Roberto Pintor: “Nella vita non esistono scorciatoie ma solo determinazione e costanza”

Roberto Pintor: “Nella vita non esistono scorciatoie ma solo determinazione e costanza”

18 Luglio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Penso che qualcuno dovrebbe spiegare ai bambini che è normale commettere errori. Questo è il modo in cui impariamo. Quando gareggiamo, commettiamo errori”. (Kareem Abdul-Jabbar)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con valido cestista: Roberto Pintor. 

La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?

Personalmente nella prima fase pandemica più acuta per la paura del contagio ho dovuto rinunciare per scelta all’attività agonistica, non praticando ormai da anni la pallacanestro a livello professionistico e avendo un attività imprenditoriale e delle figlie piccole ho dato naturalmente la priorità a queste ultime. Inizialmente la paura del contagio era eccessiva e rischiava di paralizzarmi quindi ho sospeso lo sport di squadra ma mi sono dedicato a quello individuale.

All’interno dell’impianto della società sportiva Esperia di cui faccio parte era sicuramente impossibile eliminare totalmente l’assenza di contatto, ,hanno cercato però di ridurre le probabilità svolgendo attività sportiva all’aperto, evitando spogliatoio, spazi ricreativi in cui si fa vita sociale, facendo continui monitoraggi e tamponi frequenti. Devo dire che hanno giocato un ruolo fondamentale nella salvezza di tanti giovani che si sono trovati ad affrontare un periodo di crescita critico, in particolare adolescenti che sono stati i più colpiti da questa pandemia, che hanno potuto riprendere a vivere una vita normale, avere una valvola di sfogo, e distrarsi.

Inoltre bisogna considerare il ruolo fondamentale che lo sport svolge come valvola di sfogo per molti ragazzi e ragazze che in adolescenza si trovano ad affrontare periodi di crescita critici. C’è voglia di ripartenza e spensieratezza , oggi in questa fase si sono riprese tutte le attività ma non bisogna abbassare troppo la guardia e bisogna imparare a convivere con la situazione cercando di mantenere delle buone abitudini riguardo all’attenzione verso se stessi e il rispetto verso il prossimo.

Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua socialità?

È noto come l’emergenza pandemica abbia inciso sulla scuola e opportunità educative dei più giovani, con la necessità di dover seguire le lezioni a distanza e trovare soluzioni. È stato invece molto meno approfondito l’impatto su bambini e adolescenti delle restrizioni o addirittura chiusure di impianti sportivi, parchi e in generale luoghi dove fare sport.

Lo sport è fondamentale per la salute e per il benessere di tutti e non capisco come ancor oggi non sia gestito e valutato al pari della scuola. Non è solo diritto al gioco, ma anche diritto alla socialità e all’educazione, elementi essenziali per la vita e l’armonico sviluppo della comunità e territorio.

I danni sono stati diversi, soprattutto per gli sport minori come nel basket. Molte piccole realtà hanno dovuto rinunciare a riprendere l’attività dopo le sospensioni causate dalla pandemia e tante sono purtroppo fallite. I motivi sono diversi, spese aumentate e nessun supporto da parte della politica, che se ha dato incentivi lo ha fatto con una tale lentezza che non ha portato a salvare delle realtà. L’incertezza ha portato anche molti sponsor che data la situazione critica non hanno potuto aiutare con qualche piccolo finanziamento le società. E’ stato difficile dover affrontare tutte queste spese, ma nonostante tutto con l’entusiasmo e passione di molte società e giocatori si è proseguito.

Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Volevo fare calcio come tutti i bambini, ma a 6 anni mio papà mi portò in un campo di basket ed è stato un colpo di fulmine diventando la mia passione e poi il mio sogno e scopo nella vita. Volevo diventare un giocatore di basket ad alti livelli.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla specialità, cosa suggerirebbe?

Trova la tua passione e il tuo scopo, affrontare qualsiasi sfida della vita o dello sport lavorando duro ogni giorno, non esistono scorciatoie ma solo determinazione e costanza.