Coronavirus, l’aiuto che potrebbe venire dal mare

Coronavirus, l’aiuto che potrebbe venire dal mare

29 Marzo 2020 0 Di Gaetano Milone

La domanda, direbbe qualcuno sorge spontanea: in termini di costi, è  più oneroso costruire strutture che poi dovranno essere abbattute o prendere a nolo una nave?

 

Mentre a Genova entra in funzione Nave ‘Splendid’, di Grandi navi veloci, trasformata in nave ospedale per ospitare i pazienti affetti da Coronavirus, guariti e dimessi dagli ospedali nella disponibilità della sanità di Regione Liguria, in Campania, terra d’origine dell’armatore Gianluigi Aponte, patron della Msc (è nato a Sant’Agnello e giovanissimo si è trasferito in Svizzera dove ha creato  una delle compagnie di Navigazione più grandi del mondo – prima per portacontainer) di creare una nave ospedale a Napoli, nemmeno a parlarne  (De Luca ha scelto altre e più difficili strade) seppure in estate per le Universiadi – come ci ricorda un nostro attento lettore  – le navi della Msc e della Costa crociera sono state utilizzate per ospitare gli atleti.

Intanto i sindaci della penisola sorrentina sono alle prese con la sistemazione dei circa cinquecento (per ora) marittimi sbarcati dalla stessa Msc, in gran parte, e da altre compagnie, in alberghi della zona ed in abitazioni messe a disposizione da privati, creando preoccupazione tra i residenti, dopo la risposta del President and Managing Director della Msc, Emilio La Scala, alle loro richieste di trovare una soluzione temporanea per il periodo di quarantena.

“ In relazione alla Vs. richiesta di predisporre una struttura ricettiva dove i marittimi rientranti possano trascorrere un periodo di quarantena, scrive La Scala –  va precisato che tale attività rimane prerogativa dei comuni richiedenti in quanti i suddetti marittimi al momento dello sbarco, saranno già stati tutti dichiarati abili al ritorno alle proprie dimore e non affetti da virus Covid19 in ottemperanza alle misure previste dal governo italiano ed alla normativa marittime nazionali ed internazionali”

Lo stesso dirigente dell’Msc –  assicurava poi che “ ad oggi (22 marzo),  non vi siano registrati casi attivi da Covid-19 a bordo delle navi della flotta”.

Le ultime notizie da parte del sindaco di Civitavecchia, sono invece preoccupanti e denunciano che Nave Grandiosa (Msc), ormeggiata nel porto della sua città, ha dodici casi positivi a bordo. Problemi sanitari quindi per i marittimi imbarcati su unità in rientro in Italia, che vanno ad aggiungersi alla mancata corresponsione dell’indennità di disoccupazioni, una volta sbarcati, battendo la maggior parte di queste compagnie bandiere estere per cui è prevista solamente un piccolo rimborso destinato ad emigranti di rientro).

A rendere ancora più critica la situazione dei rientri è l’ultima ordinanza firmata dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Che tra l’altro recita: “ Chiunque arriva nel territorio nazionale tramite trasporto di linea aereo, marittimo, ferroviario o terrestre,  “è tenuto a consegnare al vettore all’atto dell’imbarco una dichiarazione che, in modo chiaro e dettagliato, specifichi i motivi del viaggio, l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, il mezzo privato o proprio che verrà utilizzato per raggiungerla e un recapito telefonico anche mobile presso cui ricevere le comunicazioni durante l’intero periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario”. Le persone che fanno ingresso in Italia, anche se asintomatiche, “sono obbligate a comunicarlo immediatamente al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio e sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni presso l’abitazione o la dimora preventivamente indicata all’atto dell’imbarco. In caso di insorgenza di sintomi Covid-19, sono obbligate a segnalarlo con tempestività all’Autorità sanitaria

L’ordinanza, inoltre, dispone che il divieto di ingresso nei porti italiani alle società di gestione, agli armatori e ai comandanti delle navi passeggeri di bandiera estera “si applica, oltre che alle navi in servizio di crociera, anche per la sosta delle stesse navi con l’equipaggio senza passeggeri”.