Vitamina D, in discussione il ruolo nella prevenzione delle fratture

Vitamina D, in discussione il ruolo nella prevenzione delle fratture

1 Agosto 2022 0 Di La Redazione

Gli integratori di vitamina D sono spesso raccomandati per la salute delle ossa nella popolazione generale, ma recenti studi sul suo ruolo nella prevenzione delle fratture confermano come sia stata data troppa enfasi alla loro utilità. Tra questi, il più recente è un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine (NEJM), che invita ad abbandonare l’eccessiva fiducia nella cosiddetta “vitamina del sole”.
I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston, negli Stati Uniti, hanno voluto testare, su persone senza particolare carenza di vitamina D e senza osteoporosi, se la supplementazione di vitamina D3 possa proteggere dalle fratture rispetto al placebo. Fra le 25.871 persone arruolate nello studio sono state segnalate 1991 fratture in 1551 partecipanti nel corso di circa 5. La vitamina D3 supplementare, rispetto al placebo, non ha avuto un effetto significativo sulle fratture totali, che si sono verificate in 769 su 12.927 partecipanti nel gruppo che assumeva vitamina D e in 782 su 12.944 partecipanti che assumevano placebo. Inoltre, non vi è stata modifica dell’effetto in base a età, sesso, gruppo etnico e neppure in base ai livelli di 25-idrossivitamina D nel sangue.
L’integrazione di vitamina D3, concludono i ricercatori, “non ha comportato un rischio di fratture significativamente inferiore rispetto al placebo tra gli adulti di mezza età generalmente sani e negli anziani che non erano precedentemente stati selezionati per carenza di vitamina D, massa ossea ridotta o osteoporosi”. Lo stesso studio aveva già scoperto che assumere molta vitamina D non preveniva nemmeno le malattie cardiache, il cancro o la perdita di memoria. Lo studio, secondo il Dg Aifa Nicola Magrini, rende “probabile a breve una revisione della Nota 96 che aveva già determinato un utilizzo più mirato di questo farmaco”, producendo “un risparmio di diverse decine di milioni l’anno”. Magrini auspica inoltre una “campagna di sensibilizzazione” e “nuovo un lavoro più stretto con le Regioni sull’ambito dell’appropriatezza” prescrittiva, “uno dei più importanti”.
Il lavoro apparso sul ‘Nejm’, “una delle più autorevoli riviste” scientifiche internazionali, è “uno studio molto importante – ha spiegato Magrini – il più ampio mai condotto”. Ha coinvolto “oltre 40mila persone”, indagando “sull’efficacia della vitamina D assunta per 5 anni” con l’obiettivo di incidere su un’ampia serie di parametri: fratture, massa ossea, massa adiposa, infarti, ictus, fibrillazione atriale, funzione cognitiva, tumori, ha elencato il Dg Aifa. Un’integrazione a base di vitamina D “è purtroppo risultata priva di effetti utili da tutti i punti di vista”. Tanto che, in “un editoriale di accompagnamento” firmato da “alcuni noti studiosi di osteoporosi”, gli esperti concludono che “non si può più parlare di insufficienza di vitamina D se non in casi estremi – ha riportato Magrini – che non ha senso misurare i livelli ematici di vitamina D come si faceva e si fa, e che le persone dovrebbero smettere di assumere supplementi di vitamina D per prevenire malattie importanti o estendere la durata della vita”.
“A mio avviso – ha anticipato dunque il direttore generale – questo avrà un impatto anche su una probabile nostra revisione della Nota 96, a breve”, in modo da migliorare l’ulteriormente l’appropriatezza d’uso di “questo farmaco per il quale – ha precisato Magrini – erano state vantate anche proprietà a mio avviso immaginifiche rispetto a Covid, proprietà che non ha”. Un farmaco che, in generale, “viene usato profilatticamente nella credenza che prevenga infezioni, stimoli il sistema immunitario, o faccia bene a tutta una serie di altre cose”.
“Questo studio così ampio ha valutato tutto questo, concludendo che non vi sono effetti positivi” della vitamina D “su nessuno di questi parametri”, ha ribadito il Dg rimarcando che “la Nota 96 ha avuto un effetto molto positivo”, pur “con alcune Regioni decisamente più virtuose nell’averla adottata e altre meno”. Ora si prospetta “una nuova Nota” e un’azione di informazione che tenga conto delle evidenze.

 

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/vitamina-d-in-discussione-il-ruolo-nella-prevenzione-delle-fratture-verso-una-revisione-della-nota-ecco-come/?xrtd=XALPCLRPPSCPSXAAYRYYAAS