Usca, un passo avanti per combattere il Covid-19

Usca, un passo avanti per combattere il Covid-19

29 Marzo 2020 0 Di Mariarosaria Rondinella*

Il Coronavirus è una forma virale disastrosa, che porta molte persone ad isolarsi in casa (anche per paura) e ad arrivare così in pronto soccorso già con sintomi gravi.

 

Mariarosaria Rondinella

Una squadra di “pronto intervento” per raggiungere e coordinare il confinamento dei pazienti contagiati da Covid-19 direttamente a casa, isolando il paziente e anche tutti i contatti recenti. Proprio questi sono il vero problema (positivi asintomatici), se continuiamo ad andare in giro l’epidemia non la elimineremo mai. La Regione con la creazione delle Usca è andata proprio in questa direzione, che è l’unica possibile per combattere efficacemente la patologia.

Il Coronavirus è una forma virale disastrosa, che porta molte persone ad isolarsi in casa (anche per paura) e ad arrivare in pronto soccorso già con sintomi e segni avanzati, lo scopo è ridurre gli accessi, isolare tutti i paucisintomatici e i relativi contatti e iniziare una terapia, anche se off label, il prima possibile per ridurre i rischi di contagio.

Se il paziente è a rischio e positivo al tampone vanno adottati i più opportuni protocolli d’intervento somministrando farmaci (Plaquenil e Zitromax ad esempio) farmaci che sono stati già collaudati per tolleranza e effetti indesiderati che possono essere gestiti anche a domicilio. Insieme ai farmaci occorre avviare chiaramente anche una terapia di supporto nutrizionale adeguato in relazione allo stato generale. Nel giro di un mese si potranno tirare le somme che, con buona probabilità, risponderanno ai risultati attesi. A domicilio, lo stato di salute del paziente può essere controllato anche con una eco polmonare.

In quest’ottica giocano un ruolo fondamentale le recentissime Unità speciali di continuità assistenziale (Usca). Si tratta di unità mobili – istituite o in fase di istituzione in tutto il territorio regionale – con ambulanze dedicate e personale superprotetto. Le Usca effettuano tamponi e visite urgenti. Evitando, così, che pazienti con peggioramento della sintomatologia, affollino i pronto soccorso. Oppure che vadano a sovraccaricare il 118, che lavora anche per altre urgenze.

Tali unità speciali di pronto intervento sono formate da medici di continuità assistenziale reperiti su base volontaria o con contratti ad hoc.

Ogni Usca è composta da un medico ed un infermiere. Lavoreranno 13 ore al giorno, dalle 8 alle 21, sette giorni su sette, “allertati dai medici di base o pediatri di libera scelta che faranno un primo triage telefonico.

È fondamentale per valutare l’importanza (ove possibile) di evitare l’ospedalizzazione dei pazienti Covid, di rifarsi all’esperienza della città di Vo’. Nel primo campionamento massivo del piccolo paese sono stati identificati 87 positivi, molti dei quali asintomatici, pari al 3% della popolazione. Un’enormità dal punto di vista epidemiologico. Tutti sono stati messi in isolamento e dopo 9 giorni è stato fatto un secondo campionamento. È stato dimostrato quindi che aver isolato i positivi ha permesso di ridurre la frequenza di contagio. Ora a Vo’ c’è una frequenza di casi positivi del 3 per mille, quindi l’incidenza è calata di dieci volte.

*Presidente associazione Buona sanità