Alex Federico: “Il mio consiglio ai giovani? Non mollate alle prime difficoltà”

Alex Federico: “Il mio consiglio ai giovani? Non mollate alle prime difficoltà”

22 Ottobre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Lo sport consiste nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’animo. (Jean Giraudoux)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Alex Federico.

La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?

L’avvento della pandemia è stato un duro colpo per lo sport e altri mondi, come quello dello spettacolo e ristorazione. È storicamente e psicologicamente accertato che risieda nella natura umana e sociale il bisogno di dover attribuire la “colpa” di un fenomeno anche naturale come un virus, a qualcuno (vds la peste con gli Ebrei ad es.). Questo tranquillizza le masse in preda all’angoscia (non paura, ma angoscia) che così possono concentrarsi ad aver paura di qualcosa o qualcuno e prendere le distanze da questi o proprio prendersela con questi “responsabili”. Lo sport e al TOP le discipline da contatto come la mia, la lotta in genere, sono state altamente “criminalizzate” dal terrore seminato dai mass media e i provvedimenti presi dal Governo, bloccando di fatto le attività soprattutto amatoriali fino all’ultimo, quindi definendoci in automatico untori della situazione. In realtà focolai dal mondo delle discipline da contatto , statistiche alla mano , non ce ne sono mai stati e se vogliamo dirla tutta, sarebbe stato meglio avere dei gruppi monitorati di persone e giovani soprattutto ben identificati e circoscritti in palestra, piuttosto che sparsi tra parchi e seminterrati ovunque. Si aggiunge inoltre il lavoro acchiappa click svolto incessantemente dalla cronaca/bollettino quotidiano covid19, che allarmava sempre più le persone, rivelando quanto debole sia la nostra società di fronte alla paura. Risultato: una miriade di informazioni anche giuste, ma eccessive somministrate ad una massa di persone con basi culturali diverse, ognuna delle quali ha interpretato a modo suo la propria cultura anti virus, chi diventando complottista e chi talebano delle restrizioni mascherine guanti e distanziamenti. Risultato? Un disastro per noi dello sport.

Inoltre durante il periodo pandemia sembrava che fare sport , fosse alla stregua di spacciare cocaina o rapinare una banca, questa era la sensazione personale. Autocertificazioni a gogo sanzioni… era tutto scoraggiante, tranne che per chi avesse una grande passione e ottimismo innati. Noi, pochi intimi, ci siamo allenati a porte chiuse forti di un tesseramento agonistico nazionale. Eravamo una decina di “maledetti” guardati con diffidenza dalle persone alle finestre e dai vicini di casa che, a fronte di un allenamento in soffitta a quattro, hanno pure chiamato la Asl

Una volta…Io il covid non l’ho mai contratto, loro sì. Inoltre, la convinzione di essere “immortale” indossando una mascherina, andrebbe chiarita, in quanto andrebbero cambiate ogni tot ore e cambiate ogni qualvolta ci sia stato un contatto a rischio…

Insomma durante il biennio nefasto ci siamo barcamenati così. Ora nell’era post vaccinale comunque non tutti sono tornati e soprattutto il settore bambini da me a BZ è ridotto a 1/4 rispetto al 2019. Mi spiace per questi poveri bambini, di sicuro non è colpa loro, ma da decisioni prese dai genitori… pensate che rimanendo lontani dal rischio covid non vi ammalerete mai di niente? Che vivrete per sempre? Direi di no. Io dico che vive meglio chi pratica sport ed è in linea con il peso forma e soprattutto vive sereno, senza paura. Avete mai visto una persona anziana in sovrappeso? Sicuramente non molto anziana…

Post biennio pandemico, vedo un crollo delle restrizioni e nonostante tutto ancora persone con mascherine indossate all’aperto e da sole , per cui penso che basterebbe poco per riattivare il meccanismo. Ora noto il calo vertiginoso dei bilanci di commercio di mascherine e amuchina, che dire, sorridere per non piangere.

In palestra da noi abbia sempre rispettato i dettami delle normative. Poi come la vedo io ve l’ho detto. Lo sport è salute , lo sport è disciplina. Io la vedo così.

Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità? 

Ecco, ho già risposto prima penso. Siamo stati blindati dalle normative dei dpcm, i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Nonostante ,ripeto, focolai del virus in palestre di lotta non ce ne siano stati che io sappia e soprattutto da noi eravamo

Monitorati… il risultato è stato un drastico calo soprattutto del settore giovanile, adulti, sì, ma chi è soggetto a panico e rinuncia a venire in palestra per paura di ammalarsi, sono io il primo

Che preferisce che non vengano più. Se poi una di queste persone si prende il virus su un autobus, dopo magari se la prende con la Palestra…

Sono capitate anche persone che molto aggressive hanno chiesto le quote associative indietro, mettendoci ancor più in difficoltà. Fortunatamente nel complesso da me eravamo quasi tutti amici ed appassionati e quindi, soprattutto tra adulti e adolescenti la ripresa c’è stata. Io per primo ho combattuto in molti eventi durante le restrizioni, per dimostrare che se con le giuste precauzioni,

Non c’era nulla da temere, lavorando molto grazie ai social e facendo tornare la

Voglia a tutti di allenarsi. Diciamo che tra adulti e adolescenti siamo ora ad una quota 75%rispetto al 2019. Ci sono stati molti decessi in nord Italia e soprattutto in Lombardia, mi spiace molto, è morto di Covid anche mio zio ottantenne.

A Bolzano sono morte solo persone con patologie pregresse e nessuno dei praticanti di BJJ è stato male da ospedale quando ha contratto il virus, perché era in forma fisica smagliante. La politica ha cercato di tranquillizzare le masse attribuendo delle responsabilità e restringendo come untori delle categorie ritenute a rischio. Tra i più penalizzati ci sono stati gli sport da contatto. Come la penso l’ho detto prima. 

La migliore soluzione sarebbe stata consentire la pratica con le dovute prescrizioni di monitoraggio degli atleti. Prevenendo così che le masse dei giovani soprattutto si accalcasse clandestinamente ovunque potesse. La campagna mediatica poi ha fatto il resto. Spero che ci ricorderemo a lungo di questa scottatura, anche per ha le ferite sono attualmente ancora non cicatrizzate a dovere. Noi lottatori siamo però teste dure! Lo stiamo dimostrando nel non arrenderci. Stiamo riprendendo alla grande. Certo che un altro autunno come il 2020 sarebbe un disastro. Abbiamo imparato che possa accadere di tutto, ma sono fiducioso sul fatto che andremo migliorando.

Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?

Il tutto è nato per caso a Milano dove da ragazzino ho cominciato a praticare arti marziali per imparare a difendermi. Poi una volta dentro all’ambiente ho conosciuto l’agonismo che mi ha folgorato e che ho lasciato addirittura soltanto ora, con il mio ultimo Match al Milano in the Cage il 08/05/2022 a 53anni. Lascio solo perché ho un ginocchio che non è più “d’accordo” con il resto del corpo… quindi la pratica sportiva e agonismo sono stati per me e questo trasmetto anche ai miei studenti , la base per avere grandi motivazioni e migliorare esponenzialmente bello sport che si pratica. La sensazione intensa che si prova durante una competizione è senza paragoni con altre di palestra e ti da poi motivazione enorme a correggere gli errori commessi o anche a ripetere sensazioni adrenaliniche ineguagliabili.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Il talento non è tutto , ma aiuta. Un talento che spesso soprattutto all’inizio non viene notato da un coach è la testardaggine (in senso buono) ossia la grande determinazione di un atleta, magari non talentuoso fisicamente , ma con grande cuore. Il cuore conta tantissimo nel raggiungimento degli obiettivi. Se poi hai cuore e talento, allora potresti essere un grande campione.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?

Suggerisco di documentarsi bene su chi sia colui che insegna. Oggigiorno è pieno il mondo di Maestri che insegnano senza aver praticato prima… che esperienza posso trasmetterti se non l’ho vissuta? Poi se vai su invito di un amico che si trova già bene ok… Consiglio, provare e non mollare alle prime difficoltà, se vedi che nella palestra dove sei arrivato c’è gente che ha ottenuto buoni o eccellenti risultati, vuol dire che sei nel posto giusto, non si diventa bravi da soli, soprattutto nella lotta, questo significa che lo staff è competente, manca il tuo impegno, quindi tieni duro.