Sebastiano Santi, i risultati della mia vita li devo alla mentalità che lo sport mi ha dato

Sebastiano Santi, i risultati della mia vita li devo alla mentalità che lo sport mi ha dato

21 Febbraio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Fare sport fa bene alla salute, eppure la società moderna ne fa sempre meno. Secondo i dati ISTAT, in Italia il 38% delle persone da 3 anni in su ha dichiarato di non praticare, nella vita quotidiana, né sport né altre forme di attività fisica.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido pallavolista: Sebastiano Santi.

(2009-2014) giovanili Sisley Treviso; (2014-2018) serie B Sisley Treviso; (2018-2019) serie B AVS volley Bolzano; (2019- ora ) serie A3 volley team San Dona di Piave. 

Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

Ho vissuto questa pandemia con livelli di paura altalenanti. Con il primo lock down di marzo 2020 ero molto spaventato, soprattutto il fatto di vederci tutti chiusi in casa indiscriminatamente creava in me un’idea di qualcosa di assolutamente incontrollabile per qualsiasi tipo di istituzione. Con il tempo e con le confortanti notizie dell’efficacia dei vaccini la paura del virus è andata scemando, ma è rimasto una grandissimo disagio per le misure restrittive, in particolare quelle riguardanti la limitazione della libertà di circolazione, avendo comunque diversi affetti al di fuori della mia regione di residenza.

 

Quanti danni hanno causato allo sport la chiusura indiscriminata della prima ora e la confusa, se non cattiva gestione politica?

La pandemia è stato un evento storico che ci ricorderemo per sempre proprio per il suo impatto inaspettato. Nessuno aveva piani di emergenza predisposti per affrontare la situazione e le istituzioni non sono state in grado di coordinarsi adeguatamente e questo ha causato dei danni inimmaginabili. Soprattutto nel nostro settore, quello dello sport, dove sono state tolte grandi fonti di guadagno (come poteva essere ad esempio la presenza del pubblico e la perdita di sponsor) ma al tempo stesso sono aumentati i costi di gestione (lo screening settimanale dei giocatori attraverso i tamponi ha un grande costo, per non parlare delle spese mediche).

Quanto valore tu attribuisci al binomio sport e salute ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento del mantenimento del benessere psicofisico?

Sport e salute sono due ambiti che non possono non essere associati. Molti tendono a collegare lo sport solo con l’attività agonistica e questo li spinge a rigettare qualsiasi tipo di attività sportiva perché magari non si sentono adatti..  ma attività sportiva non vuol dire sport agonistico, vuol dire dedicare anche solo una piccolissima parte della giornata al proprio corpo, farlo “lavorare” anche solo con una passeggiata o 10 minuti di stretching. Il nostro corpo ha bisogno di sentirsi vivo e di conseguenza anche il nostro cervello ne trarrà ogni tipo di beneficio.

Cosa ti ha dato la pratica sportiva in termini di crescita personale, sociale e professionale?

Vengo da una famiglia in cui sport e mangiare sano sono dei pilastri fondamentali nell’educazione. Di conseguenza ho praticato sport fin da piccolo. A 11 anni sono entrato nel mondo agonistico della pallavolo e da lì non ne sono più uscito. Ora sono un giocatore professionista, ma rimango anche uno studente e a proposito di questo posso dire con tranquillità che tutti i risultati extra-sportivi che ho raggiunto sono frutto di una mentalità che senza lo sport non avrei mai e poi mai raggiunto. E lo stesso vale dal punto di vista sociale.. se sono quello che sono oggi lo devo anche a tutte le persone che ho incontrato durante questo viaggio, ognuna delle quali, a modo suo, mi ha insegnato qualcosa che porterò nel mio bagaglio di esperienze per sempre.