La dieta per una vita longeva e in salute (VIII parte)

La dieta per una vita longeva e in salute (VIII parte)

31 Luglio 2020 0 Di Andrea Del Buono e Rocco Palmisano

2.3. UTILIZZARE SOLO OLI MEDITERRANEI RICCHI IN POLIFENOLI

2.3.1. Olio Extravergine di Oliva

La ricerca ha dimostrato che gli oli prodotti nel bacino mediterraneo (già Regno Borbonico) hanno un altissimo contenuto di polifenoli ed altri importanti principi attivi. L’olio Extravergine d’Oliva (il re millenario degli oli mediterranei) è ricco in Fitocomplessi di Aldeidi come “frazione saponifcabile”, “polifenoli da olivo”, causa del tipico “pizzicore” alla gola. L’idrossitirosolo è il composto chimico vegetale presente nell’olio sotto forma del suo estere con l’acido elenolico (oleuropeina) che insieme all’oleocantale dona il gusto leggermente amaro e piccante non da tutti apprezzato.

In particolare, l’idrossitirosolo e i polifenoli da olivo sarebbero in grado di contribuire alla protezione dei lipidi presenti nel sangue dagli effetti nocivi procurati dallo stress ossidativo. L’Efsa (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha approvato l’uso dell’idrossitirosolo e dei polifenoli da olivo come sostanze in grado di proteggere i lipidi presenti nel sangue (LDL Colesterolo) dagli effetti nocivi dello stress ossidativo. L’Efsa precisa, inoltre, che questa indicazione può essere autorizzata solo per gli oli di oliva che contengono almeno 5 mg di idrossitirosolo e suoi derivati (ad esempio oleuropeina e tirosolo) ogni 20 g di olio di oliva. L’Efsa sottolinea, ancora, che l’effetto benefico antiossidante si ottiene con l’assunzione giornaliera di 20 g di olio di oliva, (Gary Beauchamp e Paul Breslin, Nature 2016).

In tale ottica la Food and Drug Administration (FDA) americana ha autorizzato le campagne che indicano l’olio d’oliva capace di ridurre il rischio di disturbi alle coronarie; infine proprio questo componente (idrossitirosolo) specifico dell’olio d’oliva, aiuta a diminuire l’accumulo nel cervello di beta-amiloide (ritenuto responsabile della degenerazione nervosa nella malattia di Alzheimer) e blocca l’iperespressione del recettore HER2 della cellula neoplastica nel cancro della mammella.

Le varietà che contengono maggiori quantità di Polifenoli sono: la Pignarola, l’Olivastro, la Leccino e la Coratina. Le varietà con pochi Polifenoli come la Peranzana sono molto utilizzate per la loro delicatezza e vantano un’acidità molto bassa ed un gusto molto equilibrato; quindi, sono adatti per la cottura del pesce e per le cotture brevi.

2.3.2. Olio di Canapa

L’Olio di Canapa è un antico olio borbonico recentemente scoperto. È considerato un superfood ricchissimo di Omega 3.

L’olio di canapa si ricava dai semi dell’omonima pianta (Cannabis sativa) con una resa di circa il 30%. La Canapa Sativa è la specie botanica che non contiene cannabinoidi psicoattivi.

L’estrazione della componente grassa dai semi di canapa può presentare un colore variabile dal verde chiaro al verde intenso e un profumo che ricorda quello delle nocciole; per mantenerne le proprietà nutraceutiche (benefiche) il seme deve essere spremuto a freddo, e protetto dall’ossidazione causata dalla luce e dall’ossigeno atmosferico.

L’olio di canapa è un Nutraceutico in quanto integra Omega 3. L’Integrazione di Omega 3 è fortemente consigliata in tutte le malattie dismetaboliche, cardiovascolari, neurodegenerative, dermatologiche (diabete, eczema, psoriasi, parkinson).

Principali principi attivi contenuti in esso: L’olio di canapa è ottimo per il condimento dei cibi; se ne consiglia l’utilizzo da solo o miscelato al 50% con un Olio Extravergine d’Oliva. L’olio di canapa dev’essere consumato preferibilmente a crudo e, per il suo basso punto di fumo, non va impiegato nelle fritture.

In virtù delle sue caratteristiche organolettiche e gustative (gradevolezza e delicatezza), l’olio di canapa si presta a condire soprattutto gli ortaggi (ad esempio le insalate) e il pane (al posto dell’olio extravergine di oliva).

L’olio di canapa è una delle principali fonti alimentari di acido alfa linolenico (ALA – capostipite della famiglia Omega 3) che possiede un rapporto ottimale tra Omega 6 e Omega 3 di 3:1, contrariamente alla maggior parte degli altri oli consumati in Italia ove tale rapporto è invece nettamente spostato verso gli Omega 6. Di seguito un esempio dei rapporti tra Omega 6 e Omega 3 in alcuni oli di uso comune:

Olio di semi di lino 1:4

Olio di colza 2:1

Olio di soia 8:1

Olio di oliva 9:1

Olio di germe di grano 10:1

Olio di arachidi 62:1

Olio di girasole 71:1

Un eccesso di Omega 6, a fronte di una ridotta assunzione di Omega 3, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, dermatite, asma, artrite reumatoide.

Approssimativamente, un cucchiaio di olio di semi di canapa (circa 10 ml) contiene 1,7 grammi di Omega 3, arrivando a coprire l’intero fabbisogno giornaliero dell’adulto.

Si suggerisce per la sua conservazione l’utilizzo di bottiglie scure, ben chiuse, e conservate in frigorifero.