Antonio Cardinale, effetti del Covid sul circuito del basket

Antonio Cardinale, effetti del Covid sul circuito del basket

23 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Basket e Covid-19. Il nuovo DPCM che avrà validità dal 16 gennaio fino al 5 marzo non modificherà alcuna delle attuali disposizioni vigenti sull’attività degli sport di contatto. Consentiti solo gli allenamenti a porte chiuse e le partite dei campionati di interesse nazionale secondo quanto indicato dalle varie federazioni sportive al CONI: nulla di nuovo rispetto a quanto disposto dal 3 novembre, con l’attività agonistica riservata soltanto a serie A, A2 e B maschile e A1 e A2 femminile.

Oggi come oggi allenarsi senza l’iscrizione ad un vero e proprio campionato, almeno per la forma giuridica dei decreti in atto, è severamente vietato: il combinato disposto tra DPCM e indicazioni del CONI prevede il via libera solo se si tratta di attività di interesse nazionale (parte governativa) e in presenza di un calendario ufficiale (parte sportiva).

Ma per quanto riguarda la questione legislativa, l’inserimento tra i campionati di interesse nazionale dei campionati senior di C Gold, C Silver e B femminile e di tutti i campionati giovanili che prevedono finali nazionali (considerando l’opzione 3 contro 3 sarebbero tutti quelli previsi dall’ordinamento FIP, dall’annata 2001-2002 con l’Under 20 all’annata 2008 coinvolta della categoria Under 14 dello “Street Basket”) permetterebbe eventualmente ai tesserati per queste categorie di rientrare nella casistica prevista dal DPCM per poter svolgere attività sportiva di contatto.

Ed anche il Minibasket, per il quale è allo studio un’ipotesi che prevedrebbe una competizione sullo stile Jamborèe a livello nazionale, potrebbe rientrare nell’ambito della richiesta formulata dalla FIP al CONI ed approvata dalla “federazione delle federazioni”. Con le relative tempistiche verso le finali nazionali (il 3 contro 3 le prevede a fine maggio, per il Minibasket servirebbe una delibera ad hoc) che risolverebbero il problema dei calendari.

Se come sembra assai probabile si troverà la soluzione per superare lo scoglio giuridico attraverso due idee che consentirebbero il ritorno in palestra (il rientro tra le competizioni di interesse nazionale inserirebbe gli allenamenti tra gli spostamenti autorizzati per “comprovata necessità” a prescindere dal colore delle zona delle varie regioni), servirà comunque una nuova versione dei protocolli rispetto all’attuale versione del 16 settembre, ancora pubblicata sul sito FIP ma non più applicabile alla luce di un quadro epidemiologico ben diverso rispetto a quello di fine estate 2020.

La FIP sta lavorando alla versione definitiva delle regole di sicurezza per gli allenamenti delle competizioni non professionistiche che dovrebbero essere varati entro la prossima settimana (certo l’inserimento di uno screening anche a livello giovanile sotto forma di tampone rapido, da stabilire solo la frequenza dei test che potrebbero avere cadenza quindicinale).

Una volta messe a punto le regole di ingaggio per il ritorno in palestra, cercherà di far ripartire in sicurezza tutte le categorie di tutte le annate, in funzione delle regole sopra esposte, venendo incontro alle richieste della stragrande maggioranza delle società, che ponevano l’accento sulla necessità di riprendere gli allenamenti con le giovanili più che i campionati senior. Il basket è l’unico sport che tende al cielo. Per questo è una rivoluzione per chi è abituato a guardare sempre a terra. (Bill Russell)

Anche il basket, causa la pandemia, è costretto a darsi una regolata. Le giovani generazioni, amanti dello sport di squadra, sono costrette ad attendere tempi migliori per esprimersi.

Di questo parliamo con un cestista di lungo corso. Antonio Cardinale vanta una carriera di tutto rispetto come atleta agonista.

Dal 01/09/2007 al 31/05/2019 Basket Venafro (serei c2); Basket Juvecaserta (serie a1); Mens Sana Campobasso (serie b1); il Globo Basket Isernia (serie c2-c1-b); Basket Domodossola (serie c1); Fortitudo Alessandria (serie c1); Bakset Isernia (serie c1);

Come ha vissuto e vive Antonio Cardinale la paura del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili misure restrittive?

La pandemia è stata un fulmine a ciel sereno, penso non possa esserci descrizione migliore.

All’improvviso da un giorno abbiamo perso le abitudini che spesso diamo per scontato come andare a prendere un caffè al bar, uscire il weekend, andare in palestra la sera o andare a far visita ai parenti. È stata dura e lo è tutt’ora.

Non essendoci ancora risposte chiare e precise dal mondo scientifico, non conoscendo ancora al 100% il virus è naturale che la paura del contagio sia alta ma con l’arrivo del vaccino credo che la situazione possa pian piano migliorare.

Ormai è passato quasi un anno dall’inizio della pandemia e non penso di essermi del tutto adattato, sono paziente e consapevole del fatto che ci vorrà ancora tempo e sacrifici per poter tornare ad una vita “normale”.

Il Basket, polo di attrazione per i giovani, deve mettersi in riga, limitando le attività delle serie minori?

Credo che la pallacanestro stia subendo molto di più gli effetti della situazione epidemiologica rispetto agli altri sport, conseguenza anche di molti problemi che la federazione si porta dietro da anni e che oggi sono venuti inevitabilmente alla luce.

Non amo i giri di parole e sono convinto che purtroppo attualmente il nostro movimento è al collasso: pochissimi giovani iniziano le attività di minibasket, società prive di grosse risorse economiche e sponsor in fuga.

Probabilmente sarebbe stato il caso di essere chiari da subito dando il via libera alla partenza del campionato solo alle categorie professionistiche di serie A1 e A2, le quali hanno la forza economica per sostenere l’acquisto periodico dei tamponi e le spese di sanificazione necessarie, e predisponendo protocolli precisi per permettere alle categorie minori di allenarsi in sicurezza. Stare più di un anno fermo, che sia un professionista o un minors, è deleterio e impensabile perché porterebbe veramente alla fine del movimento cestistico italiano.

Cosa le ha insegnato la Pallacanestro come scuola di vita?

Personalmente la pallacanestro mi ha insegnato tutto, mi ha permesso di crescere sotto tutti gli aspetti della vita quotidiana.

Mi ha insegnato ad essere sicuro di me, a pormi degli obiettivi e a sudare per raggiungerli, ad essere rispettoso verso gli altri, in breve mi ha fatto diventare l’uomo che sono oggi.