Ruggi, anche per i dati Agenas la chirurgia vascolare tra le prime in Italia

Ruggi, anche per i dati Agenas la chirurgia vascolare tra le prime in Italia

31 Maggio 2023 Off Di La Redazione

Il dottore Giancarlo Accarino, ex direttore di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare del Dipartimento Cardio – toraco – vascolare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno in una lettera aperta analizza i dati forniti da Agenas riferiti al triennio 2019-2021. Accarino è stato direttore dei suddetti Dipartimenti fino al luglio del 2022, e i dati – spiega  – racconterebbero ben altra realtà. Chirurgia vascolare, si è ancora una volta riconfermata tra i primi Centri italiani. In particolare dai dati censiti (sono tre per la Chirurgia vascolare) per quanto riguarda la mortalità per intervento in elezione di aneurismi dell’aorta addominale, l’Agenas riporta una mortalità pari allo zero per cento sugli anni 2020 2021, a fronte di una media italiana del 1,85 per cento (solo 5 centri in Italia hanno una mortalità così bassa su 2 anni). Per quanto riguarda il secondo dato censito, gli interventi per stenosi carotidea (Endoarteiectomie), la specialità al “Ruggi” si riconferma tra i primi 10 Centri italiani per numero di interventi; per quanto riguarda il terzo dato, le arteriopatie periferiche, sono stati effettuati un numero di ricoveri in media nazionale.
Tali risultati – ricorda – sono stati ottenuti in un periodo nel quale l’Azienda “Ruggi d’Aragona” era non solo il punto di riferimento per la pandemia da Covid di una provincia con oltre 1.300.000 abitanti, ma riceveva pazienti Covid in trasferimento anche da fuori provincia. Riuscire quindi a mantenere alti livelli assistenziali in cronica carenza di personale (venivano assunti a tempo determinato medici appena laureati e ricordiamo per incidens che anche il personale sanitario, già carente, si ammalava di Covid) non credo sia stato un risultato che meriti una tale demonizzazione, peraltro non sicuramente giustificata da una lettura più attenta dei dati anche di altri reparti. Tutti in quel periodo abbiamo fornito supporto ai centri Covid e sono costretto a ricordare ancora come spesso molte attività erano obbligate ad “arresti” involontari per la necessità di fornire assistenza ai pazienti affetti da Covid. È triste che tutto ciò venga già dimenticato.
Tanto era dovuto non solo per chiarezza e per un giusto riconoscimento a chi in quei due terribili anni con il proprio lavoro ha consentito il raggiungimento di obiettivi nazionali ma anche per il rispetto dovuto a chi in tutta l’Azienda di Salerno in quei periodi si è sacrificato non sottraendosi a turni massacranti oltre al rischio di contagio pur di garantire assistenza a chi ne avesse bisogno – conclude Accarino.