Simonetta Ulisse, il valore aggiunto delle donne nel lavoro

Simonetta Ulisse, il valore aggiunto delle donne nel lavoro

17 Marzo 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

In un momento storico tragico, caratterizzato dalla rincorsa della Comunità Scientifica Internazionale per produrre il vaccino più adatto a contrastare un diabolico microorganismo, chiamato Covid-19, ci piace sostare un poco in un luogo magico, che ha ospitato gli scienziati più famosi del pianeta. La Casina fu costruita nel 1558 per Papa Paolo IV, su progetto di Pirro Ligorio coadiuvato da Giovanni Sallustio Peruzzi (figlio del più noto Baldassarre). Alla morte del Pontefice, l’edificio fu portato a termine nel 1561 sotto Pio IV, che ne fece un ambiente di ricreazione e rappresentanza.

Per questo, l’architetto dovette tener conto dei molteplici caratteri della palazzina, che avrebbe dovuto conciliare gli aspetti bucolici del luogo al rigore consono al ruolo del Pontefice. Il risultato fu un edificio di gusto manierista, estremamente decorato mediante statue moderne ed antiche, sculture e pitture.

Il cortile della Casina Pio IV, con l’edificio-ninfeo è formato da due edifici anteposti e distinti, il primo dei quali, rivolto ai Palazzi Vaticani, è una sorta di ninfeo fronteggiato da una fontana, ornato da mosaici e nicchie con statue e rilievi antichi, oltre che da una loggia dorica aperta nella parte superiore. L’edificio maggiore, raccordato all’altro da una piazzetta ovale, murata e decorata da una fontana, mosaici pavimentali e due padiglioncini laterali coi portali d’ingresso, presenta una facciata decorata da stucchi ornamentali e figurati tra il moderno e l’antico, secondo un gusto ripreso qualche tempo dopo dalla facciata interna di Villa Medici. All’interno sono conservati affreschi di Federico Barocci, Santi di Tito, Federico Zuccari, Marco da Faenza ed altri.

Parliamo di questa magnifica struttura con una Donna, che da anni lavora per conservarne la valenza, il pondus e la caratura, che da sempre la caratterizza.

Simonetta Ulisse nasce a Roma il 14/12/1955. Dopo aver conseguito la Maturità Classica presso l’Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Roma, si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università la Sapienza di Roma. Coniugata con Emilio Sorrentino (ex-Direttore Banca Credito Valtellinese), è madre di Serena (attualmente Executive Assistant dell’Amministratore delegato della Compagnia Farmaceutica Menarini, Dr. Elcin Barker Ergun) e di Silvia (Revisore Contabile presso la PricewaterhouseCoopers).

Simonetta lavora in Vaticano dal 1983, nella Cancelleria della Pontificia Accademia delle Scienze, singolare Istituzione a classe unica ed a carattere soprannazionale, che ha sede nella Casina di Pio IV, nei Giardini Vaticani. Nella stessa Sede nel 1994 è stata istituita da Papa Giovanni Paolo II anche la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Come ha vissuto e vive Simonetta Ulisse, moglie e madre, la paura del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili misure restrittive?

Presto molta attenzione nell’adottare le misure di sicurezza consigliate dai medici, ma affronto la situazione con serenità. Ho un marito e due figlie ormai adulte per cui i disagi sono attenuati rispetto a quelli di una mamma con bambini piccoli. Poi essendo dipendente della Santa Sede ho avuto la possibilità di essere vaccinata, grazie all’efficienza delle strutture vaticane. Naturalmente rimane la preoccupazione per la salute dei familiari e degli amici, salute fisica e salute spirituale: purtroppo abbiamo dovuto abbandonare tante piccole gioie della quotidianità e soprattutto la vita sociale. Prima dell’emergenza Covid-19 avevamo inconsapevolmente assunto una convinzione di autosufficienza e quasi di onnipotenza. La realtà ci ha riportato a terra e ci ha fatto apprezzare e forse riscoprire i veri valori della vita, ma dobbiamo guardare avanti e riflettere affinché queste privazioni abbiano un risvolto positivo per il bene comune.

“Il problema oggi non è l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo.” ALBERT EINSTEIN. Com’è possibile coniugare Scienza e Fede?

Grazie al lavoro che svolgo presso la Pontificia Accademia delle Scienze, i cui membri sono eletti dal Santo Padre senza alcuna discriminazione etnica e religiosa, ho avuto il privilegio di conoscere molti scienziati, diversi Premi Nobel, come Rita Levi Montalcini, Christian De Duve, Carlo Rubbia, altri egualmente eminenti e di fama mondiale, ho realizzato che il mondo della scienza e quello della religione non sono in completa opposizione ma hanno molto più in comune di quanto si possa pensare, ambedue ricercano la verità e migliorano la nostra condizione di uomini. Neppure il compianto Stephen Hawking ha mai offeso la fede di nessuno. Del resto, i grandi Papi del nostro tempo hanno favorito la ricerca scientifica e la Pontificia Accademia delle Scienze ne è la prova tangibile, rappresentando il Senato Scientifico a Loro servizio. Non c’è quindi antitesi tra scienza e fede, come ammonisce il Vangelo “non di solo pane vive l’uomo…” quindi non c’è scienza senza Fede.

Come valuta Lei, Funzionaria di lungo corso in Vaticano, l’opera di valorizzazione e promozione della risorsa femminile da parte di Papa Francesco?

Nei decenni trascorsi c’era stata una progressiva “clericalizzazione” nella gerarchia dei vari uffici. L’avvento di Papa Francesco ha segnato un ritorno al Concilio Vaticano II che teorizzava una valorizzazione dei laici. Papa Francesco come sappiamo è molto amato dal mondo laico per la sua apertura, per il suo interesse verso i problemi della società e i suoi messaggi includono incoraggianti segnali di valorizzazione delle donne. Oggi abbiamo laici in posizioni apicali che prima erano riservate ad ecclesiastici se non addirittura a Vescovi e tra questi laici molte sono le presenze femminili in posizioni di alta responsabilità. Sono determinanti le parole di Papa Francesco pronunciate in occasione della Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (9 giugno 2017):

Valorizzare il ruolo della donna… Le donne hanno pieno diritto di inserirsi attivamente in tutti gli ambiti, e il loro diritto va affermato e protetto …Si tratta di ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva. Ci sono tante e tante donne che negli incarichi svolti nel quotidiano, con dedizione e coscienza, con coraggio talvolta eroico, hanno messo e mettono a frutto il loro genio, i loro tratti preziosi nelle più varie, specifiche e qualificate competenze unite all’esperienza reale di essere madri e formatrici.