Nursing Up: Arcuri dia spiegazioni sul piano vaccini

Nursing Up: Arcuri dia spiegazioni sul piano vaccini

3 Gennaio 2021 0 Di La Redazione

De Palma: “Occorre chiarezza sui tempi, sulle modalità e sulle figure che dovranno portare a termine l’ultima grande battaglia per vincere questa guerra”.

 

“Il Commissario Straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, non può più esitare e adesso deve portare a conoscenza degli infermieri e di tutti i cittadini italiani i nomi delle agenzie esterne che si sono aggiudicate il bando per quei famosi contratti di 9 mesi da stipulare con i professionisti della sanità, a patto che ci siano realmente le richieste in tal senso, rispetto al numero di operatori (medici e infermieri stessi) che è stato previsto per gestire la massiva campagna di vaccinazione che di fatto non è ancora partita. E a patto, anche, vi spieghiamo il perché, si arrivi ad avere il numero di agenzie esterne previste rispetto alle offerte. Non possiamo aspettare, vogliamo comprendere quali aziende sono state scelte e in base a quale criterio. Ci viene detto che la Commissione di Invitalia sta valutando le proposte e che tra qualche giorno conosceremo la verità. Così Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, esprime ancora una volta le sue forti perplessità su un bando, quello delle vaccinazioni, e su tutto il suo contorno, in merito al quale il sindacato non ha mai nascosto un giudizio estremamente negativo.

“Di abbagli il Commissario Arcuri fin ora, a nostro avviso, ne ha presi davvero tanti. I tempi di inizio della presentazione delle candidature per la ricerca dei cosiddetti vaccinatori sono sicuramente non in linea con l’urgenza che i nostri cittadini hanno di uscire da questo incubo, prima che una eventuale terza ondata metta definitivamente al tappeto le residue forze degli infermieri che continuano a infettarsi negli ospedali italiani. Insomma, qui non si parla di bruscolini, abbiamo realizzato una proiezione di dettaglio prendendo come base di calcolo i 25 milioni di euro messi a disposizione per le agenzie. Ebbene, se invece di pagare le agenzie avessero utilizzato questi soldi per pagare i vaccinatori, avremmo avuto ben 71000 ore di prestazioni infermieristiche in più per le Asl italiane, pagate 40 euro all’ora, a disposizione, mese per mese, per nove mesi, per vaccinare più gente possibile. Lo abbiamo ribadito più volte: ci sono 30mila infermieri ambulatoriali e che si occupano di cure primarie, che hanno l’esperienza per gestire questo mandato, e che non avrebbero tolto forza lavoro alle aree covid. Certo bisogna pagarli, ma vuoi mettere?

Occorre chiarezza sui tempi, sulle modalità e sulle figure che dovranno portare a termine l’ultima grande battaglia per vincere questa guerra. In queste ultime ore, peraltro, dalla stampa economica specializzata, che giustamente ragiona conti alla mano, ci vengono offerte riflessioni di non poco conto. Ovvero viene posta una domanda inquietante: ma queste famose cinque agenzie alla fine ci saranno davvero? Quante saranno? Si arriverà al numero stabilito per coprire le 12mila assunzioni? Secondo tali inchieste, infatti, di cui tenere conto, per le aziende esterne delle quali parliamo si tratterebbe tutto sommato di una sorta di trappola. Il loro guadagno è 5%, ma poi sulla cifra bisogna pagare l’Iva al 22% e quindi si riduce al 3,9%. Considerando che la gara si basa sulla migliore offerta, le agenzie interessate – per vincere – dovrebbero aver proposto, parliamo al passato perché le offerte si sono concluse lo scorso 28 dicembre, un margine di guadagno più basso di quel 3,9 %. Senza dimenticare che soprattutto si dovranno formare i vaccinatori: sul sito dell’Istituto superiore di sanità è stato partorito il corso Fad (formazione a distanza), realizzato per gli operatori impegnati nella campagna vaccinale.

Ma di quale campagna parliamo? Prima, infatti, è necessario trovare medici e infermieri. Poi aggiornarli su metodi e procedure che richiede un prodotto vaccinale innovativo. Poi stipulare i contratti finali con le agenzie, che però non ancora sappiamo quali sono e quante sono, e che dovranno cercare infermieri e medici senza avere bisogno di farlo davvero, perché tali operatori, nel frattempo, si sono già candidati da soli”.