L’Asl Salerno nega i diritti primari

L’Asl Salerno nega i diritti primari

28 Ottobre 2022 0 Di La Redazione

L’amministrazione dell’Azienda sanitaria locale, facendo “Stato a se” non riconosce la norma posta a tutela della maternità e della paternità.

 

L’Asl Salerno nega un diritto sancito dalla legge e dalle norme primarie a tutela della maternità e paternità che riconosce il diritto al ricongiungimento del nucleo familiare con bambini al di sotto dei tre anni.
L’Azienda non riscontra le domande di richiesta d’ingresso dei dipendenti provenienti da altre amministrazione che avendo bambini piccoli possono per tre anni poter esercitare il ruolo di genitori stando vicino ai propri figli.
Ancora una volta e con rammarico ci tocca denunciare la Direzione amministrativa dell’Asl Salerno per il mancato riscontro delle istanze dei lavoratori in servizio presso altre amministrazioni e che hanno presentato apposita domanda di ricongiungimento al proprio coniuge per gli effetti di apposita legge che tutela il sostegno per la maternità e paternità – dichiarano in una nota indirizzata alla Direzione strategica il segretario provinciale Cisl Fp Alfonso Della Porta, il capo dipartimento Pietro Antonacchio e i coordinatori Area Centro Nord e Sud rispettivamente Andrea Pastore e Lorenzo Conte.
Nello specifico, la legge prevede l’assegnazione a richiesta, anche in modo frazionato e per un periodo complessivamente non superiore a tre anni, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l’altro genitore esercita la propria attività lavorativa, pertanto l’assenso o il dissenso deve essere comunicato entro trenta giorni della domanda e invece, l’Asl Salerno ultimamente sta contravvenendo ad ogni disposizioni di legge lasciando le domande al tempo che trovano e ai dipendenti alcun riscontro. Il nuovo corso della direzione di processi burocratici amministrativi sta affossando ogni tentativo di ridisegnare una nuova azienda poiché l’immobilismo è la caratteristica preponderante dell’attuale gestione in uno ad una cattiveria amministrativa nei confronti di ogni singolo dipendente.
La situazione sta divenendo ingestibile, prima le Direzioni distrettuali e presidiali che agiscono nell’autonomia più totale e senza alcun controllo da parte della Direzione amministrativa, poi quest’ultima che sembra essere distratta dalle mille difficoltà che l’Azienda tutta sta vivendo e che i lavoratori non per loro scelta stanno riscontrando, dalla messa in ferie d’ufficio per scadenza di contratto alle stabilizzazioni dei 36 mesi, dalla trasformazione dei rapporti di lavoro e ora anche dal mancato riscontro delle istanze per la tutela della maternità e paternità – incalza il quadro dirigente della Cisl Fp di Salerno.
Purtroppo se l’Ente non riscontra le istanze entro 30 giorni dall’invio, così come previsto dalla norma, gli interessati saranno costretti ad agire per le vie legali, inutili contenziosi che vedrebbero l’Ente soccombente, con aggravio di spese a carico dell’azienda, ipotesi tutt’altro che peregrina per il mancato adempimento e la conseguente controversia che si andrebbe a determinare.