Matteo Ciommi: “Ponetevi degli obbiettivi, non solo nello sport ma nella vita”

Matteo Ciommi: “Ponetevi degli obbiettivi, non solo nello sport ma nella vita”

20 Giugno 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un professionista del calcio a 5: Matteo Ciommi.

Cus Chieti (serie A2); Devils Chieti (serie C1) vincitrice campionato e coppa italia; Magnificat (serie C1) vincitrice campionato; Real Guardiagrele (serie C2 e serie C1) promozione e finalista di coppa Italia; Celtic Chieti (serie C1) finalista di coppa Italia; Città di Chieti (serie B).

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Speriamo sia realmente passato il periodo acuto della pandemia, io personalmente ho accusato molto lo stare a casa, le restrizioni, e il non poter giocare con la mia squadra. Ho cercato comunque di allenarmi da solo per mantenere la forma e non lasciarmi andare psicologicamente, cercare di fare di necessità virtù, in vista della ripresa del campionato. Sicuramente come tutti ho vissuto inizialmente momenti di paura e incertezza, poi pian piano mi sono abituato alla situazione.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Io come sai gioco a calcio 5, quindi il campionato è stato fermato, più che allenarmi da solo e sentire i miei compagni telefonicamente non ho potuto fare. C’era tanta voglia di ricominciare, quel periodo è stato davvero brutto.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Sin da bambino sono stato innamorato del pallone, ho sempre giocato con mio padre e i miei cognati, poi per strada con gli amici, fino ad iniziare la scuola calcio del River 65 storica squadra di Chieti che ha sempre avuto un bel settore giovanile, e da lì ho fatto tutta la trafila della scuola  calcio fino ad arrivare agli esordienti dove ho giocato poi nell’ Arabona (squadra nativa di Marco Verrati).

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Penso che la forza di volontà faccia tanto, il lavoro, la dedizione, l’ allenamento, la serietà, sono tutte qualità che devono necessariamente essere abbinate alle doti tecniche. Ci sono tanti calciatori che sono arrivati ai massimi livelli proprio per queste doti, anche non avendo una tecnica sopraffina, quindi conta assolutamente tanto.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Quest’ anno ho sposato un progetto giovani nella mia società, ho giocato con tanti ragazzi giovani, e ho vissuto in prima persona quelle che sono le dinamiche dei ragazzi di oggi. Il consiglio che mi sento di dare è quello di porsi obiettivi, ma non solo nello sport anche nella vita, penso che senza sapere dove si vuole arrivare e cosa si vuole fare si perde tempo. E quando ci si pone un obiettivo cercare di fare il massimo per raggiungerlo, con sacrifici, con passione, e divertendosi, mai smettere di sognare, dedicare tempo e voglia per raggiungerlo.