Mariarosaria Focaccio, la divulgazione della donazione come missione

Mariarosaria Focaccio, la divulgazione della donazione come missione

21 Marzo 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Causa il Covid-19, purtroppo, stiamo trascurando le altre patologie di cui soffrono gli italiani e molti malati di tumore e gravi disfunzioni organiche periscono per trascuratezza personale o per paura di frequentare i presidi ospedalieri impegnati costantemente dalla pandemia.

” UN DONATORE MOLTIPLICA LA VITA “. In Campania sono centinaia i pazienti in lista di attesa per un trapianto di Cuore, Fegato o Rene e nonostante l’aumento del numero dei donatori dell’ultimo anno, ancora troppi pazienti Campani sono costretti a viaggi della speranza fuori Regione per ricevere risposte alle loro domande di salute. Aumentare il numero dei donatori è l’obbiettivo che da sempre la Regione Campania ha nella sua mission e le partnership istituzionali come quella realizzata con l’Ammiragliato e la Marina Militare va in questa direzione. La scelta in vita di donare gli organi dopo la morte, rappresenta la forma più alta di amore per gli altri che soffrono e che possono da questo atto d’amore ritrovare la Vita. 

Di donazione di organi e trapianti parliamo con la promotrice in Campania dell’unione delle Associazioni che si occupano di donazioni e trapianti. Mariarosaria Focaccio, 27 anni di Asl Na 1 Centro, assunta nell’anno ‘91 al centro di riabilitazione psicosociale, allora diretto dal dottor Olimpo Giacci, ha dedicato 4 anni a pazienti psichiatrici riabilitando attraverso attività ludiche ricreative e colloqui di sostegno.  

Laureata in Sociologia, Focaccio viene trasferita nella direzione generale della Asl metropolitana con il dottor Mazzeo. È di lì che inizia il suo percorso nella direzione generale. In seguito si specializza con vari master, a carattere socio-sanitari. Quindi il master in criminologia, il conseguimento della laurea in Giurisprudenza, con l’avvio del praticantato presso lo Studio del noto avvocato Porta, l’iscrizione all’ordine forense e, di recente, l’iscrizione all’ordine dei giornalisti.

Come ha vissuto e vive Mariarosaria Focaccio la paura della pandemia ed il notevole disagio legato alle inevitabili indispensabili misure restrittive?

Credo come la maggior parte di noi, con la comprensibile preoccupazione per una vicenda che sta mettendo sotto pressione Governi e singoli cittadini del mondo intero. Muovendomi in ambito sanitario, poi, non posso non cogliere, con grande amarezza, le ripercussioni negative che il nostro sistema assistenziale sta vivendo per la pandemia causata dal Covid. Tutto si è rallentato e questo, di fronte ha patologie severe, ha significato la perdita di vite umane. Così a tragedia si aggiunge tragedia.

Da un anno i presidi ospedalieri italiani sono quasi totalmente impegnati nella cura del Covid-19. In che modo e quanto questa quasi totale dedizione al Covid hanno pregiudicato la cura delle altre patologie?

Ribadisco, la pandemia è risultata devastante per molte patologie importanti – quali quelle cardiologiche, oncologiche e le malattie metaboliche – ritardando le diagnosi e frenando la regolarità dei percorsi assistenziali e di cura. La paura di contrarre il virus ha spinto i pazienti lontani dai centri che potevano dare risposte ai loro bisogni di salute. Ad aumentare la confusione, bisogna riconoscerlo, qualche errore di troppo (Oms e Governi nazionali) ed anche una cattiva comunicazione che ha aumentato la diffidenza dei cittadini verso le istituzioni, offrendo il fianco a negazionisti e complottisti che hanno accresciuto il disorientamento della gente.  Di fronte alla portata di questa catastrofe non esiste, purtroppo, una ricetta facile. Ritrovare unità di intenti, soprattutto a livello politico e gestionale, andare oltre gli steccati ideologici e del proprio tornaconto (di partito o personale) potrebbe essere la risposta giusta per affrontare al meglio le criticità che nascono dalla pandemia.

“I trapianti di tessuti e di organi costituiscono uno dei progressi più straordinari della terapia e della solidarietà umana, e anche per questo richiedono attenzione, coerenza, equilibrio e un costante impegno (Giovanni Berlinguer). Cosa significa per Lei impegnarsi in questo campo d’azione così utile, ma così delicato?

Rispondere a questa domanda, per me, è una nota dolente. Insieme alle più significative Associazioni del settore, mi occupo, infatti, per la Regione Campania, di diffondere la cultura della donazione. Tante le iniziative sviluppate negli ultimi anni, sempre in stretta sinergia con le Associazioni, per divulgare la cultura del dono. Su tutto questo è calata, purtroppo, la mannaia pandemica con le misure di restrizione e di distanziamento sociale.

Non ci siamo arresi, abbiamo continuato ad incontrarci virtualmente ma, è intuibile, che il rapporto che si crea con la presenza fisica non è paragonabile, soprattutto in questo segmento della sanità, a quanto si riesce ad ottenere con i collegamenti a distanza. Con l’esperienza maturata sul campo, infatti, siamo consapevoli che l’approccio personale per diffondere certe tematiche non può essere sostituito, con altrettanta incisività, da qualsiasi tipo di linguaggio “a distanza”. Per parlare di sentimenti e di solidarietà, in special modo quando si affrontano le delicatissime tematiche della donazione e dei trapianti, bisogna guardarsi negli occhi.

L’11 aprile è la giornata nazionale per la donazione degli organi. Nella sua veste di responsabile per la divulgazione per la Regione Campania, pur nelle limitazioni causate dalla pandemia, cosa si è inventata per dare un segnale e celebrare la giornata?

La pandemia purtroppo ci ha penalizzato e tutto il sistema si è pertanto rallentato mas non fermato. Illumineremo con i colori della nostra bandiera italiana tutto i palazzi delle prefetture, tutti i tribunali, il maschio Angioino e la fontana a piazza municipio, la base navale della Marina Militare ed il palazzo Salerno dell’Esercito, il palazzo della provincia di Avellino e la Prefettura di Avellino. Per raggiungere l’obiettivo mi sono recata presso tutte le prefetture, in primis dal Prefetto di Caserta, S.E. Raffaele Ruberto il quale è stato molto sensibile all’iniziativa, affiancandomi nella realizzazione di tale finalità.

Ho incontrato dunque i Prefetti della nostra Regione, sono stata ricevuta con entusiasmo dall’Avvocato generale e dal Procuratore generale al palazzo di giustizia, sono stata ricevuta dal sindaco di Benevento, Clemente Mastella, dal sindaco di Caserta, Carlo Marino, dall’Ammiraglio Serra a Santa Lucia, da S.E. il prefetto di Avellino, Paola Spena e, in settimana, sono programmati in agenda altri incontri con altri esponenti delle istituzioni sensibili alla causa.

Sarà un bel vedere l’illuminazione di tante facciate dei palazzi storici legate da un unico filo per non dimenticare tante persone che sono in lista di attesa per poter iniziare una nuova vita.