Luca Calderan: “Date sempre il massimo che i risultati arriveranno”

Luca Calderan: “Date sempre il massimo che i risultati arriveranno”

23 Luglio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“La pallavolo è unica perché non c’è distanza fra testa e gambe, né fra cuore e anima. La pallavolo è unica perché non c’è distanza neppure fra i sei giocatori in campo e i sei in panchina”. (Ivan Zaytsev)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido pallavolista: Luca Calderan.

La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?

Durante la stagione pallavolistica di due anni fa è stato un po’ drammatico, si giocava con 4 tamponi alla settimana, e per metà stagione c’era sempre qualcuno positivo compreso il sottoscritto, con 3 giocatori positivi non si poteva giocare, si dovevo recuperare le partite ,fino a quando hanno deciso di bloccare il campionato.

Quest’anno c’era l’obbligo del vaccino per poter giocare, e anche in questa stagione abbiamo recuperato le partite a fine campionato; diciamo due anni movimentati con un naturale sbalzo di umore nei giocatori e quindi a livello di resa sportiva. Di paura non ne ho mai avuta, tanto che quando sono stato contagiato non avevo nessun sintomo, non ho sentito mai di uno sportivo che fosse grave in ospedale, ero tranquillo per lo stato di forma che avevo come tutti gli sportivi. Di Misure restrittive; all’inizio abbiamo fatto troppi tamponi, ma per giocare era d’obbligo, quest’anno invece c’era l’obbligo della mascherina anche in panchina, ma comunque c’è l’abbiamo fatta a supera il tutto.

Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua socialità?

Ha provocato danni alle società sicuramente economici, ma anche a livello morale. I palazzetti vuoti è stato un colpo al cuore, abituati a vedere 500 persone nel nostro palazzetto e ad un tratto nessuno , era come se non si giocasse un campionato, ma solo delle amichevoli.

Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Inizialmente giocavo a basket, poi un giorno mi ha fatto provare la Pallavolo una cugina allora al Futura Cordenons, mi riusciva facile diciamo, poi da li ho cominciato la scalata e 5 anni dopo sono andato nelle giovanili della Sisley Treviso.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Conta più di tutto, se non hai forza di volontà nel sudare 20 magliette al giorno, se non hai la forza di volontà di prendere la palla a tutti costi prima che cada non fa di te il giocatore per eccellenza, resterai un giocatore mediocre. La forza di volontà di fare sacrifici per lo sport è indispensabile per aver risultati. Niente si fa se non si ha la forza di volontà per farlo.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla specialità, cosa suggerirebbe?

Ai ragazzi posso dire dalle mie esperienze vissute in 20 anni di agonismo, quando entrano in palestra ci potranno esser dei momenti dove le cose non vanno ma è proprio li che bisogna trovare la serenità e di sistemare una cosa alla volta senza essere sopraffatti dal nervosismo come tante volte succede. Dovete divertirvi INSIEME, è la SQUADRA che vince, grazie a tutti, panchina, allenatori, ecc.. se potete dare il 110% date il 110% , non limitatevi, fate sempre il massimo che i risultati poi li portate a casa.