Stangata Enpam per medici ed odontoiatri

Stangata Enpam per medici ed odontoiatri

7 Novembre 2018 0 Di Bruno Buonanno

Triplicata l’aliquota che passa dal 2 all’8% per chi cura i cittadini come libero professionista. L’Ente previdenziale si difende: “la nuova tassa ci è stata imposta dal ministero del lavoro e dell’economia”.

Alberto Oliveti

Convinti dalla propaganda elettorale, anche medici e odontoiatri aspettavano la flat tax. Uno scrollone alle tasse, tanto forte da farle scendere da quel pesante cinquanta per cento a un più onesto diciannove, ventuno o ventitré per cento …

Il sogno è durato troppo poco, anzi pochissimo. Perché l’Enpam (Ente nazionale previdenza assistenza e sicurezza) con una delibera firmata da Alberto Oliveti, il numero uno dell’ente previdenziale di medici e odontoiatri italiani, ha trasformato in incubo il sogno di risparmio di medici e dentisti. Una letterina, una garbata comunicazione arrivata a casa di chi cura i cittadini come <libero professionista> ha comunicato che sulle fatture emesse nel 2017 non si paga più il due per cento. No, cari amici professionisti l’aliquota da pagare da quest’anno viene più che triplicata e passa di colpo all’8,25 per cento.

Una bella stangata che stavolta viene servita su un vassoio zuccherino: chi sceglie l’addebito dell’imposta sul proprio conto corrente può chiederne la rateizzazione. Gli altri devono invece versare tutto in una sola volta, pagando – in caso di ritardo – una penale fissa di 120 euro. Con un’eccezione: quest’anno la scadenza del pagamento – tanto per dare l’idea della buona volontà dell’Enpam – non è stata confermata per la fine di ottobre, ma la bella notizia è stata accompagnata dalla comunicazione che per il pagamento è stata disposta la proroga di un mese. Una montagna di euro sarà così in cassa dalla fine di novembre. Già oggi le tasse le pagano molto controvoglia medici e dentisti. Proviamo a farci un’idea di dove andrà a infilarsi in futuro questo cetriolo …

Cerchiamo perciò di chiarire questo problema più o meno complesso alla luce di quanto previsto “dalla variazione percentuale”. Devono pagare i <camici bianchi> che lavorano da liberi professionisti. Possiamo, però, lasciar stare i camici ed il loro colore: da tempo camici e divise indossati dai sanitari possono essere blu, azzurre, verdi, rosa, arancione. Per chi è a caccia di novità le divise sono a strisce, a pallini o con disegnini come i cappellini indossati quando si entra in sala operatoria. Stringendo, chi lavora in regime di libera professione? Medici e odontoiatri che prestano lavoro autonomo in forma individuale e associata; sanitari che percepiscono reddito per attività intramoenia e attività libero professionale intramoenia; professionisti quando vengono utilizzati per collaborazioni e contratti a progetto; paga chi ha borse di studio per corsi di formazione in medicina generale. Ma l’elenco si allunga e il forbicione Enpam colpisce chi svolge lavoro autonomo occasionale (partecipa a congressi, svolge attività di ricerca; gli amministratori di società ed enti che svolgono mansioni tipiche della professione medica e odontoiatrica e chi percepisce redditi dalla partecipazione a società disciplinate dal codice civile.

Gira e volta pagano migliaia e migliaia di persone se nel 2017 hanno avuto un reddito pari o inferiore a 4.770 euro (al netto delle spese sostenute per produrlo), ma il limite di reddito sale a 8.809 euro per chi nel 2017 ha pagato all’Enpam per intero la quota A.

Rabbia, delusione, amarezza da parte di chi deve pagare il nuovo balzello imposto dall’Enpam. “I colleghi medici e odontoiatri – chiarisce Francesco Buoninconti, sindacalista del Sumai (sigla che rappresenta gli specialisti ambulatoriali)  presente da tempo nel direttivo Enpam – danno la colpa di questo aumento al nostro ente assistenziale. Quella che rappresenta un incremento della nuova tassa ci è stata imposta dai servizi vigilanti, ossia dal ministero del Lavoro e da quello dell’Economia. L’Enpam ha in cassa venti miliardi di utile che impiega per le pensioni di medici e odontoiatri e paga le tasse anche su quest’importo. Io non svolgo attività libero professionale – spiega ancora Francesco Buoninconti – ma pago la quota B per i gettoni che ricevo quando partecipo alle riunioni dell’Enpam. I colleghi le considerano tasse, per me questo 8,25 per cento da versare è un contributo per la pensione, non mi lamento perché li considero soldi investiti per il fondo pensionistico”.

Dimenticata l’abolizione della tassa di possesso per auto e moto, messa da parte anche la promessa flat tax c’è solo da augurarsi che il forte incremento della quota B da versare all’Enpam non acceleri l’evasione fiscale.

Alzi la mano chi non si è sentito chiedere dal medico: <Vuole la fattura?>.