Lo psicologo che non ti aspetti

Lo psicologo che non ti aspetti

28 Giugno 2020 0 Di Teresina Moschese*

Come orientarsi tra i professionisti della salute psicologica.

 

Teresina Moschese

Ancora troppo spesso mi capita, nella pratica clinica, che i pazienti, al primo appuntamento, siano confusi sul ruolo dello psicologo, su cosa realmente faccia, di cosa si occupi, cosa possono aspettarsi quali differenze tra le diverse professioni sanitarie psicologiche riconosciute; così come, molto frequentemente raccolgo dai medici, con cui collaboro e che spesso mi inviano persone in consultazione, la percezione di un pregiudizio da parte di chi vive un malessere psicologico a rivolgersi allo psicologo-psicoterapeuta.

Come se rivolgersi al professionista idoneo a curare ciò che è invalidante e disfunzionale nella propria vita personale e relazionale sia un segno di debolezza, sia etichettabile come pazzia!

Mi chiedo se questo meccanismo pregiudizievole nella scelta della cura sanitaria adeguata valga anche, ad esempio, se mi fa male la schiena, o non riesco a respirare bene, o ho un forte bruciore di stomaco o una colite cronica o una tachicardia, o infine un forte mal di denti?

In questi casi, non mi rivolgo, forse, con fiducia al medico di base e di lì all’ortopedico, allo pneumologo, al gastroenterologo, al cardiologo, al dentista? Oppure, andando dal cardiologo, immagino che penseranno che sono una persona “senza cuore” e debole di salute?

Il dolore fisico è davvero meno sopportabile di quello psicologico?

Con questa premesse (in parte retaggio culturale riconducibile, storicamente agli anni ‘50-‘60 quando il disagio mentale era risolto psichiatricamente, con l’istituzione dei manicomi, poi aboliti, fortunatamente, con la Legge Basaglia), molte persone trascurano il dolore psicologico, convivono con sintomi psichici allarmanti per anni e anni, spesso raggiungendo situazioni disfunzionali limite, critiche ed invalidanti per la vita personale, sociale e lavorativa.

Solo a quel punto si rendono conto di non poter mantenere un equilibrio psichico nel disequilibrio ma, disorientati, non sanno a quale professionista affidarsi.

Credo che per facilitare e rendere più fluida la consapevolezza che mente e corpo meritano pari importanza e dignità, è la psicologia che debba andare incontro ad un rinnovamento comunicativo, imparando ad ascoltare i timori che frenano le persone dinnanzi all’opportunità di migliorare e cambiare ciò che nella propria vita non funziona e crea dolore, informando le persone sul potere trasformativo di un percorso psicoterapeutico, infondendo la speranza che quella che è una ferita aperta può divenire una via attraverso la quale guardare il mondo in modo più sicuro, protetto e consapevole. Tante sono le paure, le resistenze, gli alibi che frenano le persone nel prendersi cura di sé e ritengo che poterle visualizzare e affrontare sia necessario per poterle sciogliere, continuare ad eluderle non fa altro che dare loro più potere per rincorrerci in una fuga senza fine: non esiste un benessere senza la capacità di gestire il malessere.

Il primo passo verso questo tipo di consapevolezza è la conoscenza di quali sono le figure professionali in ambito psicologico a cui possiamo rivolgerci per gestire il dolore e le difficoltà psichiche. Nelle infografiche che seguono, al termine di questo articolo, ho sintetizzato le specificità di ciascun professionista per orientarvi e scegliere consapevolmente.

Certamente per poter scegliere a quale professionista rivolgersi occorre essere consapevoli di trovarsi in un momento di difficoltà emotivo, o relazionale, o di pensiero e riconoscere le situazioni in cui è bene chiedere aiuto. Possiamo noi stessi fare da termometro e valutare se il disagio è estemporaneo e recente, o al contrario ricorrente e cronicizzato. Una volta riconosciuto ciò in noi, dobbiamo solo chiedere aiuto, tranquilli del fatto che chiedere supporto in un momento di difficoltà è un atto di sopravvivenza che, nella nostra cultura protesa a guardare ciò che è psicologico con sospetto, si trasforma in un gesto di coraggio, di amore per sè stessi e per le persone che amiamo.

Ma a chi chiedere un primo aiuto psicologico?

Così come avviene nelle specializzazioni mediche, anche nella psicologia, la prima figura a cui ci si può rivolgere è lo Psicologo che, come il medico di famiglia, dopo un’anamnesi e una diagnosi psicologica attraverso l’uso di colloquio, test e questionari con validità scientifica, indica un piano di trattamento di supporto psicologico e, qualora opportuno, invia agli specialisti più indicati per la particolare problematica psicologica portata da quello specifico paziente, che sono: psicoterapeuta, psichiatra, neurologo, neuropsichiatra infantile (vedi infografica).

Ricordate che noi psicologi-psicoterapeuti abbiamo noi stessi attraversato il dolore e la sofferenza psichica, abbiamo vissuto sulla nostra pelle le difficoltà umane, relazionali, psicosomatiche, emotive, ma, al contrario di altri, prendendoci cura delle nostre ferite, le abbiamo pian piano trasformate in risorse,acquisendo la disposizione ad aiutare anche altre persone. E’ proprio grazie all’aver affrontato il nostro dolore, che siamo predisposti ad incontrare quello altrui.

Quindi se ce l’abbiamo fatta noi, sono certa che potete farcela anche voi!

*Psicologa-psicoterapeuta familiare-psicodiagnosta