Paracetamolo per il trattamento di differenti tipologie di dolore

Paracetamolo per il trattamento di differenti tipologie di dolore

28 Novembre 2022 Off Di La Redazione

Uno dei farmaci più utilizzati al mondo per il trattamento del dolore e della febbre, il paracetamolo occupa una posizione unica tra gli analgesici. Il motivo riguarda sia la possibilità di utilizzo per trattare diverse tipologie di dolore, sia l’ottimo profilo di tollerabilità. In particolare, a livello gastrointestinale il paracetamolo produce pochi effetti collaterali. Il paracetamolo può quindi essere considerato come un trattamento di prima scelta adatto per agire contro il dolore da medio a moderato anche in pazienti adulti con disturbi gastrointestinali. 

È generalmente accettato che il paracetamolo sia caratterizzato da un’eccellente tollerabilità gastrointestinale, rappresentando quindi l’analgesico di scelta per i pazienti a rischio di sviluppare eventi avversi in tal senso. 

A differenza dell’acido acetilsalicilico e dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), che possono determinare un aumento del rischio di sanguinamento a qualsiasi dosaggio, il paracetamolo è associato ad un rischio trascurabile di provocare o determinare peggioramenti ad ulcere gastrointestinali o complicanze ad esse associate. La migliore tollerabilità del paracetamolo rispetto a FANS è stata recentemente affermata anche dal database di farmacovigilanza nipponico Japanese Adverse Drug Event Report (JADER). 

Anche alcuni studi prospettici hanno mostrato che il paracetamolo non determina danni al tratto gastrointestinale e una metanalisi ha confermato l’assenza di eventi gastrointestinali significativi dovuti dal paracetamolo, a qualunque dose, nel tratto superiore. 

Gli studi epidemiologici hanno riportato diversi risultati: se è vero che mostrano l’assenza di associazione tra l’assunzione di paracetamolo e l’insorgenza di disturbi gastrointestinali, alcuni suggeriscono che l’incidenza di eventi avversi a livello gastrointestinale possa essere dose-dipendente. 

Quest’ultima osservazione potrebbe tuttavia essere spiegata dal fatto che i clinici tendono a raccomandare l’uso di paracetamolo da preferire rispetto ai FANS in tutti quei pazienti ad alto rischio di disturbi del tratto gastrointestinale perché lo considerano un farmaco più sicuro, mentre l’ampio utilizzo di paracetamolo significa che rappresenta spesso il trattamento di prima linea per dolori gastrointestinali dovuti a una precedente condizione. Parlando di FANS, oltre ad essere caratterizzati da un rischio superiore rispetto al paracetamolo di determinare sviluppo di sanguinamenti gastrointestinali, sono stati segnalati per avere possibili effetti nefrotossici, dovrebbero quindi essere evitati in pazienti con sintomi di insufficienza renale. 

L’evidenza scientifica consente quindi di affermare che il paracetamolo può essere raccomandato come terapia di scelta non cronica per il trattamento del dolore da lieve a moderato, in pazienti a rischio di ulcere o sanguinamenti a livello dell’apparato digerente. 

Una nota importante, riguarda la necessità, per i clinici, di tenere conto del fatto che nel paziente con disturbi gastrointestinali si può verificare un alterato assorbimento e/o farmacocinetica del paracetamolo. In questi soggetti, è quindi preferibile utilizzare formulazioni che favoriscano un assorbimento rapido.

 

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/speciale-paracetamolo/articolo-81097.html