Dario Catullo: “Il mondo corre veloce, voi dovete essere sempre un passo avanti a lui”

Dario Catullo: “Il mondo corre veloce, voi dovete essere sempre un passo avanti a lui”

9 Gennaio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Dario Catullo.

Dal 2012 al 2017 il suo percorso di laurea in Scienze Motorie e Sportive con specializzazione. Progetto di ricerca sperimentale “soccer vision” con il Pescara Calcio nella stagione 2015/16.
Ne gli anni a seguire ha Conseguito 2 Master di Qualificazione. Specializzato nel settore Fitness e Sport Performance.
Da 2 anni gestisce una struttura sportiva che ha ospitato Nazionale Femminile e Under 21 di Calcio.
Preparatore atletico di pallavolisti, lottatori MMA, Tennisti. Sta seguendo un Maratoneta per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

La pandemia ha assestato un duro colpo per aziende e addetti del mondo Wellness. Credo che mai nessuno si aspettasse un periodo storico così buio per tutto il settore. Lo spauracchio di un nuovo black-out purtroppo è sempre dietro l’angolo. Ma come disse Albert Einstein: ” la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi”. Il coaching a distanza e l’allenamento on-line in un primo momento hanno permesso di sopperire alla vulnerabilità del nostro settore durante il periodo pandemico.  Successivamente si sono affermate come nuove originali modalità per il Training, riagganciandosi al contesto globalizzazione e social media.

Una nuova frontiera che, oltretutto, ha permesso di ottimizzare tempi e costi.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

In un effetto domino a cascata, tutte le piccole realtà e le attività sportive meno illuminate dai riflettori dei Mass Media e del pubblico hanno accusato il colpo maggiore.  Dopo il picco pandemico, da una parte la promozione per i luoghi preposti al benessere, dall’ altra la paura dell’utenza nei confronti di quei luoghi, che fino a quel momento erano stati messi a la gogna per la diffusione del virus. Il paradosso è stato evidente! Ma tutto ciò ha rafforzato l’attenzione per le condizioni igieniche, distanziamenti, sovraffollamento, da sempre nota dolente delle strutture fitness.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Fino a 20 anni fa la TV era l’unico ponte con il mondo che ci circondava. Prima dell’esplosione dei social network.  Le grandi manifestazioni quali mondiali o Olimpiadi permettevano finalmente di appagare il bisogno di vedere i propri campioni cimentarsi nelle più grandi sfide.

Il tessuto sociale e culturale faceva il resto e la strada metteva insieme tutto ciò che veniva praticato in allenamento, e lo riproponeva in maniera rude e senza regole.

Da lì il bisogno di intraprendere un percorso agonistico, pieno di sfide ed emozioni. Per poi trasmutare quella ricchezza nel mio amato lavoro.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Quello che la ricerca scientifica ci insegna di più oggi è che il corpo va considerato come un sistema integrato e non più come parti frammentarie che convergono insieme. La psiche ne fa da padrone, il centro di comando di tutto il sistema. 

Oggi la competizione si gioca sempre più su una condizione fisica impeccabile a 360 gradi o sul filo dei centesimi. Non viene trascurato più nulla per un adeguato condizionamento atletico. È l’atleta stesso che deve calarsi in questa nuova realtà. Raccogliere ogni briciola e ogni segnale utile per migliorare la propria performance.

Il motore interiore deve essere sempre al massimo dei giri.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

La nuova società ci consente di avere tutto a portata di mano. Allo stesso tempo i competitor sono diffusi in ogni settore. Ormai non basta più essere solo “competenti” nel proprio lavoro. Per fare la differenza, un vero professionista oggi deve essere multitasking e rispondere alle esigenze che possano essere anche differenti dalla propria preparazione. L ‘aggiornamento è una prerogativa imprescindibile. La Formazione deve andare di pari passo con l’evoluzione dell’essere umano e seguire le frenetiche richieste della società. Ad oggi ho la fortuna di seguire un atleta che punta alle olimpiadi Parigi 2024 di atletica leggera. Vi posso assicurare che nonostante un mio adeguato bagaglio di conoscenze, non è sempre facile rimettere insieme tutti i pezzi, cercando anche di gestire i feedback che l’atleta espressamente o tacitamente invia.

L’ innovazione deve partire da voi stessi, per poi trasformare le idee in progetti concreti e realizzabili. Il mondo corre veloce, voi dovete essere sempre un passo avanti a lui!