Macché imboscati, la sanità si regge anche su di loro
17 Settembre 2019Operatori sanitari inglobati sotto “mentite spoglie”. A denunciare tale situazione è il coordinatore dell’Area Nord del Comparto sanità della Cisl Fp di Salerno, Alfonso Della Porta.
Nascosti nei distretti e negli uffici dell’Area Nord .”Che i lavoratori assunti come cuochi senza alcuna cucina fanno altre mansioni è una evidenza che solo agli stolti potrebbe sembrare una anomalia, come ancora definire imboscati chi lavora per l’Azienda in vari settori avendo particolari qualifiche è una diffamazione che per fortuna mostra la caratura di chi la dichiara. Purtroppo che decenni di blocco delle assunzioni hanno determinato una attuale organizzazione del lavoro che richiede un forte rilancio in termini occupazionali è innegabile, come è altrettanto verificabile che nella Asl Salerno si stia provvedendo a risolvere il gap, allo stato non più sostenibile.
Imboscato significa nascosto o rifugiato nel bosco, nel mentre la maggior parte, se non la totalità dei lavoratori cui si fa riferimento, sono individui che alla luce del sole espletano i compiti loro assegnati spesso gravosi. È anche grazie a loro il sistema non è ancora crollato definitivamente, continuando a garantire i livelli essenziali di assistenza. Inoltre in molti casi le loro funzioni attengono a quelle previste dalle declaratorie e dalle norme che regolamentano le attività, poiché gli esercenti le professioni sanitarie hanno avuto una evoluzione nell’acquisizione di responsabilità che spesso non hanno trovato i dovuti riscontri e riconoscimenti nelle aziende sanitarie, ferme a modelli organizzativi e gestionali tutti in capo alla dirigenza medica, professionale, tecnica ed amministrativa. Infatti le strutture periferiche territoriali e dipartimentali avrebbero bisogno di tutt’altra attenzione e su questo aspetto bisogna cominciare a lavorare nel concreto, contrastando una visione ospedalocentrica e medicocentrica del sistema salute ancora esistente”.
Della Porta poi entra nel merito della questione. “Mancano ancora oltre a centinaia di infermieri ed ostetriche, ed altrettanti esercenti delle professioni sanitarie che si rammentano essere 22 profili sanitari i del ruolo tecnico, di laboratorio e di radiologia, ancora almeno un altro centinaio di OSS, 26 operatori della riabilitazione, 90 tecnici della prevenzione, 17 farmacisti, 17 operatori del ruolo professionale e almeno 123 del ruolo amministrativo eppure l’azienda, con difficoltà, cerca di garantire assistenza e prestazioni e questo forse con l’aiuto di tutti anche di coloro che espletano funzioni non direttamente collegate alle qualifiche di appartenenza, che a volte rasentano dequalificazione e demansionamento.
L’opera di adeguamento del fabbisogno della dotazione organica a quello assistenziale, nei vincoli imposti dalla regione, è di fatto cominciato con il commissariamento e continua con l’attuale direzione strategica e forse se tutte le forze sindacali confluissero a favorire il processo in tal senso invece di screditare inopinatamente i lavoratori, si potrebbe accelerare il risanamento in atto”.