Danilo Cocozza, la Pallavolo il mio “porto sicuro”

Danilo Cocozza, la Pallavolo il mio “porto sicuro”

18 Novembre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

La Pallavolo nell’ambito della classificazione fisiologica delle attività sportive è definita quale attività ad impegno aerobico-anaerobico alternato con impiego di un’elevata percentuale delle masse muscolari corporee e richieste distrettuali di forza elevate.

Per ottenere risultati positivi nella pallavolo agonistica, è necessario sviluppare alcuni parametri fisici e fisiologici: la Forza, la Flessibilità, la Resistenza Specifica, l’Esplosività, la Coordinazione, senza dimenticare l’Agilità, l’Equilibrio e la Destrezza. La pallavolo è uno sport di potenza. A generare la potenza sono la forza e la velocità combinate. Queste 2 capacità condizionali vanno sviluppate assieme. Nella Pallavolo l’intervento metabolico ha spiccate caratteristiche anaerobiche, in particolare alattacide. Durante il match l’intervento del meccanismo aerobico rientra nella fase di recupero. I valori di acido lattico prodotto, infatti, non sono molto elevati. Un giocatore di pallavolo deve essere in grado di eseguire movimenti intensi ed esplosivi (salti con e senza rincorsa, spostamenti e traslazioni laterali, spostamenti in avanti e all’indietro, tuffi) per un periodo di tempo lungo (90-180 minuti).Nella Pallavolo l’allenamento della Potenza Aerobica deve essere complementare e di supporto. Il VO2 max in un pallavolista di livello varia da 46 a 60 millilitri/Chilogrammi/minuto. Nelle femmine il VO2 max, invece, la variazione è tra i 38 ei 52 ml/kg/min.

Parliamo oggi di Pallavolo, Covid e Salute con un Pallavolista di lungo corso: Danilo Cocozza che ha militato tra serie C e serie B in diverse squadre campane.

 

 

 

 

 

Come hai vissuto e come vivi la paura della pandemia, del contagio ed il disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

È stato un periodo non semplice durante la pandemia, io ho contratto il covid-19 all’inizio del 2021, ed ho vissuto un momento molto difficile soprattutto per le condizioni fisiche.
Penso che si debba seguire un unico credo, quello della Scienza, non andando in contro a ulteriori difficoltà che, ahimè, caratterizzano questi quasi due anni di pandemia.
Ognuno di noi si deve responsabilizzare, pensare a ciò che è giusto e non mettere a repentaglio le proprie organizzazioni e perché no, le proprie famiglie.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Volley in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

La pandemia ed i  contagi hanno creato fin troppi problemi all’attività sportiva, a partire dalla indisponibilità delle strutture, tra cui molte dipendenti dall’ente Comune da cui dipendono molte scuole. All’inizio dell’anno scorso sportivamente parlando, erano presenti molte difficoltà, dall’allenamento alla partita, tamponi, controlli e tutte le regole e presidi protettivi per poter disputare un campionato senza eventuali rischi.
Anche la mancanza del pubblico si è fatta sentire fortemente, personalmente il pubblico è parte integrante dell’agone sportivo, che sia dalla tua parte o contro di te, è sempre una fonte di carica in più per ogni atleta.

Quanto valore attribuisci al binomio Sport-salute?

Lo sport per me e penso per molti miei colleghi rappresenta anche un momento di sfogo, un momento quasi diverso dalla vita reale, però tutti vogliamo arrivare ad uno scopo, che è la vittoria, sempre nel rispetto di tutti.

Fisicamente è molto importante  mantenere un tenore di vita alto e l’obiettivo di quasi tutti gli atleti o almeno di chi vuole mantenere una certa forma fisica, è arrivare a dei risultati che soddisfino completamente e per questo occorrono sacrifici, si deve lavorare tanto, tra palestra e allenamenti tecnici.

Cosa ti  ha dato   il Volley in termini di crescita personale, sociale e professionale?

Il Volley  insegna a muoversi come squadra, isolarsi dal tuo singolo pensiero per poterlo condividere con i tuoi compagni.

Essere in un contesto squadra, talvolta sempre diverso negli anni, può aiutare nella conoscenza di nuove idee e di nuove persone, nuove correnti di pensiero, a 23 anni far parte di squadre importanti con elementi di spessore è fondamentale soprattutto per la mia crescita di uomo e di atleta.

Personalmente la Pallavolo mi ha portato in primis giovamento fisico, uno sport di movimento, dove si macinano km senza rendersene conto, in particolar modo nel mio ruolo, il palleggiatore, e poi mi ha aiutato sicuramente a non scegliere strade diverse, più tortuose e difficili.

È per me tutto oggi, un luogo fisico e mentale dove far passare in secondo piano qualunque problema o situazione che può infastidirmi, insomma: un porto sicuro.