Chiusura Punti nascita, in V Commissione fumata grigia

Chiusura Punti nascita, in V Commissione fumata grigia

28 Novembre 2018 0 Di Angela Freda

Tutto gira intorno all’acredine tra De Luca ed i 5 Stelle. “Tutto ciò non giova al territorio – commenta il sindaco di Polla Rocco Giuliani – e non servirà a sollevare le sorti della sanità”.

Rocco Giuliano – Sindaco di Polla

Antonio Gentile Sindaco di Sapri

Luigi Di Lorenzo Sindaco di Piedimonte

 

Si è tenuta ieri in quinta commissione sanità in Regione Campania, un’audizione alla quale hanno preso parte, tra gli altri, i sindaci dei comuni interessati dal decreto di chiusura dei punti nascita, ovvero Sapri, Polla e Piedimonte Matese. Presenti anche le sigle sindacali, altri sindaci del Golfo di Policastro unitamente ai consiglieri regionali. Ciò che è stato immediatamente sottolineato è stata la mancanza di dialogo tra i territori e la Regione.Gli stessi consiglieri Cammarano e Ciarambino hanno parlato di mancanza di confronto e di un vero e proprio scollamento verificatosi in questi 3 anni di governo De Luca, accusato di aver adottato delle decisioni senza mai confrontarsi prima con i territori ed i loro rappresentanti istituzionali e politici.

I 3 sindaci hanno dunque chiesto una nuova deroga e, spiega il sindaco di Polla Rocco Giuliano, “nel caso tale richiesta venga accolta, alla deroga deve seguire un immediato potenziamento dei reparti in vista di una rimodulazione generale della sanità territoriale”.

Il primo cittadino pollese ha inoltre parlato di quanto sia stato snervante assistere anche intorno al tavolo della quinta commissione, al ballo delle responsabilità tra i consiglieri del Movimento 5 Stelle e quelli della maggioranza deluchiana: “Tutto ciò non giova al territorio, ha commentato Giuliano, e di certo non servirà a sollevare le sorti della sanità campana”. E che lo scontro sia sempre più forte, viene sottolineato dagli stessi consiglieri pentastellati che, a margine dell’incontro, parlano di un vero e proprio “show per la maggioranza di fronte agli occhi allibiti di sindaci, medici e rappresentanti sindacali che, come noi, avevano come unico obiettivo l’interesse dei cittadini.

Di fronte alle proposte e alle soluzioni rappresentate da amministratori e addetti ai lavori, scrivono in una nota congiunta la Ciarambino e Cammarano, abbiamo ascoltato citazioni di Gattuso e gratuiti attacchi al nostro Governo tesi a mascherare l’unica verità possibile.

Ovvero, che se ci troviamo a dover fare miracoli per salvare i tre punti nascita è solo per effetto di una programmazione totalmente inesistente in tre anni e mezzo di governo regionale. In una Regione nella quale su 56 punti nascita appena sei rispondono agli standard di legge e dove non si è fatto nulla per implementare la rete dell’emergenza materno-infantile, presidente e maggioranza si mettono a fare il gioco delle tre carte.

Scaricando responsabilità sul Governo, laddove la valutazione spetta invece a un organismo tecnico che si limita a verificare la coerenza della richiesta rispetto agli standard di legge. Così come ci siamo attivati per la permanenza del pronto soccorso di Sant’Agata – proseguono Ciarambino e Cammarano – costringendo De Luca a fare marcia indietro, lo stesso abbiamo fatto con i tre punti nascita, chiedendo conto al ministero e apprendendo che la richiesta partita dalla Regione non rispettava i requisiti e gli standard per poter consentire una diversa valutazione.

Noi continueremo a seguire la vicenda col massimo interesse e a fare tutta la nostra parte, avendo ricevuto dal Ministero la garanzia che se la nuova richiesta dovesse essere conforme ai requisiti previsti dalla legge, non ci sarà alcuna preclusione a poterla accogliere.

Se De Luca ha davvero a cuore la permanenza dei punti nascita, auspichiamo a questo punto che faccia una programmazione che contenga requisiti organizzativi, strumentali e di garanzia per la sicurezza di donne e dei bambini, mettendo il ministero nelle condizioni di poterla approvare. In caso contrario, non solo la responsabilità sarà soltanto sua, ma darà credito ai sospetti che dietro la volontà di presentare una richiesta farlocca, ci sia una precisa strategia tesa a chiudere i tre punti nascita magari per favorire le cliniche private”.