L’importanza del sonno nei più piccoli

L’importanza del sonno nei più piccoli

16 Settembre 2019 0 Di Teresina Moschese*

Un bambino che ha un sonno disturbato non può crescere secondo le sue potenzialità, dato che lo sviluppo psicofisico è destinato a subire un rallentamento.

Il sonno è una funzione vitale, irrinunciabile. Durante le sue fasi, infatti, avviene una vera e propria rigenerazione dell’organismo. Infatti, come è noto, durante il sonno si accelera il processo di cicatrizzazione delle ferite. Ma a trarne maggiore beneficio è il cervello, la cui maturazione, nella primissima infanzia, avviene proprio mentre il bebè sta beatamente riposando.

Gli ultimi studi condotti sull’argomento hanno inoltre permesso di appurare che l’ormone della crescita viene prodotto in massima quantità durante gli stadi profondi del sonno.

Il sonno si svolge in due fasi che si ripetono ciclicamente, susseguendosi con regolarità per tutta la sua durata. Sono definite, dalle iniziali del loro nome in inglese: Sonno Nrem (No Rapid Eye Movement) e Sonno REM (Rapid Eye Movement, cioè rapidi movimenti degli occhi).

La fase del sonno Nrem comprende il sonno leggero (stadio 1 e 2) e il sonno profondo (stadio 3 e 4). In questa fase per risvegliare il bambino sono necessari stimoli molto forti e l’eventuale risveglio brusco ha come conseguenza nervosismo, facile irritabilità, intontimento.

La fase del sonno Rem è così chiamata perché durante il suo svolgimento i globi oculari sussultano brevemente con una certa frequenza. E’ la fase caratterizzata dai sogni: nel neonato occupa il 50% dell’intero sonno, mentre dopo i sei anni di età il tempo in cui si protrae si dimezza. In questo stadio il tono muscolare si riduce per cui il piccolo appare assolutamente immobile, mentre al contrario la sua attività mentale raggiunge un’altissima intensità.

Un bambino che ha un sonno disturbato non può crescere secondo le sue potenzialità, dato che lo sviluppo psicofisico è destinato a subire un rallentamento.

I problemi relativi al sonno di un bambino inevitabilmente si ripercuotono in modo negativo sui genitori. Il fenomeno è trascurato se non ignorato in quanto collegato alla convinzione culturale che per essere buoni genitori bisogna solo sacrificarsi.  In molti ritengono che avere un bambino che non dorme sia uno scotto da pagare alla maternità, per cui il dedicarsi a sé stesso spesso solo per recuperare le energie psico-fisiche è vissuto da molti genitori con infiniti sensi di colpa che insieme ai cambiamenti del nuovo assetto psichico della genitorialità, li rendono emotivamente instabili. Se a questo aggiungiamo la mancanza di sonno con le sue ripercussioni sull’assetto psico-fisico della persona e della coppia, espeoste nella tabella che segue, possiamo immaginare il come un genitore che voglia essere “sufficientemente buono” abbia bisogno di attivare strategie di adattamento funzionali al nuovo ruolo e alla nuova vita familiare.

Comunicare  a chi vive con noi il proprio disagio per la mancanza di sonno, così come cercare aiuto e soluzioni funzionali per sè stessi, per il proprio bambino e per tutta la famiglia, è una reazione sana. Perché proprio quando non si riesce a riposare mai, può risultare molto difficile essere un genitore “sufficientemente buono”, come lo descriverebbe Winnicott.

Di seguito sono, elencati i problemi più frequenti con cui è possibile confrontarsi quando si ha un bambino che non dorme e fatica molto ad addormentarsi.

*Psicologa-psicoterapeuta