Matteo Rocco Capuano, ringrazio il Calcio per la maturità che mi ha dato

Matteo Rocco Capuano, ringrazio il Calcio per la maturità che mi ha dato

21 Agosto 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Per i bambini lo Sport è un gioco a tutti gli effetti, che insegna loro ad ascoltare, osservare le regole, rispettare i compagni e socializzare; in adolescenza, l’attenzione si sposta sul fisico, la muscolatura, il peso e gli obiettivi da raggiungere.

Vera e propria agenzia educativa, lo sport è dunque sinonimo di impegno e di costanza, che mette alla prova ognuno di noi, aiutandoci a superare limiti e a realizzare sogni.

Oggi sono molti i giovani che vivono una crisi d’identità capace di innescare sentimenti di insicurezza, vulnerabilità e fragilità. Ed è proprio in un contesto simile che lo sport, come veicolo educativo, ha un ruolo centrale, poiché forma le persone in quanto tali, ancor prima degli atleti.

Ma se si parla di educazione in riferimento allo sport, non dobbiamo dimenticarci di chi ha in carico la responsabilità di portare avanti con successo una tale mission.

Ecco come la figura dell’allenatore diventa, quindi, centrale nella vita dei più giovani: ciò che un buon educatore sportivo è chiamato a fare, al fine di svolgere al meglio il suo ruolo, è di svincolare l’autostima dei ragazzi dal risultato, di stimolare l’assunzione di responsabilità e l’autonomia, di salvaguardare il diritto di sbagliare per poi ricominciare. L’allenatore, infatti, diventa la terza figura fondamentale per la crescita del bambino, dopo i genitori e la scuola, assolvendo allo stesso tempo al compito di insegnante, modello, istruttore e animatore.

Oggi parliamo di Sport, Salute e Covid con un calciatore di lungo corso che, nelle sue risposte, sottolinea l’alto valore pedagogico dello Sport: Matteo Rocco Capuano. Ha fatto le giovanili nella squadra locale di Roccasecca per poi esordire in prima squadra in Promozione a 16 anni. Con la rappresentativa regionale del Lazio a 17 anni ha partecipato al torneo internazionale di Salonicco in Grecia. Fino al 2007 ha giocato nel Roccasecca per poi trasferirsi ad Anitrella sempre in Promozione. 2008\2009 ha giocato ad Arce vincendo il campionato di Prima categoria. Dal 2009 al 2014 ha militato nella squadra del suo paese Santopadre salendo conquistando la Promozione; 2014/2015 in forza all’ Arpino in I categoria conquistando la Promozione; 2015/2016 ha giocato nel Sora in I categoria; dal 2017 ha giocato metà anno a San Giovanni Incarico in I categoria e metà anno a Colli in II vincendo il campionato; nel 2019 è tornato ad Arpino in I categoria fino al primo lockdown; dal 2020 è in forza al Ceprano squadra nella quale milita.

Come ha vissuto e vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

Da papà, da uomo e da sportivo ho vissuto e vivo ancora oggi la pandemia con preoccupazione, abitando in un piccolo paesino all’inizio non abbiamo molto risentito del lockdown, sembrava una cosa “lontana”, però, poi anche noi abbiamo avuto a che fare con questa brutta guerra con contagi e purtroppo anche con morti.

Ho vissuto anche in prima persona il Covid avendo avuto mio padre positivo e ho vissuto la quarantena ed è stata durissima da affrontare soprattutto con un bimbo piccolo a cui ho dovuto spiegare e cercare di “alleggerire” il più possibile il fatto di rimanere chiusi dentro casa per tutto il giorno, però abbiamo superato anche questo e come avviene nelle cose della vita, quando superi una brutta situazione ne esci sempre più forte.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Calcio in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

Purtroppo la pandemia ha causato tantissimi danni a tutto lo sport e a tutti i livelli; moltissime società di tutti gli sport sono fallite, molti atleti hanno smesso, molte persone che investivano passione e soldi purtroppo hanno fatto un triste passo indietro.

A livello sociale c’è stato il disagio più grande in quanto si sono persi i rapporti umani, lo Sport prima di essere competizione è unione, è gruppo è socializzare e crescere ad ogni età e in ogni modo e questo è il danno più grande che questa pandemia ha portato.

Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute?

Lo sport secondo me è vita, è un modo per staccare da tutto, è un modo per crescere per diventare maturo. Pratico sport da quando avevo 4 anni e se sono la persona che sono e se affronto le difficoltà di tutti i giorni come le affronto lo devo alla formazione sportiva. Lo sport è vita, è salute quindi penso non possa esistere binomio più azzeccato. A mio figlio non suggerirò mai di praticare uno sport piuttosto che un altro ma dirò di fare sport perché lo sport è scuola di vita, perché lo sport è vita.

Cosa le hanno dato in termini di crescita personale, sociale e professionale lo Sport in generale ed il Calcio in particolare?

Questa mi lega alla risposta precedente, praticando calcio da quando avevo 4 anni posso dire che il Calcio mi ha accompagnato nel percorso della mia vita e mi accompagna ancora ogni giorno.

Le cose che mi ha insegnato questo sport sia a livello professionale sia a livello umano hanno formato la persona che sono. Le emozioni che ti dà questo sport sono indescrivibili e ogni volta che vedo un pallone rotolare è come se lo vedessi per la prima volta, come se avessi ancora 4 anni.