Riaprire tutto per vincere il Covid?

Riaprire tutto per vincere il Covid?

14 Marzo 2021 0 Di Miriam Perfetto

Science magazine, “Non usciremo mai dal Covid se non riapriamo.” Ne sono convinti alcuni ricercatori statunitensi.

 

Science magazine è una prestigiosa rivista scientifica statunitense, secondo alcuni ricercatori americani non sarà possibile uscire da questa terribile pandemia se non si riaprirà tutto velocemente. Per fare chiarezza chiediamo delucidazioni al dottore Carlo Alfaro, sempre disponibile a rilasciare il suo contributo ai microfoni o ai taccuini di Tutto Sanità.

Ma è vero che non usciremo mai dal Covid se non riapriamo, come emerso da un articolo su Science magazine?

Secondo questo articolo di ricercatori statunitensi, allentare le misure e favorire una immunità nelle giovani generazioni, dove il Covid-19 decorre in maniera quasi asintomatica, potrebbe aiutare a ottenere prima l’immunità di gregge, dato che il virus non è eliminabile. Questo però significherebbe consentire la selezione naturale a carico delle persone più vulnerabili, come accaduto in India, dove c’è stata una strage. Meglio puntare secondo me su protezione delle fasce deboli, vaccinazioni, controllo della diffusione dei contagi.

Qual è il modo migliore per fare diagnosi?

Per la diagnosi, lo standard è il tampone naso-faringeo “molecolare”, che si basa sull’individuazione delle sequenze virali specifiche del virus attraverso l’amplificazione dell’acido nucleico, utilizzando il sistema detto real-time RT-PCR. Ci sono anche i test rapidi basati sul rilevamento, sul tampone naso-faringeo, delle proteine virali (antigeni). Con una recente circolare, il Ministero della Salute ha autorizzato l’utilizzo per la diagnosi anche dei test antigenici, grazie all’elevata affidabilità raggiunta, sostanzialmente sovrapponibile a quello dei test molecolari. Una ulteriore semplificazione dell’esecuzione dei test e riduzione nei tempi di risposta potrebbe venire dai test rapidi salivari, già autorizzati in emergenza dalla FDA statunitense. I test sierologici misurano invece la presenza degli anticorpi, dunque non ci informano se il paziente ha una infezione in atto. Questi test sono importanti solo per gli studi di siero-prevalenza, ovvero per capire lo stato di diffusione del virus nella popolazione.

So di molte persone che continuano ad avere il tampone positivo per settimane o mesi, cosa significa e come ci si comporta?

Può dipendere molto probabilmente, se non ci sono sintomi, dalla persistenza nelle mucose di particelle di acido nucleico virale, che viene segnalato dal tampone, ma non comporta alcuna infettività. In tal caso, superati i 21 giorni di isolamento dal primo tampone positivo e se asintomatico da 7 giorni, il paziente pur non negativizzato può tornare “libero”, se il medico di famiglia invia una comunicazione al servizio di igiene dell’Asl di avvenuta guarigione e il servizio certifica la chiusura del periodo di isolamento consentendo la ripresa del lavoro.