Lorenzo Pratelli: “Lo sport è il miglior strumento per permettere ai ragazzi di esprimersi”

Lorenzo Pratelli: “Lo sport è il miglior strumento per permettere ai ragazzi di esprimersi”

17 Luglio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“La pallavolo è unica perché è l’unico sport dove si passa la palla non per altruismo o per convenienza, non per alleggerirsene o liberarsene, ma per natura e regolamento, per strategia e tattica”. (Ivan Zaytsev)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro della pallavolo: Lorenzo Pratelli.

La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?

Lo sport, tra i tanti benefici che ci dà nella vita di tutti i giorni, ci aiuta a sviluppare fortemente la capacità di adattamento. Sin dai primi giorni di chiusura in casa per via della pandemia in atto, la prima reazione che ho avuto è stata quella di pensare a come sfruttare tutto il tempo che avevo a disposizione, cercando di focalizzarmi sulle opportunità che avevo e non su ciò che mancava in quel momento. Ed alla fine dei conti è stato molto soddisfacente vedere quante cose ero riuscito a fare nel lungo lasso di tempo che ha compreso i tre mesi di chiusura, la prima riapertura e il periodo della “zona rossa”, tra allenamenti inventati a distanza per le squadre che allenavo, allenamenti per me per prevenire i problemi legati alla sedentarietà, la preparazione al concorso docenti, una pubblicazione scientifica fatta insieme e grazie al Dottorando e amico Giulio Morelli e in tutto ciò anche spazio per hobby e amici. Per quel che riguarda il lavoro in quel periodo con la Polisportiva Roma 7 Volley siamo stati tra i primi in assoluto a realizzare allenamenti a distanza da casa con tutte le nostre squadre, divenuti tappa fissa settimanale per le nostre ragazze e ragazzi per svolgere vere e proprie sedute fisiche e tecniche, alternate a simpatiche serate a base di pizza e giochi di società “a distanza” in videochiamata, usando qualunque strumento a disposizione della nostra passione e fantasia, creando per loro e anche per noi momenti importantissimi di socializzazione, condivisione e di sfogo che ci hanno permesso di rivedere successivamente in palestra i nostri ragazzi motivatissimi, energici e addirittura migliorati tecnicamente!

Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua socialità?

La cosa che mi è dispiaciuta di più relativamente alle ricadute sociali che le regole e le restrizioni hanno portato allo sport di base è che non c’è stata assolutamente uguaglianza. La politica ha dato delle linee guida anche giuste e poi delegato alle Federazioni il compito di organizzarsi secondo le proprie volontà e possibilità, il che ha comportato che alcuni sport potessero essere praticati dai rispettivi tesserati mentre altri no, oppure ci sono state differenze anche in base all’età.

Noi del mondo della pallavolo possiamo ritenerci molto fortunati rispetto alla media perché la nostra Federazione (FIPAV), stilando un protocollo molto dettagliato e sempre in aggiornamento sullo svolgimento della pratica della pallavolo in palestra e compatibilmente con le misure restrittive del governo, ci ha messo nelle condizioni di poter allenare e ha cercato di far ripartire più campionati possibili, soprattutto quelli giovanili. Purtroppo non tutte le federazioni si sono mosse in questo senso e il mio pensiero è andato spesso verso tutti quei giovani che non hanno potuto per lungo tempo praticare tante altre discipline sportive. Se ci siamo riusciti noi della pallavolo a ripartire subito, con la giusta forza di volontà si poteva fare ugualmente per tutti.

Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

In famiglia vengo definito lo “sportivo di casa”, in quanto non ho ereditato da nessuno la pratica dello sport agonistico, per cui si tratta di una forte passione che è venuta fuori spontaneamente grazie alla quale mi sono incamminato autonomamente sulla strada dello sport, fino a quello professionistico. Quello che sicuramente devo alla mia famiglia sono la disciplina, l’educazione e in verità anche il fatto che mi ha permesso di entrare in contatto con lo sport agonistico attraverso i canali di comunicazione più comuni come la televisione e la radio, soprattutto insieme a mio padre e mio fratello, grazie ai quali ammiravo o immaginavo i grandi campioni giocare e compiere gesti tecnici che volevo poi ripetere. In seguito, l’esperienza da allenatore e insegnante mi ha dato la reale consapevolezza della potenza che la comunicazione visiva può esercitare sui giovani, accendendo un fuoco interiore che se alimentato bene non si spegne mai.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è una base imprescindibile in qualunque ambito della vita e per cui anche nello sport, in quanto il movimento è espressione della personalità e la sana pratica sportiva è sempre sostenuta da importanti valori umani. Le variabili grazie alle quali è possibile sviluppare la forza di volontà possono essere infinite, sicuramente la famiglia e chi insegna devono sia saper dare ai discenti disciplina, educazione e strumenti tecnici, ma al tempo stesso dobbiamo essere bravi a far mancare qualcosa ai ragazzi, perché è dalla mancanza che spesso la persona nutre quella fame agonistica che li spinge verso i propri obiettivi.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla specialità, cosa suggerirebbe?

Ai ragazzi che si avvicinano alla pallavolo prima ancora dei consigli darei subito un pallone per giocare, perché è il gioco il miglior strumento per permettere loro di esprimersi e per imparare tutto, dal rispetto delle regole del gioco a quelle di convivenza, dalla socializzazione alle tecniche specifiche, il tutto in un percorso sorprendentemente naturale, divertente e stimolante, molto più delle parole.