Alessandro Prometti: “La pandemia ha creato un blocco psicologico in molti soggetti”

Alessandro Prometti: “La pandemia ha creato un blocco psicologico in molti soggetti”

5 Gennaio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Alessandro Prometti.

Judo da 6 anni a 13 fino alla cintura marrone, Boxe 1 anno, Muay Thai  1 anno, BJJ Cintura Blu. Successivamente facendo MMA e BJJ ha allenato tutte le discipline elencate e ad oggi ha circa 50 incontri di Bjj e 30 di MMA di cui 8 a livello semi professionistico.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

L’inizio della pandemia l’ho sofferto maggiormente, trattandosi di qualcosa di nuovo. Il fatto di non potermi più allenare mi ha spaventato, sia per una questione agonistica sia per una questione fisico-mentale. Dopo qualche momento di sconforto ho trovato un rimedio ordinando qualche attrezzo online e allenandomi in casa. Non è stato un periodo facile perché la paura di essere contagiati o contagiare era alta ma ho sfruttato al meglio quel tempo chiuso in casa per lavorare il più possibile su me stesso su tutti i fronti, anche extra sportivi.

Diciamo poi che le misure restrittive hanno vincolato molto il mio sport essendo uno sport di contatto. Ho dunque cercato soluzioni nell’allenamento dal punto di vista atletico e tra corsa, pesi e sacco sono riuscito ad ottenere più o meno quello che volevo. Attualmente ho ripreso ad allenarmi in una palestra di MMA che regolarmente frequento e partecipo alle diverse discipline come Muay Thai, Kick Boxing, boxe, BJJ (Brazilian Jiujitsu) e MMA che le racchiude tutte.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Queste restrizioni, molto drastiche, per un determinato lasso di tempo hanno causato molti danni alle persone che trovano come punto di sfogo il proprio sport (qualsiasi disciplina o attività) spezzando una routine ormai protratta nel tempo

Il danno che ha creato, dal mio punto di vista, è stato enorme, a tal punto da definire in alcuni soggetti una sorta di blocco psicologico. Questo blocco ha poi portato paura nelle persone, paura per le cose più semplici, come ad esempio entrare in una palestra per timore di potersi ammalare e tutto ciò conseguentemente ha portato ad uno stop dalle attività fisica. Quando ci si abitua a stare chiusi in casa a fare nulla, non lavorare, non uscire, non fare attività fisica per diversi mesi il corpo e la mente si abituano e sarà molto più difficile riprendere quando si avrà poi la possibilità. Ammetto che è stata molto dura anche per me perché nella mia specialità hanno annullato tutte le tipologie di gare ed eventi bloccando a tutti la possibilità di combattere. Rimango dell’idea che bisognerebbe trovare la forza sempre di riprendere a fare attività fisica anche dopo uno stop come questo. Col tempo ritornerà tutto come prima, mi auguro.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Il mio percorso nelle arti marziali è iniziato a 6 anni con il Judo, spinto da mio Padre. E’ sempre stato convinto che lo sport oltre ad insegnare disciplina potesse aiutarmi nelle relazioni con le persone, oltre poi ad un discorso di difesa personale, che visti i tempi attuali, torna sempre comodo. Tralasciando qualche anno concomitante alle scuole medie, ho ripreso alle superiori Boxe, poi Muay Thai e successivamente Bjj e MMA. Naturalmente ho preso molto spunto da grandissimi atleti e sin da subito avevo come obbiettivo gareggiare ed imitare coloro che idolatravo. A quel punto conobbi un vecchio maestro che mi portò a fare le prime gare di lotta.

Non andarono benissimo. Ansia, nervosissimo, stress e tanta tensione ti portano a non dare il meglio di te. Con il tempo imparai a controllare le emozioni e mettendomi in gioco sempre di più, sono arrivati piccoli e grandi risultati come la vittoria di tornei a livello Italiano ed Europeo.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Consiglio vivamente di praticare una disciplina di arti marziali per tantissimi motivi come ad esempio:

  1. Imparare a relazionarsi con le persone 

Anche se può sembrare uno sport “cattivo” le arti marziali miste sono una disciplina piena di correttezza, rispetto. Permette di coltivare svariate amicizie all’interno della palestra.

  1. Difesa personale. 

Purtroppo nel mondo in cui viviamo avere un bagaglio di difesa personale non è affatto male.

Sono contrario ad usare le arti marziali fuori dalla palestra però rimango dall’idea che sapersi difendere possa essere utile a chiunque per qualsiasi motivo. 

  1. Sviluppo motorio.

Rimane uno sport dove si utilizzano Pugni, calci, proiezioni e altre tecniche.

Tutto ciò porterà il tuo corpo ad essere un corpo allenato, dinamico e pieno di energia.

Tutto questo può solo portare benefici al proprio organismo, ma anche alla propria mente. 

Ci sono tantissimi vantaggi, questi sono i 3 più fondamentali, dal mio punto di vista.

Se vuoi scoprire quali sono altri vantaggi ti consiglio di andare nella palestra di arti marziali più vicino a casa tua per provare un mondo nuovo e adatto a tutti.