Smi, si alla manifestazione del 15 dicembre contro il Governo

Smi, si alla manifestazione del 15 dicembre contro il Governo

7 Dicembre 2022 Off Di La Redazione

La finanziaria opera tagli al Ssn: previsto un crollo del fondo sanitario nazionale che passerà dall’attuale 7.1% al 6.1% rispetto al Pil.

 

“La legge di bilancio 2023 riduce lo stanziamento della spesa sanitaria mettendo a rischio la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale ed il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini. Per queste ragioni esprimiamo pieno sostegno alla manifestazione programmata dall’Intersindacale dei medici, veterinari e dirigenti sanitari per il 15 dicembre 2022 alle ore 14.00 a Roma, in Piazza SS. Apostoli”. Così in una nota congiunta SMI, SIMET e FP CGIL Medici di Medicina Generale. “La legge di bilancio 2023 e il documento programmatico – si legge nella nota – di fatto sanciscono il definanziamento del SSN: è previsto un crollo del fondo sanitario nazionale che passerà dall’attuale 7.1% al 6.1% rispetto al Pil, a fronte della spesa media in sanità degli altri paesi europei più alta di 2 punti. Stiamo pericolosamente tornando ai livelli pre-pandemici, rimanendo al di sotto della media europea, anche contro le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le poche risorse stanziate per il settore sanitario sono quasi interamente assorbite dai costi energetici. Questa impostazione è miope perché considera la salute non un investimento per tutto il Paese ma una spesa per lo Stato. La legge di bilancio 2023, inoltre, conferma la mancanza di interventi strutturali per eliminare il limite alle assunzioni nel SSN, a fronte dell’ingente numero di contratti di somministrazione che oggi raggiunge il punto più degradante con il fenomeno dei medici gettonisti, che rappresentano un grave onere per le strutture pubbliche ed una umiliazione per i colleghi, dipendenti e convenzionati, che da anni sostengo i servizi con sacrificio e dedizione”.
“Agiremo in questi giorni affinché nella manovra economica 2023 si possano introdurre misure necessarie per valorizzare anche il ruolo dei professionisti della medicina generale nell’ambito di una riorganizzazione dell’assistenza territoriale e ospedaliera, integrata da un punto di vista organizzativo, contrattuale e formativo, a partire dalle risorse per il rinnovo contrattuale. Solo investendo su chi lavora si potranno evitare i prepensionamenti e la fuga all’estero dei professionisti, ponendo così riparo alla carenza drammatica di medici che, anche nella medicina generale, sta determinando un profondo arretramento dell’offerta di salute ai cittadini con la mancata assistenza primaria per circa tre milioni di italiani e la chiusura di moltissime postazioni di continuità assistenziale”, concludono SMI, SIMET e FP CGIL Medici di Medicina Generale.