Non “sparate” sulle ex Guardie mediche

Non “sparate” sulle ex Guardie mediche

31 Gennaio 2020 0 Di La Redazione

Il Sindacato medici italiani (Smi) lancia l’allarme: è in atto una campagna per discreditare il servizio della Continuità assistenziale e privatizzare il servizio.

 

L’episodio si è verificato in terra di Puglia ma a riprendere e a rilanciare la notizia in Campania è stata la segreteria Smi dell’Asl Napoli 1 Centro. I fatti. Un consigliere regionale, lamentando un presunto disservizio subito da un cittadino residente nella provincia barese, ha invocato, sulla sua pagina facebook, un intervento (punitivo?) nei confronti del medico.

Al politico ha risposto, con durezza, Nunzia Pia Placentino, vicesegretario regionale Smi Puglia:  “Il Consigliere, nel post, scredita indebitamente e ingiustamente un servizio sanitario territoriale pubblico, quale è quello di Continuità Assistenziale, svolto dai medici con totale abnegazione e in condizioni spesso difficili e pericolose per la propria incolumità”.

“Parliamo del servizio più a rischio dal punto di vista delle aggressioni – aggiunge Piacentino –  la cui storia è drammaticamente segnata anche da tre omicidi, e il consigliere si permette, nel post, di ironizzare sulla mancanza della vigilanza nei presidi sanitari. Il consigliere si è permesso di esprimere giudizi oltraggiosi dall’alto di un post su Facebook, fondati sul nulla e ovviamente in assenza di contraddittorio, presupponendo che tali opinioni, del tutto personali, possano essere la base di un fantomatico provvedimento disciplinare da adottare nei confronti del Medico in questione, il tutto tramite una telefonata ai vertici della politica regionale pugliese. Il consigliere dimostra dunque, oltre ad un modus operandi politico alquanto incredibile e discutibile, di non sapere nulla sulla regolamentazione, anche contrattuale, del Servizio. Peggio ancora il Consigliere crede (o forse è così?) che basti telefonare ai piani alti per ottenere il provvedimento disciplinare che tanto desidera nei confronti del Medico”.

“È per colpa degli agitatori di folle sui social –  completa la sindacalista Smi – oltre che di questo modo di fare qualunquista e presuntuoso, che i medici lavorano nel terrore delle aggressioni, che purtroppo registriamo quotidianamente”.

Ed infine: “Basterebbe essere curiosi in materia legale per sapere che la maggior parte delle segnalazioni per paventati casi di malasanità si rivelano poi del tutto infondate. Non entriamo nel merito dell’episodio in questione che sicuramente sarà, qualora ritenuto necessario, valutato e discusso nelle sedi opportune. Auspichiamo che la classe dirigente politica si elevi dal ruolo di agitatore di folla a quello di governatore, nell’accezione più nobile del termine. Il mondo medico si aspetta dalla politica regionale risposte concrete sulla sicurezza e sulla messa a norma dei presidi, non di certo post su Facebook” conclude Placentino.