Christian Minardi: “Noi portieri indossiamo il numero 1, è una grande responsabilità”

Christian Minardi: “Noi portieri indossiamo il numero 1, è una grande responsabilità”

10 Maggio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Solo i portieri sanno cosa significa davvero il profumo dell’erba. Gli altri calciatori non ne hanno idea. Perché loro sull’erba corrono, al massimo ogni tanto scivolano oppure, oggi, si rotolano un po’. Ma il portiere no. Il portiere ci lavora con l’erba. E praticamente ogni suo gesto, ogni suo intervento finisce sempre allo stesso modo, con il naso dentro l’erba”. (Dino Zoff)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un professionista che ha girato il mondo: Christian Minardi.

Minardi vanta esperienze, oltre che in Italia, in Galles dove oggi è preparatore dei portieri del Bangor City, compagine che milita nella Championship gallese, ma ancora in Spagna e addirittura India.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Ero in Galles al Bangor City FC con Mister Colace Hugo e avevamo una squadra molto forte. Purtroppo abbiamo giocato solo una partita di Coppa Gallese vinta 2-0 perché il Covid ha bloccato tutta le attività. Esperienza comunque fantastica con uno staff competente e molto Professionale.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Purtroppo la società non ha rispettato gli aspetti economici e di vita, come stipendio e spese di alloggio…abbiamo dovuto anche sostenerci economicamente mettendo soldi nostri come staff per poter portare avanti il Club e cercare di finire la stagione calcistica.

Chi è stato, in famiglia o fra gli amici, a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua “folgorazione”, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Papà aveva fatto il Portiere a livello dilettantistico e ho iniziato con mio fratello Simone che ha un anno più di me giocando come esterno alto…ma sempre con la mentalità di fare il Portiere. Un giorno il Portiere era assente e nessuno voleva andare in porta e io mi sono proposto…da quel giorno Life as Number One.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Io fisicamente pagavo tanto rispetto ad altri Portieri essendo alto solo 180 cm ma non ho MAI MOLLATO arrivando a fare la C2…per un Portiere è FONDAMENTALE essere forti di testa, avere la giusta mentalità e grande determinazione.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Il Portiere ha un Numero sulla maglia…il numero 1…bisogna dimostrare di meritarlo e fare tutto per fare capire che non è solo un numero, ma è un modo di vivere e una scelta di vita.