Statine, intolleranza è spesso sovrastimata e sovradiagnosticata

Statine, intolleranza è spesso sovrastimata e sovradiagnosticata

5 Marzo 2022 0 Di La Redazione

Secondo una revisione della letteratura pubblicata sullo European Heart Journal, l’intolleranza alle statine è sovrastimata e sovradiagnosticata, e i pazienti che interrompono tali farmaci pensando erroneamente di non tollerarli sono maggiormente a rischio di problemi cardiaci e vascolari causati da livelli elevati di colesterolo. «Ci sono prove forti e inequivocabili che il trattamento con le statine faccia la differenza nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e nella mortalità causata da tali patologie. Non è chiaro quale percentuale di persone sia veramente intollerante alle statine, visto che i dati provenienti dalla letteratura suggeriscono essa possa variare dal 5% al 50%» afferma Maciej Banach, dell’Università di Medicina di Lodz e dell’Università di Zielona Góra, Polonia, autore senior dello studio. Per meglio comprendere la situazione, i ricercatori hanno condotto una metanalisi su 176 studi che hanno interessato 4.143.517 pazienti in tutto il mondo. Ebbene, l’analisi ha mostrato che la prevalenza complessiva dell’intolleranza alle statine era del 9,1%, e che scendeva al 7%, se calcolata secondo i criteri diagnostici della National Lipid Association, al 6,7% secondo i criteri dell’ILEP e al 5,9% secondo i criteri della European Atherosclerosis Society. L’analisi dei dati ha anche mostrato che le persone anziane, di sesso femminile, di razza nera o asiatica, obese o affette da diabete, con ghiandole tiroidee ipoattive o insufficienza epatica o renale cronica, avevano maggiori probabilità di essere intolleranti alle statine. Altri elementi che aumentavano la probabilità di intolleranza erano l’assunzione di farmaci per controllare l’aritmia e di calcio-antagonisti, l’uso di alcol e una terapia con dosi più elevate di statine. L’aumento del rischio di intolleranza alle statine variava dal 22% nelle persone con alto consumo di alcol al 48% tra le persone di sesso femminile. «È di fondamentale importanza conoscere questi fattori di rischio in modo da poter prevedere efficacemente che un particolare paziente sia a rischio più alto di intolleranza alle statine, e prendere in considerazione in anticipo altri modi per gestirlo al fine di ridurre il rischio e migliorare l’aderenza al trattamento» conclude Banach.

 

 

Fonte:DoctorNews33