L’evoluzione digitale in sanità
12 Ottobre 2019Servono competenze per investire sulle tecnologie spiega Gianluca Polifrone nel libro “Sanità Digitale. Prospettive e criticità di una rivoluzione necessaria”.
L’innovazione digitale in ambito sanitario rappresenta uno strumento di efficienza di sistema e al contempo di risparmio delle risorse economiche impiegate. Il percorso per comprendere come tutti i paesi stiano evolvendo, mentre l’Italia si trova ancora tragicamente collocata nella retroguardia è guidato da Gianluca Polifrone nel volume “Sanità Digitale. Prospettive e criticità di una rivoluzione necessaria” (Edizioni Lswr), presentato ieri sera alla Camera dei Deputati.
La sanità digitale è vittima di un ritardo e di una mancata visione sistemica del settore, in cui non sono mai state identificate linee di indirizzo e di intervento chiare e attuabili nei contesti locali. Dare certezze su cosa e come fare semplificherebbe il processo di sviluppo e indirizzerebbe in modo efficace gli investimenti”. Ha esordito così l’autore che, all’interno del libro, ha voluto indagare sulle motivazioni che tengono il Paese ancorato a sistemi anacronistici, come l’approccio spesso conflittuale tra azione dello Stato Centrale e Regioni, così come anche l’incapacità di proporre unitarietà sulle informazioni del paziente, sfruttando sistemi tecnologici.
Le riflessioni di Polifrone e degli altri relatori, l’On. Nicola Stumpo, il Dott. Agostino Ragosa, il Dott. Raffaele Bifulco e il Dott. Enzo Chilelli sono state di taglio ampio e analitico: un’Italia più lungimirante e con l’obiettivo di garantire a pieno il diritto alla salute gestirebbe la sanità come un settore economico importante e cruciale da difendere per la propria economia. L’assenza di una regia univoca in grado di identificare le problematiche e di una leadership politica centrale competente è invece causa di frammentazione e spreco di pubblico denaro: le priorità d’intervento e i progetti avviati, dalla carta sanitaria al fascicolo sanitario elettronico, sono stati realizzati verticalmente e risentono di mancanza operativa, laddove l’attuazione di un piano di sanità digitale potrebbe rendere il SSN oltre che più sostenibile, anche accessibile a chiunque.
Gianluca Polifrone è un funzionario pubblico che ha lavorato sin dal 2011 sulle iniziative dell’Agenda Digitale di Poste Italiane prima e a seguire per Consip SpA dove ha rivolto la sua attenzione alla gestione e analisi della domanda formulata dalle pubbliche amministrazioni centrali con la responsabilità di individuare le corrette soluzioni in ambito di sanità digitale. Ha seguito la nascita dell’Agenzia per l’Italia digitale (AGID) e ha partecipato alla realizzazione dei progetti nazionali quale il Sistema Pubblico di connettività, l’adozione dei servizi in materia cloud, la gestione documentale e dei procedimenti amministrativi. Per conto di AIFA siede alla Cabina di Regia del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), istituito con apposito decreto dal Ministero della Salute nel 2017.
All’interno del volume vengono messe fuoco a fuoco le principali criticità in materia: problemi dovuti alla mancanza di una visione strategica del Ssn; l’approccio conflittuale tra azione dello Stato Centrale e quella delle Regioni, i due attori ai quali compete la gestione della sanità pubblica nel paese; l’incapacità di proporre un sistema unitario delle informazioni relative il cittadino-paziente, ridisegnando, grazie all’uso delle tecnologie digitali, processi efficaci di gestione; lo sperpero di centinaia di milioni di euro nella replica di silos informatici.
“Mi piace pensare che, come negli anni ’60 l’Autostrada del Sole ha unito fisicamente l’Italia, allo stesso modo la sanità digitale possa contribuire a omogeneizzare la tutela della salute da nord a sud” ha voluto ribadire Polifrone con una metafora che lascia dubbi sull’approccio armonico che, a suo dire, dovrebbe essere attuato per garantire uguale diritto alla salute a tutti gli italiani.
Il volume, nato da una recente esperienza di studio dell’autore, vuole descrivere lo stato dell’arte in materia digitale per poi costruire un’analisi efficace e critica dei problemi e proporre delle soluzioni, come l’istituzione di un Ministero ad hoc che guidi la trasformazione digitale. La spesa sanitaria, in una prospettiva non solo italiana ma europea, deve poter essere considerata non più un costo, bensì un investimento per migliorare le condizioni di salute di tutti i cittadini.