
Medici di famiglia, novità sulle pensioni
30 Aprile 2025In un contesto di crescente emergenza sanitaria per la carenza di medici, la Camera dei Deputati ha approvato un importante emendamento al decreto-legge 14 marzo 2025, numero 25, che introduce una misura straordinaria: il posticipo del pensionamento dei medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale (SSN) fino ai 73 anni. L’intervento, contenuto nell’articolo 12-quater, punta a garantire i livelli essenziali di assistenza, in particolare in quelle aree dove la cronica mancanza di personale rischia di compromettere la tenuta stessa del sistema sanitario. La proroga, prevista fino al 31 dicembre 2026, potrà essere applicata, con il consenso degli interessati, e comunque non oltre un anno dal raggiungimento dell’attuale limite di età di 72 anni. Il provvedimento, che ora passa al Senato per la definitiva approvazione, riguarda il personale medico in regime di convenzionamento e si inserisce in un percorso di progressivo innalzamento dell’età pensionabile, iniziato già da alcuni anni.
Non è la prima volta che il legislatore interviene per ritardare il pensionamento dei medici. Già nel 1993, dopo una lunga serie di ricorsi, l’allora Ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio aveva autorizzato – con un discusso telegramma – la permanenza in servizio dei primari ospedalieri fino a 72 anni. Da allora, i limiti di età sono stati oggetto di continue modifiche: i dirigenti medici dipendenti, che fino a pochi anni fa potevano essere collocati a riposo a 65 anni, vedranno dal 2025 l’allineamento al regime generale della pensione di vecchiaia fissato a 67 anni. Ulteriori interventi normativi hanno successivamente portato la possibilità di permanere in servizio, per il personale sanitario, fino a 70 anni, e poi, con il Milleproroghe 2024, a 72 anni, pur con alcune limitazioni. Il quadro demografico del personale medico è particolarmente critico: oggi quasi la metà dei medici italiani ha più di 60 anni. In particolare, risultano over 60 il 45% dei medici ospedalieri e addirittura il 52% di pediatri e medici di famiglia. A fronte di un turn over minimo e di una programmazione universitaria carente negli anni passati, la categoria sta invecchiando senza che si intraveda un adeguato ricambio generazionale.
Il problema è particolarmente grave per la medicina generale: secondo la Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), tra il 2025 e il 2027 saranno 7.345 i medici di base che raggiungeranno i 70 anni, mentre già oggi mancano oltre 5.500 MMG sul territorio nazionale. Le grandi regioni, in particolare, stanno affrontando enormi difficoltà nel garantire a tutti i cittadini l’assegnazione di un medico di famiglia. Tra il 2019 e il 2023, il numero complessivo dei medici di medicina generale è sceso del 12,8%, passando da 42.009 a 37.260 professionisti, senza che la formazione dei nuovi medici sia riuscita a colmare il divario. L’innalzamento a 73 anni del limite massimo per il pensionamento dei medici convenzionati consente alle Asl, in carenza di personale disponibile, di prorogare i rapporti di lavoro, garantendo così la continuità delle cure ai cittadini.
Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/64230/medici-di-famiglia-novita-sulle-pensioni-ecco-chi-riguarda-1