Andrea Castello: “I valori che lo sport mi ha insegnato li porto nel mondo del lavoro”

Andrea Castello: “I valori che lo sport mi ha insegnato li porto nel mondo del lavoro”

3 Novembre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

Quando si pensa agli sport di squadra, vengono immediatamente citati il calcio, la pallavolo e la pallacanestro, ma anche la pallanuoto è una fantastica disciplina che vanta numerosi pregi. Oltre ad avere una storia antica, questo sport richiede una preparazione atletica completa e di grande livello. La pallanuoto  è nata in Inghilterra e in Scozia verso la metà del XIX secolo.

Nel 1877 vennero stilati i primi regolamenti di gioco e la disciplina fu ufficialmente ammessa alle Olimpiadi per la prima volta nel 1910: il primo campionato in Italia risale a due anni dopo, precisamente nel 1912. Di Pallanuoto, Covid e salute parliamo con un atleta di vaglia: Andrea Castello.

 

 

 

 

 Come ha vissuto e vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

Sicuramente è stata dura affrontare periodi di quarantena per tutti i cittadini italiani, specie per i più giovani. Per quel che mi riguarda non sono mai stato così intimorito perché sono stato sempre rispettoso delle misure restrittive anti-Covid 19, ma un pochino di preoccupazione, soprattutto per i miei cari si, quella c’è sempre stata.

Il nostro sport è stato tra i più colpiti, alcuni impianti hanno chiuso e il movimento ha avuto notevoli difficoltà a ripartire. Nella stagione agonistica 2019/20 l’A2 è stata interrotta a Marzo 2020 (circa a metà campionato), mentre le giovanili non sono praticamente mai partite. La stagione scorsa (2020/21) è stata la più impegnativa a mio avviso: campionato ridotto per evitare i troppi spostamenti, formula di playoff e playout molto discutibile, partite ufficiali ogni due settimane e nessuna possibilità di fare amichevoli sia di precampionato che infrasettimanali (si è giocato un sabato si e uno no), quindi acquisire una forma fisica idonea è stato davvero difficile. In più se ci si mette qualche quarantena di troppo e una preparazione atletica tardiva e poco adeguata per la difficoltosa riapertura degli impianti e delle strutture di allenamento…

Penso proprio che sia stato quasi un miracolo aver portato a termine un campionato in queste condizioni, onore a società e giocatori che la scorsa stagione hanno veemente dimostrato la passione genuina per questo magnifico sport, ahimè troppo sottovalutato. Per la stagione che sta per iniziare (2021/22) si ricomincia a respirare un po’ più di normalità tornando alla formula con due gironi di A2 (Nord e Sud) a 12 squadre ciascuno, giocando ogni sabato ma sempre con tamponi rapidi il giorno prima della partita.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed alla Pallanuoto in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

La gestione politica non è stata delle migliori, ma non è mai facile gestire questo tipo di situazioni, anche perché inaspettate da parte di tutti. Inutile guardare al passato, ma pensiamo a come amministrare al meglio il futuro perché c’è stato si un notevole rallentamento, ma non è ancora finita.

Chiaramente tutto lo sport ne ha risentito, un po’ meno la categoria di noi professionisti, dandoci la possibilità di allenarci comunque. Questo è stato un grande privilegio, mentre tutti erano a casa noi avevamo un permesso dalle nostre società con annessa autocertificazione, che giustificava l’uscita e lo spostamento dal domicilio al luogo di allenamento.

Come ho già affermato prima, la pallanuoto è stato uno degli sport più colpiti purtroppo.

Quanto valore attribuisci al binomio Sport-Salute?

Tantissimo. Per un benessere psico-fisico è fondamentale abbinare attività fisica ad una corretta alimentazione. Personalmente, sono sempre stato un atleta attento all’alimentazione per la mia salute e per allenarmi sempre al meglio. Tornando allo sport, è importantissimo praticarlo, specie a livello agonistico: ti insegna tanto. Ti insegna il rispetto per i compagni e per l’avversario, saper gioire alle vittorie di squadra anche quando la prestazione personale non è stata un granché e saper accettare la sconfitta avendo dato il 101% in acqua, a convivere ed essere in grado di socializzare con le persone, a gestire le emozioni.

Ti insegna a fare una bracciata in più per il compagno, non mollare mai. Ti fortifica notevolmente il carattere. Chi ha giocato ad un certo livello sa cosa si respira in tutto l’ambiente sportivo, dagli spogliatoi all’ingresso in vasca, dall’uscita di casa o da lavoro fino ad arrivare in piscina, sa quanto sacrificio e dedizione richiede questo sport, soprattutto quando si è giovani. Valori che ti porti dietro per tutta la vita. In alcuni casi, per fortuna pochi, è una “cura” sottraendo i ragazzi da pericolose “distrazioni”…

Cosa le ha dato la Pallanuoto in termini di crescita personale, sociale e professionale?

Per me la pallanuoto è stata una vera e propria palestra di vita, mi ha formato indubbiamente come atleta ma prima ancora come persona: ha forgiato il mio carattere, smussando alcuni difetti e fortificando altri valori. Ho esordito a 16 anni in serie A1 con la SNC Civitavecchia, ora milito nell’Olympic Roma in A2 (ex Roma 2007) allenata dall’oro olimpico Mario Fiorillo, ne ho 30 e non ho intenzione di smettere. Mi sto affacciando nel mondo del lavoro e nel mio curriculum non manca mai la parentesi di questa grande passione. Sono sicuro che i suddetti valori mi serviranno tantissimo anche in ambito lavorativo.