Ridisegnata la rete ospedaliera per Salerno

Ridisegnata la rete ospedaliera per Salerno

23 Giugno 2020 0 Di La Redazione

Pietro Antonacchio: “L’incremento previsto di 213 posti non tiene conto che relativamente al numero complessivo (621) previsti dalla precedente programmazione ne erano stati attivati solo 333”.

 

A seguito del decreto legge “Rilancio” numero 34 del 19 maggio scorso di cui all’articolo 2 è stata inoltrata al Governo la relazione illustrativa per la riorganizzazione della rete ospedaliera per l’emergenza Covid-19. Nel complesso tale processo aumenta per tutta la Regione Campania il numero dei posti letto di terapia intensiva per un totale di 834, aumentando di 213 il numero sul totale che invece si attestava a 621, così come programmati ai sensi del Decreto del commissario ad acta numero 113 del 2020, per rendere omogenea una dotazione sul territorio regionale pari a 0,14 per mille abitanti. È una nuova programmazione di 213 postazioni di degenza in più, nel mentre ammontano a 406 i posti letto da riconvertire in terapia sub intensiva. Per la provincia di Salerno i posti letto di terapia intensiva aumentano di 62 unità. Nell’Asl Salerno saranno così distribuiti nei rispettivi ospedali: a Vallo da 8 passano a 10, a Eboli da 6 a 7, a Scafati da 4 ad 8, a Battipaglia da 6 ad 8 e ad Agropoli da 0 a 6, nel mentre quelli del Presidio di Nocera scendono da 16 a 14. Nell’Azienda ospedaliero universitaria di Salerno nello stabilimento Ruggi si avrà un incremento da 34 a 50 posti letto e al Da Procida, ove non ne erano previsti, passano da 0 ad 8 per un incremento di 24 che sommati a quelli di pertinenza dell’Asl danno un totale di 62 posti letto aggiuntivi rispetto alla precedente programmazione. Invece i posti letto che dovranno essere riconvertiti in terapie sub intensive saranno nel totale complessivo di 62 ripartiti tra Asl e Azienda rispettivamente: Vallo 8, Eboli 4, Sarno 2, Scafati 4, Oliveto 2, Battipaglia 2, Polla 4, Agropoli 4, Sapri 2 (34), Stabilimento Ruggi 22 e Da Procida 6 (28).

“La programmazione proposta dalla quale sembra evincersi un incremento dei posti letto di terapia intensiva – dichiara Pietro Antonacchio, segretario della Cisl-Fp di Salerno – non tiene conto di un dato di evidenza pubblica, molto importante al fine della rideterminazione delle dotazioni organiche.

L’incremento previsto di 213 posti non tiene conto che relativamente al numero dei 621, previsti dalla precedente programmazione, ne erano attivati solo 333, per un disavanzo di 298 posti in meno che ne rappresenta circa la metà, per cui se si sommano quelli da attivare si arriva ad un totale di 511 posti letto. Infatti se si compara il dato presunto dei posti di terapia intensiva per l’Azienda ospedaliera derivanti dal Dca 113 del 2018, per un totale di 42 posti previsti di Rianimazione ne sono attivi solo 4 a Cava, 4 a Mercato San Severino e 10-12 allo stabilimento Ruggi per un totale di 18-20, quindi dovrebbero esserne attivati altri 46-48 complessivamente. Alla Asl Salerno la situazione si presenta con le analoghe difficoltà, anche se con numeri molto ridotti. Infatti i posti non ancora attivati sono solo 10. Rispetto alla previsione del Dca mancano nel dettaglio 6 posti da attivare per il Presidio ospedaliero di Nocera, 2 per quello di Pagani e 2 per quello di Polla per un totale di 10 posti letto. Nel totale complessivo mancano pertanto 47 posti da attivare. Per farlo mancano i professionisti, ma bisogna prendere atto che i manager Iervolino e D’Amato hanno avviato una campagna di reclutamenti senza eguali e per tutte le professioni mediche e sanitarie ma anche del comparto tecnico ed amministrativo. A tale necessario processo di riqualificazione deve accompagnarsi anche quello della valorizzazione del personale interno attraverso la conclusione dei processi di verticalizzazione avviati e di stabilizzazione in corso.

Su tali aspetti continueremo a vigilare anche per dare il nostro contributo determinante alla razionalizzazione e al miglioramento di tutta la filiera dei servizi. È inutile dire che senza una programmazione della rete territoriale, tutto il processo messo in campo sarà inutile, dispendioso e non garantirà i livelli essenziali di assistenza”, conclude Antonacchio.