Luca Ilmi: “Il futsal mi ha aiutato ad integrarmi e a sentirmi meno solo”

Luca Ilmi: “Il futsal mi ha aiutato ad integrarmi e a sentirmi meno solo”

29 Marzo 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto”. (Vujadin Boškov)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un veterano del calcio a 5 prima come giocatore e poi come coach: Luca Ilmi.

Da calcettista praticante:

  • (Stagioni sportive 2000-2001 e 2001-2002) Presenze nei campionati regionali FIGC Under 21 con la società Real Scafati calcio a 5 in Campania.
  • (Stagioni sportive 2006-2007 e 2007-2008) Presenze nei campionati regionali FIGC serie C2 con la società Futsal Scafati in Campania.
  • (Stagioni sportive 2016-2017 ) Presenze nei campionati regionali FIGC serie D con la società A.S.D. Arcade Calcio a 5 in Veneto
  • (Stagione sportive 2017-2018 fino al 14/12/2017 ) Presenze nei campionati regionali FIGC serie D con la società A.S.D. Arcade Calcio a 5 in Veneto
  • (Stagione sportiva 2017-2018 ) Presenze nei campionati regionali FIGC serie D con la società SSDRL Real Biancoceleste C5 in Veneto
  • (Stagione sportiva 2018-2019 ) Presenze nei campionati regionali FIGC serie D con la società SSDARL Real Biancoceleste C5 in Veneto

 Da Allenatore/ Vice Allenatore :

(Stagione sportiva 2020-2021) Campionato regionale FIGC serie D Allenatore con la società Asd Futsal Jesolo C5 in Veneto

  • (Stagione sportiva 2021-2022) Campionato Nazionale Under 19 Vice Allenatore con la società SSDARL Came Dosson C5 in Veneto

Come ha vissuto e come vive, come ha affrontato e come affronta la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili e severe misure restrittive?

Trovarsi a fronteggiare un nemico invisibile di cui non si conosce nulla, se non che sia estremamente aggressivo e insidioso nel contagio, ha fatto vivere con apprensione, a tutti noi, gli ultimi due anni. L’unica cosa certa che sapevamo su questo virus, almeno nella prima fase, era che stava facendo vittime in ogni parte del mondo. Specialmente il primo periodo è stato molto particolare: ricordo che restavamo incollati alle televisioni per seguire i telegiornali, per capire come proteggerci e fronteggiare la pandemia in modo subitaneo ed efficace.

Di sicuro, specialmente all’inizio, mi sono fatto guidare dalle disposizioni del Ministero della Salute, adottando tutte le norme per il distanziamento sociale, la sanificazione dei locali che frequentavo, il continuo disinfettarsi le mani, e ovviamente indossare la mascherina.

Personalmente, una volta fatte mie le regole base, non ho provato grande disagio ad adottare tutte le contromisure necessarie, perché le ho considerate come uno statuto da rispettare a prescindere, pur riflettendoci ma senza mettere mai in dubbio la loro validità e necessità, visto che ho a cuore la mia salute e quella di tutte le persone che mi trovavo a frequentare, sia a casa che a lavoro.

Quanti danni hanno causato allo sport le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa e cattiva gestione politica?

Da tesserato dipendente, quindi non proprietario o presidente di una società, posso solo immaginare le considerevoli perdite economiche e non solo, sia nel pieno dell’emergenza con l’immediata chiusura delle strutture, sia dopo quando, nonostante i momentanei cali di contagi e l’aumentare dei vaccini, sembrava che le persone si fossero disabituate a praticare sport e avessero perso lo stimolo e la voglia di ricominciare. Questo, credo, più per preoccupazione e paura del virus sempre in agguato, come è ancora oggi, soprattutto per tutti gli sportivi abituati a svolgere la loro attività al chiuso in palazzetti e palestre.

Come è ovvio, al cambiamento di marcia del virus cambiavano le disposizioni del governo nel tentativo di tenere il passo con l’evolversi della pandemia, e i titolari delle associazioni e delle società sportive non facevano in tempo ad adeguarsi che dopo pochi giorni si verificavano cambiamenti. Questo ha generato sicuramente confusione, ma d’altra parte credo sia comprensibile. Credo che più che di cattiva gestione politica, si debba parlare della fisiologica e normale impreparazione a fronteggiare una situazione inaspettata e in continuo cambiamento, la difficoltà nel delineare in maniera chiara le linee guida per la lotta ai contagi e soprattutto nel definire il nuovo modo di convivere con il virus: tornare a fare ciò che facevamo come prima, anche se “come prima” non è possibile, almeno per ora. Non poter fare le cose “come prima” è un’opzione a cui nessuno era preparato.

Quanto valore attribuisce al binomio sport/salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento e il mantenimento del benessere psicofisico?

Di sicuro attribuisco il valore massimo: sport e salute camminano a braccetto. Parlando di me, ad esempio, quando per motivi vari, come infortuni, sono costretto a lunghi periodi di astinenza da sport, divento nervoso, inquieto e demoralizzato. Noto queste stesse reazioni nella maggior parte dei ragazzi che alleno, come prima da giocatore le notavo nei miei compagni di squadra. Sono un fortissimo sostenitore dello slogan “sport è vita”, e sono convinto che lo sport tiri fuori il meglio da ognuno, facendo emergere la nostra capacità di perseguire e raggiungere obiettivi, di finalizzare i nostri sforzi, di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Questo approccio mentale funziona nello sport come, d’altra parte, funziona in ogni aspetto della vita.

Cosa le ha dato in termini di crescita personale, sociale e professionale la pratica dello sport?

Lo sport, ma in modo particolare il Futsal o, come è conosciuto in Italia, il Calcio a 5, mi ha permesso di stringere rapporti umani e sociali in tutte le città dove ho vissuto da quando lasciai la mia terra di origine, la Campania, circa 20 anni fa. Devo tanto a questa disciplina, perché mi ha dato modo di integrarmi, di sentirmi apprezzato e meno solo anche quando mi trovavo solo davvero, in posti sempre nuovi. Lo sport in genere, ma in particolare quello di squadra dove emozioni positive e negative sono condivise, aiuta a creare una rete di conoscenze, e a volte di amicizie, sincere e solide che in un modo o nell’altro fanno parte del bagaglio di esperienze e ricordi che ci portiamo dentro.

Dopo aver iniziato la mia carriera come giocatore nella squadra giovanile dell’ Under 21 nazionale della società del Real Scafati C5 in provincia di Salerno e poi militando nelle prime categorie dilettantistiche regionali della Figc in serie D e C2 tra Campania e Veneto, anche l’approccio professionale a questo sport ha subito per me un cambiamento di rotta, senza perdere la passione di sempre. Da atleta giocatore, sono passato ad occuparmi dell’aspetto formativo, e quindi ad insegnare questa disciplina cercando di diventare un punto di riferimento per molti giovani. Attualmente, sono alla mia seconda esperienza da Mister di una squadra di futsal e devo dire che le emozioni fino ad ora raccolte sono tante e entusiasmanti, e in tutta onestà non credevo che mi sarei trovato a vivere un’ esperienza emotiva così ricca. Riuscire a  trarre il meglio da questi ragazzi in termini di motivazione per il raggiungimento dei loro scopi sportivi, è l’aspetto che più mi affascina. Se coltivata e giustamente indirizzata, la motivazione  fortifica e aumenta anche le qualità tecniche e tattiche, ed è soprattutto questo che un mister mira a sviluppare nei suoi atleti: saperli coordinare in allenamento e in partita entrando nelle loro menti, affinché diano del loro meglio in termini prestazionali. Capire il modo di pensare di ognuno di loro significa tenere a cuore anzitutto l’uomo, prima dell’atleta. Fatto questo, Il risultato sarà ottenere fiducia e stima, che è ciò che aiuta a superare gli ostacoli che durante un anno sportivo la squadra potrà fronteggiare. Sentire di avere la loro fiducia, essere considerato una guida è tra le cose più appaganti per un mister, e se il mister tiene a cuore l’obiettivo comune che tutto il gruppo si è prefissato a inizio stagione , farà qualsiasi cosa  per non perderle mai. Dallo sport ho ricevuto e ricevo ancora tanto e spero in tutta onestà di continuare ad arricchirmi di tutte queste emozioni che questo magnifico sport ha saputo e sa donarmi .