La neurochirurgia parla sannita

La neurochirurgia parla sannita

21 Ottobre 2020 0 Di Luigi De Rosa

Idrocefalo ostruttivo, nell’ ospedale San Pio di Benevento intervento all’avanguardia ricorrendo ad un moderno sondino endoscopico in 3D.

 

La notizia non è freschissima ma ci è parso giusto riproporla perché l’evento positivo, relativo alla bistrattata sanità campana, merita un “ritorno di fiamma”. Nell’Ospedale San Pio di Benevento, l’equipe di neurochirurgia è intervenuta su una grave patologia cerebrale, l’idrocefalo ostruttivo, con una tecnica unica in Campania e innovativa nel mondo ottenendo un eccellente risultato che farà scuola. Gli attori principali di questa impresa sono Matteo de Notaris , classe 1977, laurea e specializzazione alla Federico II (centro d’eccellenza per la chirurgia endoscopica), Francesco Corrivetti, classe 1987, laureato a Roma Tor Vergata, con un’esperienza lavorativa all’Hôpital Lariboisière di Parigi con il professor Sebastien Froelich, e l’ex primario dell’Unità di Neurochirurgia Giuseppe Catapano; questi medici straordinari hanno meritato un articolo a giugno sulla prestigiosa rivista americana World Neurosurgery.

L’idrocefalo ostruttivo è una patologia frequente nella popolazione pediatrica che colpisce però anche gli adulti, secondo le statistiche mediche uno su cinquemila. In sintesi si tratta di un accumulo di liquido nel cervello che aumenta la pressione nella scatola cranica e negli adulti provoca difficoltà a camminare, disturbi cognitivi e della memoria, e può portare fino alla demenza. L’endoscopio è, invece, una piccola telecamera con un’ottica di appena 4mm e una luce all’estremità che consente ai chirurghi di vedere su uno schermo l’interno del corpo del paziente. In generale non è una novità ma in neurochirurgia il suo uso risale ad appena vent’anni fa, durante i quali ha portato a una vera rivoluzione nel trattamento di alcune patologie complesse. Per molto tempo, però, questo strumento ha avuto il limite di “vedere” solo in 2D, ponendo un serio problema al chirurgo che non riusciva a percepire la profondità come accade, invece, con l’occhio umano. Finalmente i progressi verificatisi nello sviluppo di queste apparecchiature ha permesso di aggiungere in quei 4mm un secondo “occhio elettronico”, restituendo così all’operatore una visione tridimensionale quasi reale, a colori e in alta definizione. Ciononostante questo nuovo endoscopio 3D non era stato sfruttato subito secondo tutte le sue potenzialità per scetticismo e per mancanza di set chirurgici dedicati, il suo uso è rimasto inizialmente confinato alla sola chirurgia endonasale, senza estendersi a quella cerebrale intraventricolare. A cambiare questo stato di cose sono riusciti i chirurghi Matteo de Notaris, Francesco Corrivetti e Giuseppe Catapano del “San Pio” di Benevento, che in un particolare intervento di chirurgia cerebrale (terzo ventricolo-cisternostomia endoscopica) condotto con il nuovo endoscopio 3D hanno potuto verificare i sorprendenti vantaggi rispetto all’uso degli endoscopi tradizionali, in termini di percezione della profondità e riduzione dei tempi chirurgici di questo strumento. Una storia di ottima Sanità campana che merita di essere conosciuta e pubblicizzata, perché troppo spesso si critica la nostra e si esalta quella del Nord Italia, dimenticando che le cosiddette eccellenze le possiamo vantare anche noi.