Alessandro Micheloni, dobbiamo imparare a guardare l’attività fisica con occhi diversi

Alessandro Micheloni, dobbiamo imparare a guardare l’attività fisica con occhi diversi

7 Marzo 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Il Comitato tecnico-scientifico boccia la riapertura di piscine e palestre. Per le strutture sportive, quindi, è probabile che il governo decida di aspettare ancora, magari fino a dopo Pasqua, prima di pensare a una ripartenza. Il nuovo dpcm a cui sta lavorando il governo Draghi, quindi, non dovrebbe prevedere una riapertura per piscine e palestre ma neanche per cinema e teatri. La scelta del Comitato Tecnico Scientifico sembra non tenere in gran conto che una eventuale riapertura contingentata in assoluta sicurezza potrebbe rendere molti benefici, non solo agli operatori del settore al collasso, ma anche e soprattutto ai giovani che investirebbero nello sport le loro migliori energie. Lo Sport è salute e disciplina, quindi altamente educativo. Di questo parliamo con Alessandro Micheloni, Dottore in scienze motorie e sportive. Laureando management dello sport.

Preparatore atletico da agosto 2020 ad oggi della Normanna Aversa Accademy (serie A3 pallavolo maschile); da settembre 2020 ad oggi dell’Icom C88 Volley Cisterna (serie B femminile); da febbraio 2019 ad oggi dell’ICON Palestre Istruttore sala pesi, Personal Trainer, istruttore; da agosto 2018 ad oggi della Top Volley Latina (serie A maschile).

Vice preparatore atletico da agosto 2018 a giugno 2019 dell’IEI Sabaudia Pallavolo (serie B maschile).

Preparatore atletico da settembre 2015 ad oggi del New Virtus Volley Latina, allenatore settore giovanile maschile e femminile; secondo allenatore e preparatore serie C femminile.

Come ha vissuto e vive Alessandro Micheloni la paura della pandemia ed il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?

Ho vissuto la pandemia, alternando, come immagino la grande maggioranza delle persone, diverse fasi e diverse emozioni.

Sicuramente adesso vivo in modo differente rispetto a marzo scorso, nei primi mesi siamo stati letteralmente bombardati da notizie con tono terroristico per la nostra psiche, piuttosto che da notizie con carattere informativo e istruttivo.

Dopo aver realizzato che il problema sarebbe perdurato nel tempo, ho capito che dovevamo imparare a convivere col virus e cambiare le nostre abitudini. Ho quindi cercato da subito di eliminare la mia paura, quella dei miei familiari e quella dei miei atleti, perché una vita all’insegna della paura, non è definibile vita.

Rispettando tutte le misure, ho cercato di continuare a vivere una vita il più normale possibile, di mantenermi impegnato nonostante il mio lavoro era stato fermato dai decreti, di iniziare o riprendere progetti per i quali prima avevo poco tempo.

Tra questi, uno di quelli che più mi ha appassionato, soprattutto perché riguardante i miei atleti, volto a cercare di rompere un po’ la monotonia imposta dalle restrizioni, sono stati i “Corona Games”, ovvero una sorta di piccola olimpiade a squadre.  Questa competizione ci ha permesso di rimanere in contatto costante, di mantenere loro allenati e soprattutto di distrarci dal resto.

Posso dire senza dubbio che lo sport in questa pandemia mi ha aiutato e a mia volta io ho cercato di aiutare attraverso esso.

Il Premier Draghi non ha ritenuto di includere nella sua compagine ministeriale un dicastero dello Sport. Come giudica questa decisione?

Non voglio assolutamente sembrare polemico, però credo che questa decisione abbia rispecchiato perfettamente quella che è la considerazione dello Stato italiano nei confronti dello sport e dell’attività motoria in generale.

Ho il timore che il Premier, da economista, possa circoscrivere le sue priorità alla quadra dei conti, perché onestamente credo che alcune situazioni sportive, non siano più difficili da gestire di altre e non siano più rischiose di altre. Per dirne una su tutte, probabilmente la più eclatante e tra la più difficili da gestire, la situazione dei mezzi pubblici. Questo non per dire che meriteremmo una riapertura immediata, assolutamente, ma quanto meno un ministro che funga da punto di riferimento e da intermediario, per lavorare nel migliore dei modi per un settore martorizzato come il nostro.

L’attività fisica e lo sport in generale potrebbero essere delle vere e proprie risorse sotto tanti punti di vista per lo Stato, ma siamo ancora lontani dal capirlo.

Mi auguro comunque che il Premier Draghi possa gestire al meglio anche la situazione dello sport, soprattutto per chi come me, vive e mangia di sport, e necessita come gli altri lavoratori in difficoltà, degli aiuti dallo Stato.

Ci si può drogare di cose buone e una di queste è certamente lo sport. Alex Zanardi. Cosa rappresenta per Lei lo Sport?

Beh ovviamente sono di parte. Credo molto in quello che ho studiato e in quello che faccio. Non mi limito a vedere lo sport come mera forma di passatempo, lavoro, spettacolo, sicuramente è anche questo si, ma a me piace osservare lo sport a 360 gradi e vorrei che tutti il prima possibile arrivassero a capire che lo sport è anche medicina, è salute, è vita!

In molti altri paesi, non così lontani geograficamente da noi, ma lontanissimi rispetto a noi in quanto a lungimiranza, lo stato già da anni ha incentivato e utilizzato l’attività fisica come vera e propria cura, soprattutto per l’anziano. Ciò ha permesso non solo una qualità di vita migliore a questa classe più fragile di persone, riducendo patologie dovute all’invecchiamento e rischio traumi, ma ha permesso anche di ridurre drasticamente le spese che questi avevano sulla sanità.

Cosa vuol dire ciò? Vuol dire che c’è bisogno di un cambiamento. Cosi come abbiamo imparato ad usare le mascherine per uscire di casa, dobbiamo imparare a guardare l’attività fisica con occhi diversi e in questo lo Stato italiano deve dare una spinta ed essere parte attiva al cambiamento.