Prima il pediatra e poi (se occorre) l’ospedale

Prima il pediatra e poi (se occorre) l’ospedale

26 Febbraio 2019 0 Di La Redazione

La febbre alta dei più piccoli può generare ansia nei genitori e spingere verso incaute corse in ospedale. Questa scelta va fatta dallo specialista perché non sempre questa decisione è opportuna.  

Centinaia di piccoli pazienti con virosi respiratorie e problemi gastrointestinali, i pediatri di Famiglia della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp) lanciano l’allarme sul colpo di coda dell’influenza stagionale, che in Campania si sta rivelando più severa del previsto. «Se negli adulti il virus è stato tutto sommato nella media – spiega il vice presidente nazionale Antonio D’Avino – nei bimbi al di sotto di un anno si è invece mostrato estremamente aggressivo». Dati alla mano, nella settimana tra l’11 e il 17 febbraio 2019 si sono registrati 663.000 nuovi casi che porta il totale di Italiani colpiti a 5.968.000. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 31,76 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 17,89, nella fascia 15-64 anni a 9,92 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 4,57 casi per mille assistiti. Uno dei rischi è che l’influenza venga sottovalutata, con il rischio di dover poi affrontare pericolose complicanze. Per i più piccoli il pericolo maggiore arriva dal continuo contatto viso-viso o mani viso. «È molto frequente che gli adulti “raffreddati” accarezzino il viso dei bimbi piccolissimi, il nasino o le guance in prossimità della bocca. Si tratta di gesti d’affetto molto comuni, che tuttavia mettono a rischio la salute del bimbo. Difficilmente, infatti, questi gesti vengono compiuti dopo essersi lavati le mani». Poi c’è un fenomeno che ormai è diventato molto frequente: l’escursione termica tra le ore mattutine e quelle serali e giorni nei quali le temperature scendono sino a livelli critici. «I maggiori problemi – aggiunge poi Antonio Carpino, referente provinciale della Fimp Napoli – li stiamo avendo a causa delle alte temperature del mattino e da quelle particolarmente rigide della sera, escursioni anche di 10 gradi che colgono del tutto impreparati i genitori, soprattutto se “alle prime armi”». L’appello dei pediatri di famiglia è quello a non correre inutilmente al pronto soccorso, per non rischiare di esporre i bambini a rischi inutili e per non congestionare l’attività di emergenza. «In caso di dubbi o di febbre – conclude Carpino – la cosa migliore che si possa fare è sempre quella di scegliere un contatto diretto con il proprio pediatra di famiglia, sarà lui a consigliare sul da farsi. Eventualmente, se necessario, anche indirizzando i genitori al pronto soccorso».