista con il quale Villano condivide il palco in maniera stabile da 4 anni ed ora approdano insieme in TV), è un varietà che alterna lo spettacolo al dibattito e vedrà ospiti nazionali, partecipare alle 15 puntate previste per questa edizione.

Il programma che vede Ciro tra i protagonisti nasce da un’idea di Paolo Torino e scritto in una veste nuova oltre che con Villano, anche con Sal Da Vinci, Mario Esposito e Mino Abbacuccio.

Ma oltre la TV, Ciro resta molto legato al cinema, dove lo abbiamo visto impegnato negli anni in “Fallo per papà”, “La legge è uguale per tutti… forse” e nel successo recente di “Ammèn”. Proprio in quest’ultimo film (dove nel cast compaiono nomi come Maurizio Mattioli, Elisabetta Gregoraci, Gianni Parisi e Davide Marotta), la vena registica e attoriale, si è espressa nello scenario di Montecalvo Irpino, paesino di montagna in provincia di Avellino, dove l’occhio comico dell’autore si è affiancato a quello sociale e informativo legato al territorio. Di prossima ripresa anche il set di “Cognati con la camicia” (prodotto dalla Green Film con il quale ha firmato per altre due produzioni) sospeso causa Covid19, dove Villano è co-protagonista, co-regista e co-sceneggiatore (come dice con la sua ironia: “ho un contratto Co-Co-Co”) e che vede nel cast nomi come Massimo Ceccherini ed una partecipazione di Katia Ricciarelli.

Anche il teatro resta nella sua quotidianità: ad oggi si può affermare che è uno degli autori più prolifici del settore, ma soprattutto tra i più apprezzati per la realizzazione di musical che coinvolgono guest star campane (e non solo), ed in merito, prossimamente ci sarà la ripresa delle tournée, nella quale sarà impegnato con la favola moderna “La fabbrica dei sogni”, che gode dei sold-out nella prima ondata di messa in scena nei teatri Campani, e pronto a replicare nei teatri di tutta Italia.

Come ha vissuto e vive Ciro Villano la paura del contagio e la grande sofferenza per le indispensabili misure restrittive?

All’inizio come un esperimento sociale di massa, quasi un gioco… poi pian piano mi sono reso conto che è una vera e propria tragedia (e non solo per il nostro settore). È un anno che siamo fermi e non si vede ancora la luce… all’inizio ero convinto che fosse una guerra lampo, in sei mesi di vincerla e andare oltre, invece tutto ciò non è successo e quindi ho grande preoccupazione.

Il Governo Draghi non prevede un Dicastero dello Spettacolo. Crede che questa decisione rappresenti un certo disinteresse per le problematiche del settore Teatro-Cinema-Danza e Spettacolo fortemente penalizzato dalla crisi pandemica?

Non ho nessuna speranza nei confronti di qualsiasi Governo perché il nostro mondo è sempre stato un mondo a sé, che si è dato da fare da solo per rinascere. A noi è stata tolta la dignità del lavoro: in strutture da 1.500 persone ci saremmo accontentati di 200 persone, e quindi non ho approcci speranzosi nei confronti del Governo.

Mi piace il teatro, bella copia della vita. Franca Valeri. Cosa rappresenta per Lei il Teatro?

Il teatro è tutto quello che so fare: in quello spazio che va dal camerino al sipario è il mio mondo! Fuori non so mettere nemmeno una lampadina. Li riesco a stare bene e sono sereno, tutto ciò che sembra finto, per me è reale.

Si sta legando sempre più al cinema. Cosa ci racconta dei suoi progetti futuri?

Il cinema è una passione minore rispetto al teatro, ma mi dà maggiore soddisfazione. Me ne ha date tante Ammen (sia per pubblico che critica), e sicuramente me ne darà tante altre anche il nuovo “Cognati con la camicia”, prodotto sempre dalla Green Film, per la quale sono in cantiere altre due produzioni