Alessio Longo, mio padre è stata la mia ispirazione

Alessio Longo, mio padre è stata la mia ispirazione

9 Maggio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Le scarpe rendono più elegante il giocatore ma solo quello che ha dentro lo rende più forte.” (Cristiano Ronaldo)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un calciatore di lungo corso: Alessio Longo.

La fase pandemica nella sua fase più acuta sembra ormai essere alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha affrontato questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle severe misure restrittive?

Diciamo che ormai il peggio è passato e finalmente stiamo riuscendo a portare a termine una stagione. Quando è arrivata la pandemia e hanno fermato tutto per così tanto tempo per me è stato davvero dura, tocco i campi da pallone da quando ho 6 anni e non poter più praticare gli allenamenti e la domenica giocare le gare per così tanto tempo mi ha davvero destabilizzato.

Le restrizioni e il tentennamento del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto per quello cosi detto minore, cos’è successo in particolare nella sua specialità?

Nelle società delle nostre categorie ha influito molto e tante hanno trovate difficoltà a ripartire anche per via delle poche informazioni per le misure restrittive. Secondo me le società che hanno patito di più sono quelle società con scarsi numeri a livello di settore giovanile. L’80% dei giocatori del Cirie è vincolata alla società e questo a fatto si che ha avuto una base su cui ripartire mente tante società hanno dovuto proprio ripartire da zero.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Nella mia famiglia mio Papà è stato a spingermi nel mondo da calcio. Ho avuto la fortuna di crescere con un papà “giovane” che tutti i giorni dopo lavoro mi portava ai campetti insieme a mio fratello gemello a giocare a calcio.

Al di la delle doti personali e delle attitudini quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Secondo me in un calciatore il 70% fa tutto la testa. La forza di volontà il sacrifico e l’umiltà sono dei valori che ti fanno crescere e raggiungere gli obiettivi massimi.

Cosa suggerirebbe ai giovani che si avvicinano alla sua specialità?

Io suggerisco di fare tutto con il massimo divertimento. Io quest’anno ho giocato in una squadra fatta prima di amici e poi di compagni e non c’è cosa più bella nel mondo dello sport che giocare in gruppo così. Un altro consiglio che do è quello di fare sempre le cose con le massima serietà e impegno più che altro per se stessi, perché prima o poi risultati arrivano e ti appagano.