L’ospedale di Marcianise proiettato verso il futuro

L’ospedale di Marcianise proiettato verso il futuro

1 Agosto 2022 0 Di Marco Magliulo

Con Vincenzo De Rosa, capodipartimento e responsabile della Cardiologia al nosocomio “Anastasia Guerriero” di Marcianise, nonché direttore delle discipline mediche dell’Asl Caserta, abbiamo discusso di Covid ma anche del presente e del futuro di un ospedale che ha stentato ad avviarsi ma che ora procede sempre più verso un’importante sviluppo.

L’ospedale di Marcianise è un ospedale in crescita ma anche un ospedale , per così dire, di frontiera. La sua posizione, a pochi chilometro dal Casello autostradale e a metà strada fra le province di Napoli a Caserta ne fanno un riferimento naturale per le emergenze –urgenze. Lei cosa ne pensa?

Sicuramente è una scelta azzeccata quella di puntualizzare le risorse sia umane che economiche dell’ospedale. La vicinanza con l’autostrada è fondamentale ma una cosa ancora più importante è che l’ospedale di Marcianise si colloca al centro del territorio dell’Asl di Caserta.

Da primario della cardiologia e direttore dipartimentale come ha vissuto e coma sta vivendo l’onda pandemica che non accenna a fermarsi.

Stiamo cercando di mandare meno personale possibile in ferie, sto notando il grande senso di responsabilità da parte dei miei colleghi perché il problema c’è e si avverte. Negli ultimi due anni il problema delle ferie è diventato un problema secondario e questo può fare solo onore alla classe medica e del personale sanitario non medico.

In molte branche specialistiche tanti pazienti cronici hanno rinunciato alla cura per paura di contrarre  il Covid. Poi c’è stato “l’assalto alla diligenza” quando sembrava che la situazione fosse tornata alla normalità. In merito a tutto ciò, qual è oggi la fotografia aggiornata nella branca cardiologica?

Stiamo soffrendo perché l’accesso in ospedale nelle terapie intensive cardiologiche dal 2020 ad oggi si è ridotto del 40/50% e questo vuol dire che molti pazienti cardiopatici, affetti da patologie cardiovascolari acute, purtroppo muoiono a casa. Per paura del Covid, per mancanza di posti ed anche perché alcuni ospedali di riferimento dei pazienti sono stati trasformati in centri Covid e pertanto, per una serie di motivi, i pazienti rifiutano le cure ospedaliere.

Le è capitato di riscontrare un nesso di causalità fra Covid e patologie cardiache?

Si incomincia ad intravedere una certa interconnessione, soprattutto nei giovani, tra pazienti affetti da Covid e patologie cardiache. Soprattutto stiamo riscontrando Pericarditi, Miocardiopericarditi che hanno attinenza in generale con infezioni virali ed il Covid non fa eccezione a questa evidenza scientifica. Adesso, a distanza di un paio di anni dall’insorgenza pandemica, stiamo riscontrando  molti pazienti che presentano reliquati sul Miocardio. Per quanto riguarda la reversibilità o meno dei danni questo non possiamo ancora dirlo, perché è ancora troppo presto e non si hanno riscontri sufficienti

Se dovesse dare un suggerimento per migliorare la funzionalità dell’ospedale nel quale è impegnato da tanti anni a cosa penserebbe?

 

Penserei per quanto riguarda la diagnostica come prima cosa alla risonanza magnetica che è un esame imprescindibile nel percorso diagnostico delle cardiopatie in genere. Fare una nuova unità coronarica a Marcianise, data la sua mancanza, in quanto è un reparto fondamentale per il trattamento di patologie a carico del muscolo cardiaco. Abbiamo bisogno inoltre di una traumatologia, un ospedale centrale ma di frontiera ha bisogno oltre alla rianimazione e all’unità coronarica anche di una buona traumatologia.