Leo Ancinelli: “Credete sempre in voi stessi fino a diventare ciò che desiderate”

Leo Ancinelli: “Credete sempre in voi stessi fino a diventare ciò che desiderate”

11 Gennaio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. (Albert Camus)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Leo Ancinelli

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Ormai sono quasi 3 anni che ahimè conviviamo con la paura del virus, la stessa paura che limita i contatti fisici e anche dialogali con altre persone.. Perché oltre a chiuderci dentro casa questo covid ci ha chiuso molto mentalmente, lasciandoci come unico pensiero il bene proprio e niente più. Per noi sportivi, i primi tempi, non è stato facile perché ci è stato tolto tutto: dall’allenamento di squadra fino all’interruzione del campionato proprio nel momento piu importante e questo ha fatto sì che molte persone, soprattutto molti ragazzi hanno lasciato questo sport per cercarsi un qualcosa da fare per non essere “rinchiusi”. Vivendo lontano da casa questa situazione sono riuscito a gestirla in maniera più tranquilla, limitando qualsiasi contatto esterno che non sia di carattere sportivo. Dispiace solo che quando soltanto un anno fa i controlli erano sopra la rigidità ora sia tornato tutto come se quasi non fosse mai esistito.. Nel mio caso una volta a settimana eravamo costretti a sottoporci al tampone mentre ora non se ne parla proprio più.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Fortunatamente lo stato, dopo aver interrotto qualsiasi attività, si è ricordato di noi sportivi e chi vive di questo ed ha erogato degli aiuti per far fronte a tutto ciò, limitando pur di poco la crisi delle società sportive.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

A Supino, il luogo dove provengo, non c’è mai stato molto da fare essendo un piccolo paesino in provincia, perciò sin da piccolo passavo le giornate con mio fratello a giocare a calcio. Proprio grazie a lui, essendo più grande di 2 anni, ho coltivato questa passione seguendo ogni suo passo fino ad arrivare all’età di 14 anni dove ho ricevuto la chiamata dalla capitale e mi sono trasferito diventando a tutti gli effetti parte integrante di questo sport vivendolo a pieno dalla mattina alla sera.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Non basta il talento o la dote, nella maggior parte dei casi senza lavoro e senza sacrifici si resta sempre lì fermi e si finisce nell’essere superati da chi, pur avendo meno talento, ha sudato ogni giorno per migliorarsi sempre di più. Oltre a pensare al calcio bisogna viverlo facendo uno stile di vita adeguato e rinunciando a cose che soprattutto in età adolescenziale è difficile dire di no. Per questo parliamo di fede calcistica.. Perché solo credendo a pieno in ciò che si fa si ha la forza per continuare a farlo.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Credete sempre in voi stessi, sempre di più, fino a diventare ciò che desiderate. Non è la squadra o la categoria che definisce un giocatore ma la sua forza e il suo carisma. Negli anni verrete presi a calci nel sedere e derisi per quello che state facendo, sappiate solo guardare avanti e superare qualsiasi difficoltà, questa sarà la vostra unica forza: la voglia di dimostrare a tutti, in primis a chi non ci credeva, chi sei.. E quando cominciano ad arrivare le soddisfazioni, è lì che devi nutrirti di quelle sensazioni per provarne sempre di più belle perché non c’è cosa più appagante di questo sport.. ogni maledetta domenica lottare per diventare il migliore.