Alessandro Ciccone: “Il nuoto è stato un compagno sempre presente in tutte le fasi della mia vita”

Alessandro Ciccone: “Il nuoto è stato un compagno sempre presente in tutte le fasi della mia vita”

11 Luglio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido nuotatore: Alessandro Ciccone.

  • Un secondo (2022 – 400 misti) e due terzi posti (2018 – 200 delfino e 2021 – 200 rana) ai campionati italiani di nuoto Master FIN;
  • Secondo nell’Ironmaster* FIN della stagione 2014-2015 (categoria M25)
  • Terzo nell’Ironmaster FIN della stagione 2021-2022 (categoria M30)
  • Faccio abitualmente gare in vasca ed in acque libere (Open Water)

La fase pandemica più acuta sembra essere ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Inutile dire come la pandemia e l’inizio del lockdown abbiano stravolto le nostre vite.

Personalmente, in quanto nuotatore rimasto senz’acqua (causa chiusure degli impianti), a marzo 2020 ho incominciato a fare palestra a casa, per potermi garantire una continuità a livello di forma fisica, ma soprattutto mentale, data l’alienazione da quarantena che ha colto tutti noi impreparati. Ne approfitto per ringraziare Max Marchi, Personal Trainer di Imola molto popolare sui social, che con i suoi allenamenti in diretta Facebook ed Instagram di quelle settimane ha dato un supporto molto prezioso a me e a molte altre persone.

Più avanti, come noto, si sono susseguite parziali riaperture delle piscine, quindi chiusure, poi allenamenti consentiti ad atleti di “interesse nazionale”. Sportivamente parlando, è stato per me un periodo molto instabile, in quanto ho trovato una linearità negli allenamenti solo nell’ultima stagione, appena conclusa.

Insieme alle restrizioni, i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello cosiddetto minore. Cosa è successo in particolare nella sua specialità?

Senza usare troppi giri di parole, negli ultimi due anni gli sport acquatici sono stati sempre trattati come l’ultimo dei problemi, mai come una priorità. Bisogna comprendere l’emergenza sanitaria, certo, soprattutto del primo lockdown. Ma dalla riapertura parziale nell’estate 2020, passando per le scellerate chiusure dell’autunno seguente, si sono susseguite decisioni a dir poco incoscienti che hanno irrimediabilmente danneggiato un intero settore lavorativo, fatto di persone che dall’oggi al domani si sono dovute inventare un altro mestiere fuori dalle piscine.

Ad oggi molte piscine in Italia stanno chiudendo, schiacciate dai costi insostenibili oltre che dalle restrizioni degli ultimi due anni. La politica, qualsiasi sia lo schieramento, sembra non aver ancora compreso il danno sociale che ne conseguirà.

Chi è stato in famiglia, o fra gli amici, a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

La mia famiglia, e in particolare mia madre, ha insistito affinché imparassi a nuotare. Sebbene da piccolo abbia praticato diversi sport, alla fine il nuoto è prevalso, nonostante non fosse il mio preferito, anzi! Nel corso degli anni è stato un compagno sempre presente in tutte le fasi della mia vita: la scuola prima, l’università poi, il mondo del lavoro adesso.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Credo che la forza di volontà sia qualcosa da coltivare quotidianamente, ricordandosi sempre, da una parte, del benessere psicofisico che comporta l’allenamento, e dall’altra dell’obiettivo da raggiungere.

Per quanto mi riguarda, entrare in vasca al mattino è ormai un elemento fondamentale delle mie giornate lavorative, in quanto le completa e le arricchisce. Chiunque si sia allenato almeno una volta prima di una giornata in ufficio (o di remote working, di questi tempi), saprà benissimo che lo stesso lavoro ne beneficia in termini di produttività. Come dico e penso sempre, “non ti pentirai mai di una nuotata”, quindi la forza di volontà, quantomeno, per buttarsi in acqua restituirà sempre qualcosa.

In termini di raggiungimento degli obiettivi, il nuoto è una disciplina severa che non sempre garantisce la certezza del risultato cronometrico. La tipica frustrazione del nuotatore è fare una gara insoddisfacente nonostante allenamenti molto duri dal punto di vista fisico e mentale. In questa situazione subentra la forza di volontà, che permette di superare i momenti difficili, rifocalizzarsi sugli obiettivi ed infine raggiungerli.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Direi loro che lo sport ha una grandissima forza dal punto di vista delle relazioni sociali e dell’autostima. Come successo a me, anche per loro rappresenterebbe un’opportunità preziosa per crescere come persone, per affrontare gli ostacoli e le sfide più ambiziose.