La “settimana corta” della sanità territoriale

La “settimana corta” della sanità territoriale

13 Giugno 2019 0 Di Bruno Buonanno

Antonio De Falco, segretario regionale Cimo: “Certamente un Cup ed un ufficio ticket non dovrebbero funzionare  nei Distretti per quattro ore al giorno e solo di mattina”.

Antonio De Falco

Il sabato e la domenica il medico e il pediatra di famiglia non lavorano. Così come la “settimana corta” è diventato un benefit per medici, infermieri e personale amministrativo impegnati nei dieci distretti cittadini. Con l’arrivo di Ciro Verdoliva nel ruolo di commissario dell’Asl Napoli 1 Centro, in maniera scaglionata, sono cominciati i “Sabato della prevenzione”, operazione che può rilanciare l’interesse dei cittadini per una prevenzione finora trascurata.

Senza medici di famiglia e con Distretti che il sabato e la domenica chiudono cancelli e portoni. Questo spiega perché gli ospedali ed i pronto soccorso sono sovraffollati. La Cimo – la Confederazione italiana dei medici ospedalieri – con il segretario regionale, il chirurgo Antonio De Falco – ficca da un po’ di tempo il naso nei Distretti e nella loro (dis)organizzazione. “Negli ospedali c’è giustamente un controllo continuo della presenza dei dipendenti, obbligati per contratto a lavorare tutti i giorni dell’anno. Com’è possibile che un Distretto chiuda i propri uffici il sabato e la domenica?

Le organizzazioni sindacali aprono gli occhi su un fenomeno che a livello dirigenziale e organizzativo è stato finora, a dir poco, trascurato.

“In quelle strutture, a livello sanitario sono impegnati molti specialisti ambulatoriali – spiega Antonio De Falco – ma accanto a quei colleghi che con una serie di inquadramenti a raffica sono stati inseriti (quasi come “autonomi”, perché liberi di organizzarsi perfino le ferie estive a proprio piacimento) perfino nelle strutture ospedaliere. I colleghi medici nei Distretti come negli ospedali devono rispettare l’orario di lavoro dal lunedì al sabato, di mattina e di pomeriggio. Non lo fanno? Allora bisogna capire se è per una cattiva organizzazione o se il problema è determinato dalla carenza di personale che coinvolge la Campania”.

Dottore De Falco, fanno orari strani i dipendenti amministrativi che si occupano del Cup e dell’ufficio ticket. Lavorano dalle 8,30 alle 12,30. E neanche tutti i giorni.

“I colleghi amministrativi devono lavorare per 36 ore settimanali, per loro sono previsti anche due rientripomeridiani a settimana. Ci sono cose da chiarire: i direttori devono spiegare se questi dipendenti fanno anche un altro lavoro o solo quello. Ancora devono spiegare se è personale dipendente assunto in maniera atipica. Certamente un Cup ed un ufficio ticket non dovrebbero funzionare nei Distretti per quattro ore al giorno e solo di mattina. Così come non mi sembra corretto dire puoi prenotarti e pagare in farmacia. Sembrerebbe una cosa studiata apposta per far spendere di più i cittadini, magari favorendo le farmacie. Un servizio per i pazienti deve essere completo in tutto e per tutto. Diversamente si deve valutare se è il caso di eliminarlo proprio. Chiederò ai colleghi di riunirci in un intersindacale per parlare della confusione organizzativa dei Distretti a Napoli e per conoscere la realtà di quelli delle altre province, problema che ha immediate ricadute sull’affollamento dei pronto soccorso. Finora è stato sottovalutato, ma è un problema serio che presto scoppierà”.

Si dice che in alcune aziende ospedaliere sarebbero stati assegnati ad alcuni specialisti ambulatoriali ruoli dirigenziali. La Cimo come si comporta?

“Presto, molto presto ci faremo sentire per chiarire ai direttori generali diritti e doveri da rispettare in tutte le strutture ospedaliere per snellire le liste di attesa e ridurre l’affollamento nei pronto soccorso, il tutto nel rispetto dei contratti di categoria”.