Yuri Pasotti, la forza di volontà è il nostro carburante

Yuri Pasotti, la forza di volontà è il nostro carburante

20 Maggio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido pallanuotista: Yuri Pasotti.

“Sono nato come sportivo tra le braccia della Presiden Bologna e r.n. Bologna. Nella mia esperienza ho avuto il piacere di militare in due società di A1 in età adolescenziale: La Sportiva Nervi e Pro Recco, giocando nelle rispettive giovanili e con più convocazioni in prima squadra. Successivamente a Bologna dall’età dei 17 anni fino ai 22 sono tornato alla President Bologna in A2 dove per un anno ho avuto la possibilità di giocare grazie ad un doppio tesseramento anche nell’ under 20 della r.n. sori. All’età di 23 anni, dopo aver provato un esperienza mal riuscita in ambito internazionale a Potsdam ho giocato nel Piacenza pallanuoto dove purtroppo come tutti non ho potuto finire la stagione in seguito alle chiusure giustamente imposte. L’anno scorso sono tornato a Bologna nella de Akker (A2) e quest’anno, rimanendo in un ambito bolognese ho deciso di dedicarmi gratuitamente ad un ambiente di crescita nella società r.n. Bologna”.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Con la fase pandemica spero quasi alle spalle vivo questo momento contento di aver superato un’emergenza sanitaria come fosse stata una prova di vita combattuta con passività ma dalla quale sto uscendo con una grande forza Interiore. Oltre alle chiusure imposte per tutti ho vissuto una quarantena di un mese e poco più contagiando anche mia madre purtroppo poi ricoverata. Ho avuto paura, inizialmente ho vissuto il contagio come una colpa dalla quale però in tanti vicino a me hanno aiutato a discolparmi. La paura di ricadere in un contagio c’è, ma grazie all’ambiente relazionale che mi circonda trovo il coraggio e la forza di resistere fino a quando potrò girarmi indietro per guardare al passato con positività grazie al calore umano da cui ho la fortuna di essere circondato.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Le restrizioni politiche legate alla pandemia penso siano il prodotto della nostra società. Credo che nel mio ambito, in uno sport a cui è sempre stata data poca importanza la conseguenza delle circostanze si ripercuoteranno soprattutto sui più giovani che si sono trovati a perdere praticamente due stagioni regolari in seguito a cancellazioni e rinvii. Penso questo sia un grave deterioramento pallanuotistico che come in tante altre realtà, dovrà fare i conti sul futuro.

Chi è stato, in famiglia o fra gli amici, a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua “folgorazione”, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho ereditato la mia passione da mio padre, probabilmente introdotto troppo precocemente in un percorso premeditato ma dal quale ora penso di poter trarre enormi vantaggi dato il mio difficile temperamento. Papà ora non c’è più ma anche se può sembrare strano lo sport mi ha aiutato nei momenti più difficili, grazie a tutti i compagni di squadra ed allenatori che ho avuto.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà penso sia il movente di tutto, il nostro carburante, che purtroppo o per fortuna non arriva mai da solo. Nella mia esperienza questo carburante é stato prevalentemente in età giovanile, con il crescere l’ho un po’ perso ma con la costanza e l’insistenza sento che pur avendo fatto un passo indietro rispetto alla categoria nella quale ho maggiormente militato, grazie alla mia società, la Rari Nantes Bologna, la forza di volontà sta piano piano tornando e ciò é la ragione per cui sento di continuare a giocare.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Ai bambini che desiderino intraprendere la pallanuoto mi piacerebbe ricordare come prima cosa la fortuna di poter giocare in un ambiente ricco di stimoli e crescita personale e come seconda cosa l’invito di liberare fin da subito la propria creatività attraverso allenatrici e allenatori dai quali scegliere fin da subito quali capacità positive assorbire invitando la o il giovane alla formazione immediata di un senso critico di se stesso che possa aiutarlo prima nella pallanuoto e successivamente nella propria vita.