Mal “d’amore”
26 Gennaio 2019Il calo demografico sta portando il Paese verso una situazione di irreversibilità e preoccupa le Istituzioni. Il ministro della salute, Giulia Grillo, convoca il Comitato nazionale percorso nascite.
La denatalità in Italia sta portando il Paese su una strada di non ritorno. Per il terzo anno consecutivo il numero di abitanti diminuisce di quasi centomila unità. Al primo gennaio 2018, la popolazione complessiva ha superato di poco i sessanta milioni di abitanti. Di questi, oltre cinque milioni e mezzo sono stranieri (8,4%). Ne consegue che il Bel Paese è la seconda nazione più vecchia del mondo: 168,7 anziani ogni 100 giovani. Nel 2017 sono stati iscritti all’anagrafe per nascita solo 458.151 bambini. È il minimo storico dall’Unità d’Italia. La diminuzione delle nascite è di oltre 15 mila rispetto al 2016 (-3,2%) e quasi di 120 mila negli ultimi nove anni. Il calo si registra in tutte le ripartizioni ma è più accentuato al Centro (-5,3% rispetto all’anno precedente).
Fin qui i dati, forniti dall’annuale rapporto Istat, che hanno spinto il ministro della salute, Giulia Grillo, a rivedere le linee programmatiche del Governo sulla delicata questione dei reparti di maternità. Dati che rendono necessaria una “Rimodulazione dei punti nascita, perché i tempi sono cambiati, per cui bisogna essere pronti a lavorare con le Regioni all’interno del Patto della Salute. In questi mesi, infatti, sono state molte le richieste di rimodulazione della rete dei punti nascita arrivate da varie parti d’Italia al Ministero della Salute”.
“In considerazione del progressivo calo degli indici demografici del Paese – ha chiarito Giulia Grillo – della carenza di alcune figure professionali sanitarie e per l’evidenza di situazioni territoriali caratterizzate da particolare disagio orografico, credo sia necessario valutare insieme alle Regioni – e di questo ho già accennato al presidente Bonaccini – l’attualità dell’Accordo Stato-Regioni del 2010, recepito poi dal decreto ministeriale numero 70 del 2015”.
“Le riforme, come tutti gli esperimenti, vanno monitorate ed eventualmente aggiornate, se necessario, alla luce dell’esperienza acquisita sul campo – conclude il ministro della salute – e le mutate condizioni al contesto richiedono oggi una profonda riflessione sulla ponderazione dei rischi, nell’interesse primario delle mamme e dei neonati.
In tal senso nelle scorse settimane ho chiesto, tramite la Direzione della Programmazione, di invitare il Comitato Percorso nascita nazionale ad approfondirne le problematiche al fine di inserire una riflessione specifica all’interno del Patto per la Salute”.