Penisola sorrentina, in una mostra i riti della Settimana Santa

Penisola sorrentina, in una mostra i riti della Settimana Santa

28 Marzo 2021 0 Di Gaetano Milone

Riproposte con un “percorso” particolare la rappresentazione delle tradizioni storico- religiose della Settimana Santa in penisola sorrentina.

 Ci ha pensato con un originale e “vivo” percorso, allestito nello storico e prestigioso scenario di Villa Fiorentino a Sorrento, location per mostre di valenza internazionale. Gianfranco Capodilupo, fotografo d’eccezione.

“Il colore della Passione” è il titolo della riproposizione scenica della morte e passione di Cristo, oggetto negli scorsi anni, di una straordinaria pubblicazione dell’artista sorrentino con immagini delle processioni pasquali nei sei comuni della penisola sorrentina.

La base musicale, frutto dell’inventiva del musicista Luigi De Maio che accompagna il visitatore fin dall’inizio, capace di “reinterpretare” una versione originalissima del famoso “Miserere”, scatena emozioni e spiritualità.

Eccellente l’audio predisposto in ogni sala della villa dalla “Caputo tecno sound”.

Due gli spazi espositivi: al piano terra 30 foto ed un video con le foto della precedente pubblicazione mentre al primo piano ben 45 foto formato 70X100, realizzate con attrezzatura digitale ci riportano in tempo di Covid negli angoli e strade più caratteristiche di una penisola orfana di rappresentazioni religiose del Giovedì e Venerdì santo, tramandate di padre in figlio, da generazioni.

 “In pochi luoghi del Mediterraneo – scrive Marino Niola – il teatro della Passione celebra i suoi fasti con la stessa corale simultaneità che accende improvvisamente, come una partitura segreta, l’intera Penisola sorrentina”.

“Ogni paese intona la sua variazione sul tema arcaico della morte e resurrezione”.

 “ Lo sguardo di Gianfranco Capodilupo riesce a far riaffiorare, attraverso la lente della Festa, la geografia complessiva della penisola, che i corpi ed i volti rivelano al di là e a dispetto delle divisioni amministrative, delle contrapposizioni di campanile.

 Le sue foto fanno cantare all’unisono quelle che diversamente restano voci isolate, nello spazio, nel tempo e che da questa coralità traggono vigore, risonanza”.